Le azzurre
acque
Devo dire che c’era un vento freddo che infuriava
con il mare.
Devo dire che tu non c’eri e non c’era neanche
il mare.
(Umberto Bellintani)
Passa lina passa
Passa ogni
lama passa
Passa il
volo la rondine il pesco fiorito
l'usignolo
e il suo canto
l'incanto
del primo mattino
con la luce
che entra nel buio della casa
e la
rischiara
L'infanzia
e la sua fiaba
Il cavallo
bianco al galoppo
col
principe azzurro il bacio
il sogno
Passano le
stagioni
la neve e
la rugiada
le nuvole
nere
il
temporale la paura lo spavento
Il tormento
d'ogni inganno
lo schiaffo
il perdono
l'urlo il
silenzio
la furia e
la dolcezza
La risata
il pianto
(Non rimane
che un disarmo muto
il cuore pietra
il mare e la sua risacca)
“In compagnia dei
pensieri truccati”
In compagnia di
pensieri
di rosso vestiti
-
invasi
tutti gli spazi della mente,
nebulosa a mezz’aria
senza respiro -
vorrei tornare al
mare di gennaio,
vorrei che al mare mi
portassi
avvolta nel silenzio
di rabbiose ore.
Incontro mi verrebbe
l’immensa onda
azzurra
a placare tormenti
attese distonie,
vorrei farmi vela,
vela soltanto.
Le gambe vorrei, le
gambe e il coraggio
di cambiare direzione
alla corsa,
e andare
dove non è rimasta
alcuna voce,
non un suono dei
giorni perduti:
parole disperse in
nebbie di ricordi
la luce di occhi
innamorati,
complici del sogno
rimandato.
Togliere maschere
d’ogni dolore
vorrei.
C’è stato un tempo
lontano quanto la pena
e c’era l’attesa
lunga del carnevale.
Valeva oro sonno e
litigate
per l’abito più bello
da indossare
(nero con pizzi e
ricami di corallo)
la bocca più rossa da
baciare
tra il bianco della
neve e un silenzio
di fiato sospeso su
labbra innocenti,
come debuttanti al
primo ballo
(chi per primo le bacerà?)
Si rideva, si rideva
tra balli e canzoni
Si vibrava d’emozioni
e primi amori
E Franco, Maria,
Rosa, e Franco ancora,
e ancora Peppino e
l’altra Rosa e Lizia
e…
Profilo di madonnina
e occhi di pianto
la madre di Zettina,
il marito in Arabia.
Di fragola e
cioccolato il suo sorriso
rinato alle nostre
risate lunghe più
della lunga treccia
nera di sua figlia.
Maschera
d’arlecchino, cuore di velluto
e sogni di nuove lune
da cantare:
ricordo e nostalgia.
Mimì, suo fratello,
già vergato aveva
l’ironico papiro.
Alto bello e delicato
tra noi ragazzi:
sberleffo di Einstein
stampato in viso,
lampada di Aladino
tra le mani,
lanterna di Diogene
tra riccioli sforbiciati.
-
Ti
ruberanno - dice - e non avrai
neppure diciott’anni
per quel languido sguardo mozzafiato
e nidi di sogni tra i capelli arruffati.
T’aspetterò campassi cent’anni -
Lei ride di malizia e
ingenuità.
Si sente Marilyn
faccia di miele e cherubino.
-
Sarai
lontano e mi dimenticherai
come si dimentica l’alba, la primavera.
Infilzati nel capo avrai mille pensieri
a cui pensare… -
Rapinati gli anni le
primavere i passi.
Rapinati i sogni la
neve il carnevale.
Occhi profondi
d’oceano inabissati.
-
Andare
al mare non mi farà poi male -
Un canto di
coriandoli nel tempo cancellato.
(vuota conchiglia tra
le mani e suono di fanfara).
(“In compagnia dei
pensieri truccati”, poesia inedita)
Qui dove il mare
Qui
dove il
mare è dono di cristallina luce…
qui vorrei
riposare
alle onde
lasciando stanche membra
e tra
ciglia un desiderio di sole
C’è stato
un tempo di corse alla battigia
e canti
d’amore a vele spiegate
a gola
piena le risate
Oggi mi
stanca un ricordo
di stanca
nostalgia
(solo il
mare immutato ha sorriso
d’eternità)
Ansia di velieri
Spariti
tutti i velieri,
persi
battelli e navi da crociera,
superstiti
barche di carta e sogni,
sono
zattera alla deriva
di tutti
gli oceani battuti da venti contrari.
Invano un
faro o una stella
cerco
per un
approdo al riparo
da marosi e
tempeste che fecero fragile
il mio
incerto andare alla conquista
di briciole
di sole.
E resero di
sangue orme di sconfitta
su scogli
aguzzi di passi e di dolore
che un
tempo risero delle nostre risate.
Nel gioco
delle parti mi si dice vincente
e forse
sarà vero
Pure…
è mio
soltanto
questo
abisso d’azzurro
perso fra
lacrime di cielo.
(nel buio
di questa mia notte accendi tu
una luce
d’ironia prima che faccia naufragio
anche
l’ultima stella del mio ultimo appiglio)
Pensieri vele
Vele i
pensieri
Vanno alla
velocità del vento
Libertà di
onde
che arano
il mare
sfiorano
l’azzurro di un sogno
remoto
sorriso di
giovinezza
fugato da
furia di nembi
e fragori
lontani
Il cielo si
perse negli occhi
di tristezza
e un
disincanto senza fine
divorò
coralli e frantumò il cuore
Altro tempo
allora che la riva
aveva orme
di passi vicini
e i ti amo
sulla sabbia
erano firma
d’incancellabile amore
Eterno
Unico
il solo a
bastarci vivere
e sapere di
noi
alga e
scoglio
onda e
veliero
vela e
timone
per tentare
una rotta che non fosse
dimora di
stazioni sbagliate
di treni
persi alle fughe solo pensate
Al coraggio
di nuove rive
opponemmo
tutti gli orizzonti di casa
àncore e
catene
e tutti i
naufragi che dilatarono il viaggio
e lo resero
infido e pericoloso
oltre
l’infinito
E sono qui
raggomitolata
in un pugno di rabbia
che non
vuoi capire
e non offre
via d’uscita
ai
pensieri-gambero che temono
il mare lo
scoglio la risacca
il tempo a
imbuto
la
determinazione a restare
(fu solo
inganno il sogno di partire…)
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