lunedì 18 novembre 2024

Lunedì 18 novembre 2024: ancora silenzi per problemi di salute, familiari, editoriali...

Ancora una volta scrivo con notevole ritardo e mi dispiace molto perché è come se venissi meno alla necessità di comunicare reciprocamente. La verità è che dopo la terribile batosta del COVID non mi sono ripresa completamente. Sono debilitata e depressa perché so che devo risolvere ancora parecchi problemi di salute, che mi porteranno a breve di nuovo in ospedale per debellare i calcoli renali con il laser, presenti in buona quantità in entrambi i reni, procurandomi ancora notevoli problemi e dolori. Insomma, non sono serena. E questo mio stato d’animo coinvolge, come è facile immaginare, tutta la famiglia, anche i figli che vivono a Roma e sono sempre in ansia per me e per il mio ben-essere psicofisico. Anche per via del dolore sempre vivo e urlante della perdita di Anna Maria, sorella amatissima, che per un’intera vita mi ha protetta, date le mie tante fragilità, con lo scudo della sua forza d’animo, del suo coraggio, del suo amore per la vita.

A tutto questo occorre aggiungere i problemi di conduzione familiare che in questo lungo momento difficile si sono stratificati, moltiplicando gli sforzi di tutti quelli di casa che si prendono cura delle cose pratico-amministrative della famiglia.

Ci sono, infine, i tantissimi problemi di ordine editoriale che pare si vadano moltiplicando all’infinito. Certo, una Casa editrice, ha centomila rivoli di impegni per far fronte alle molteplici opportunità in Italia e all’estero per ricavarsi i suoi spazi di gemellaggi vari, con frequenti viaggi in Italia e in terra straniera per nuove pubblicazioni, nuovi incontri, presentazioni, e così via. L'Editore Peppino Piacente, per esempio, è continuamente in viaggio in Italia e in terra straniera. Nicola Piacente, presente a Francoforte, Peppino Piacente, inoltre, è andato più volte in Serbia, in Romania. Abbiamo ospitato più volte da noi Amici, Professori universitari, Poeti, Studiosi. 

Ci siamo affrettati a concludere il penultimo numero della nostra bella Rivista cartacea bimestrale CORRELAZIONI UNIVERSALI, questa volta dedicata ad ANNA MARIA DE LEO, a cui ha dato voce anche Mariella Medea Sivo, con la sua bellissima, puntuale, attenta, coinvolgente Recensione al Libro di Anna Maria "Gelido è l'inverno".  

E le nostre presenze: Presenti a metà ottobre presso Didactica - Fiera del Levante -  Puglia con “La scuola che ci piace”. Grande affluenza di pubblico, soprattutto Docenti, Insegnanti, Studenti.

Presenti ad una lunga e ottima intervista, fatta a Raffaella Leone in qualità di PR della SECOP e di scrittrice dalla bravissima intervistatrice Damiana Dorotea Sgaramella nella trasmissione “Quello che le Donne Dicono” - “Una maestra ma non troppo”, ultima amorevole fatica letteraria di Raffaella. L’intervista è stata trasmessa in diretta su Tele Dehon, martedì 12 novembre - ore 21,15 - Canale 19. Insomma, vorrei potervene parlare più a lungo, ma sono stanca e ho bisogno di riposare. Spero di essere con voi nei prossimi giorni. E di fare meglio. Un grande abbraccio a tutti. Angela/lina

  

martedì 5 novembre 2024

Martedì 5 novembre 2024: Ancora tanto SILENZIO tra noi, vissuto tra vecchie sofferenze e nuove gioie...

Il silenzio mi piace. Paradossalmente perché, come ben sapete, io amo le parole, amo comunicare con le parole, confrontarmi, conoscere… Eppure, c’è silenzio e silenzio: quello dell’alba e quello della casa che dorme, quello delle cose che nel buio scompaiono e si ridestano. Il buio della notte e incontrare il silenzio delle stelle che, in realtà, producono musica, quasi fosse il sussurro del cielo. Il sogno (forse neppure sognato) di Dio. E che dire del silenzio della pioggia sul mare? Una eterna conchiglia da portare all’orecchio per avvertirne il suono, il suo messaggio…

Come non amare, dunque, il silenzio? Come non sentirlo dilatato e pacificato dopo un temporale, uno scroscio d’acqua, dopo il prolungato pianto di un bambino, dopo la caciara di una sagra paesana, dopo il terrore assordante di tutte le guerre? Come non assaporarlo dopo l’inquinamento acustico dei nostri giorni e scoprire che c’è ancora e che, invocato e atteso, benefico ci salva? Come e perché ci salva? Perché nel silenzio noi incontriamo il mistero, lo penetriamo e scopriamo il suo linguaggio misterioso in una società distratta dal chiasso, vuota di senso e ricca di teorizzazioni, ammalata di individualismo e assoggettata a considerazioni astratte che spesso sono solo elucubrazioni virtuosistiche della mente. Il silenzio, invece, riporta il nostro sguardo sulla “cosalità” perduta, sulla materica composizione del mondo come soglia di ogni altro pensiero, di ogni altra conoscenza. Fisica e metafisica. E parto ancora dal silenzio delle cose, per “vederle” oltre che guardarle e scoprirle e valorizzarle. Per ascoltarle.

Silenzio, pertanto, è una parola che mi piace molto, soprattutto se penso al silenzio che fa parlare il cuore. Come diceva mio nonno, quando sorprendevo lui e mia nonna seduti vicini nella penombra della sera, dopo aver recitato il rosario, dietro i vetri di casa, in silenzio, a salutare il buio che annullava le cose e i rumori e le voci del loro piccolo mondo: la strada di casa, allora ancora un po’ in periferia o la semplice via di un amore che li teneva indissolubilmente uniti. Sereni, nonostante gli innumerevoli dolori e dispiaceri da entrambi vissuti. Con tanta fede in Dio e mai una recriminazione per non sciupare il nostro incanto per la vita. Anche a Primo, il mio tempestoso compagno per circa quarant’anni, piaceva il silenzio del nostro raccontarci con gesti d’amore il giorno, lui che aveva come codice preferito di comunicazione l’urlo, e si meravigliava del mio accoglierlo in silenzio, “senza lo scontro”. Se torna il silenzio: era una aspirazione ed una invocazione. Una necessità di vita per riscoprirci insieme.

Ma SILENZIO è anche una parola che mi sgomenta, quando penso al silenzio che crea un vuoto; che separa con fratture e divisioni; che è culla di odio e di rancore; che cova vendetta; che coltiva un equivoco e lo fa ingigantire nella mente; che nasconde un sentimento mai svelato e, quindi, mai conosciuto e riconosciuto, mai vissuto nella pienezza del gesto, oltre che delle parole. Silenzio atteso e temuto, dunque. Silenzio invocato e nutrito. Infranto e chiacchierato. Silenzio raccontato.

Il silenzio è il nulla prima del Big Bang, esplosione del Creato. Che si racconta con le cose. La materia, innanzitutto. Generata dal nulla per un atto di Energia purissima. Come direbbe un mio amico poeta e chimico. È il vuoto tra due rumori, tra due suoni, tra due parole. È attesa e ricordo. Speranza e rimpianto. Il pudore e il timore. L’invocazione muta dell’anima. La preghiera. È la cattedrale gotica che s’innalza con le sue guglie al cielo in una penombra che invita al raccoglimento per ascoltare meglio “le voci di dentro”: quelle che ci parlano dell’invisibile che è in noi e fuori di noi: l’arcano, il mistero, il sogno. L’indicibile perché tanto più grande delle parole per esprimerlo. L’immenso. Lo stupore. Il linguaggio dell’Universo. L’incontro temuto, tormentato agognato con Dio.

Ma, in questi giorni, c’è stato un silenzio nuovo del nuovo giorno: mia nipote Anna Paola ha conseguito la Laurea Magistrale in Chimica Industriale, ed io, nonostante non stessi ancora bene dopo la batosta del COVID, ho avuto la forza di essere in aula con lei: per incoraggiarla, per incoraggiarmi (penombra di canto muto colmo di sorrisi del cuore). E sono stata con tutti i parenti, gli amici, i giovani e giovanissimi cugini, stretti in un abbraccio che sa di “appartenenza”, fino alle due e mezzo del mattino. Potenza dell’amore. Coltivando amore. Che sa di luce anche quando la notte ci ha sfiorati, nella certezza che il suo 110 e lode avrà a breve meritatissimi frutti, dovuti all’impegno, alla passione, alla determinazione con cui Anna Paola ha affrontato gli esperimenti quotidiani di Chimica in Facoltà. Siamo stati, dunque, tutti con lei fino al sussurro dell’inizio del nuovo giorno che non teme il silenzio dei balconi a imbrigliare il cielo. Pure, quante assenze/presenze nel silenzio del cuore per non turbare la felicità della conquista e per festeggiarla insieme. Anna Maria, per esempio, è stata al mio fianco, silenziosa e commossa, condividendo con tutti noi questa gioia immensa. E con noi c’erano anche nonni e bisnonni ad accompagnare il nuovo percorso di vita di Anna Paola, che “ha acceso il suo sogno per illuminare il suo infinito”.

E nel buio scintillante della notte sono fioriti anche i miei versi che fra qualche giorno saluteranno l’arrivo dei figli che vivono a Roma e che per motivi di lavoro hanno dovuto rinunciare a essere presenti tra noi. A presto, allora, per raccontarvi l’atteso incontro. Ciao. Angela/lina