mercoledì 16 maggio 2018

“Il vento il fuoco e le azzurre acque” - parte ottava


L’ombra di una foglia

In taxi si va
sotto un franare di foglie
ricamate di sole d'autunno
in questa Belgrado
che amo e ci accoglie di sorrisi.
Ai bordi del parco piove
controluce
una foglia ballerina
solitaria di stanco splendore.
Sul sedile scivola
la sua ombra/sogno
e
nello scrigno di mani-culla
la racchiudo
preziosa più degli ori di Chilandari.
(capriole il cuore che palpita meraviglia)

In riva al fiume

Il camino maestoso, festa di fiamme e scintille
d'allegria, ci saluta
tra vetrate con frasi d'amore serbe
e cuori dipinti.
La Sava mormora la sua nenia sognante.
Dormono pesci tra onde silenziose
di mistero.
Con vino rosso leviamo in alto i calici
nello "Stenka"
ad un soffio dal fiume
e dal ponte-vela con fili di luce.
Bata sorride a Verica occhi di luna:
nella mia lingua la sua terra
racconta e mordace svela
e di tenero candore avvolge.
Tra parole d'ironia Dragan sorseggia
boccali di birra e
carico d'invettive e risate
s'inerpica di tristezza sui profili dentati
di un passato che lascia ferite
e nessun rimpianto.
Peppino segna carte di progetti slavi
in un rimbalzo d'ascolto silenzioso.
Eterna in alcuni flash Daniela
istantanee d'incanto
(luogo e ora sottratti all'oblio
della dimenticanza).
Parole in riverberi d'intesa fra noi dilagano.
Sospesa in un canto lontano
inseguo pensieri anch'io.
Un frastuono di battute e di storie
(da ricordare poi con nostalgia)
è il nostro incontro qui dove il mondo tace.
Pacata sintonia tra occhi labbra cuore
e un gustare squisito di pietanze e dolce miele.
(Colomba di pace aleggia Poesia).

A Zorica venuta dal mare

Il triplice bacio a suggello
del nostro incontro,
amica venuta dal mare,
ti dono.
In pegno del mio amore
per la terra Serba,
incanto blu del Danubio
e mia nostalgia.
Lì Radomir e Dragan e Goran,
Bata e Ziga, Dragan Vucko, Milovan;
lì Lijljana e Milica e Milanca,
Emilia, Mira e Verica hanno voce
del cuore e un richiamo
d’acque, d’alberi e foglie:
sussurro di poesia.
Zorica,
curatrice del corpo e dell’anima,
sciogli i tuoi sacri versi
nella libertà che ti respira dentro
e fondi il tramonto del nostro cielo
con l’alba di ogni tuo nuovo giorno
che a Oriente ride
e si tinge di speranza
nell’intreccio delle nostre mani.
                           (Corato, 9 marzo 2016)
 
Danubio e Sava
È Danubio e Sava
d'acque e di luci Belgrado
in una lontananza d'abisso
dall'oblò dell'aereo
che di tristezza decolla
in un addio
di speranza forse un arrivederci.
Mi sorprende improvviso bagliore
di luna piena
a ricordarmi il cielo da attraversare.
Solo un colpo di coda
e il suo volto sorpreso
scivola giù.
Che incanto
la sprofondata luna
guardare a capo chino
quasi una preghiera d'ansia stupita.
(che il ritorno ci sia propizio
come questo insolito prodigio
negli occhi)

Stupore a Belgrado

Stupore di rinnovato canto
a distesa di verde e di blu
a danzarmi nell’anima
questa sera del rinviato addio.
È un sorriso da emoticon
la luna bambina
che si culla nel volto scuro
del cielo e lo rischiara.
Appena nata
quasi una nuova creazione
del mondo.
Dovidenja Beograd.



Quante rose s’apriranno stamattina

e quante ne cadranno domani
o sotto le raffiche degli uragani
avvizziranno. Il tempo ci affratella
noi che ci muoviamo sotto lo stesso cielo.
                             (Giuseppe Conte)

                                                                                         Angela De Leo


Nessun commento:

Posta un commento