sabato 26 maggio 2018

Divagazioni (per riflettere)

Il giorno che scoprii l’Altro da me era un giorno normale, banale, direi. Ero bambina. L’Altro era mia madre, mio nonno, mia nonna, mia sorella. Insomma, non ero io. L’Altro, nella mia casa, era gioco, amore, tenerezza, calore, fiaba, ma anche litigi, dispetti, rappacificazioni.
Tra la casa e il fuori l’Altro era ostacolo più che incontro.
Poi l’Altro si trasformò in Amicizia. Fidarsi e confidarsi. Condividere ore, risate, pensieri, sogni. Fino al disincanto. Delusione e amarezza. Diffidenza e proponimenti di essere meno entusiasta degli Altri. Delle cosiddette Amiche. Pugnalate alle spalle e ferite. Difficili da rimarginare. Dolore. Allora ebbi ragione di chiedermi:
Chi è l’Amico? Cosa è l’Amicizia? Cosa chiede e cosa dà?
L’innocenza o l’inganno? L’ascolto o il finto interesse? La comprensione o la disapprovazione? La sincerità o l’ipocrisia. La benevolenza espressa o il malanimo celato? La fiducia o la diffidenza? La vicinanza del cuore o la lontananza della supponenza? Il voler bene come amare sé stessi o sentire l’Altro sempre un po’ rivale, un po’ nemico? Solo l’affettuosa presenza nel dolore e nella sofferenza conferma la bontà dell’amico oppure la capacità di condividere con l’Altro la sua felicità fatta di talenti, fortuna, conquiste, vittorie, successo e voli sempre più alti che potrebbero mettere in ombra chi è accanto al più quotato dei due? Finii col ritenere quest’ultima la formula magica della più autentica amicizia tra due persone. Difficile da realizzare o scoprire. Ci vuole un rapporto di grande coraggio e di inossidabile purissimo amore.
Poi, scoprii anche l’Amore. Quello che ti rode il cervello, ti fa galoppare il cuore, ti lascia immersa nel sogno e ti fa forare il cielo. Quello che ti fa vivere il dubbio e la certezza, annebbia il giorno e illumina le notti. Quello che ti fa perdere e ritrovare. Quello che ti esalta e ti danna. Passione, tenerezza, allegria, pianto. Morte e resurrezione. Dove il punto fermo? Dove la verità? Quanti amori finiscono nelle brume della indifferenza? Quanti amori si risolvono nell’odio e nel rancore? Quanti amori risultano degli imperdonabili abbagli? Quanti nascono nel momento sbagliato e muoiono per errore? Dove la misura dell’intensità, della durata, del perdurare dello stare bene insieme? Del prendersi cura l’uno dell’altra? Dove la verità sui sentimenti e sulle emozioni?
Il giorno che ebbi bisogno della Verità, la cercai dappertutto. Nel cuore dell’Altro. Nel cuore dell’Amico. Nel cuore dell’Amore. Nel mio cuore. Ma era dappertutto e altrove. Sfuggente e indefinibile. Imprendibile. Presente e assente. Vicina e lontana. Inconoscibile.
Mi dannai a cercarla. A spiegarla. Secondo me. Secondo te. Ma allora non è una la Verità? Non esiste La Verità. Sono tante le verità. Quante?
Il giorno che mi illusi di afferrarla finalmente. Ero proprio ad un passo da lei. Usai tutti gli strumenti dell’intelligenza, tutti gli arnesi del cuore. Le strategie delle emozioni. Tutti gli appigli della filosofia e i teoremi della scienza. Volevo dimostrare. Capire e farmi capire. Confrontarmi per convincere e farmi convincere. Senza vincitori né vinti. Ma vincere CON e, quindi, vincere tutti. Ma… ne uscimmo tutti sconfitti. Anche la Verità.
Il giorno che si presentò inaspettato e imprevedibile, eppure sempre lì in agguato, in attesa di dire l’ultima parola e di vanificare tutto: Il Punto di vista. Soggettività inconfutabile.
Scetticismo? Pessimismo? Realismo?
Oppure soltanto una provocazione per affermare che, se l’Altro vince questa prova del fuoco o del nove, questa cartina di tornasole, allora abbiamo davvero scoperto l’alterità nella sua accezione più limpida, pura bella e nobile. L’Altro che è capace di autentica amicizia, di autentico amore, di autentica positiva umanità.
L’Altro è dono di sé gratuito e senza limiti…
E sotto questo immenso cielo, su questa terra “di famiglie d’alberi e di animali” e di vette altissime e di colline e poggi e pianure, di fiumi e di laghi e di mari e oceani, su questa terra cuore pulsante di ogni uomo “di buona volontà”, può accadere. Accade. E abbiamo anche rari, ma fulgidissimi esempi. E non sono solo letteratura…
Ma non sono anch’io l’Altro per ogni Altro da me?  
Angela De Leo

1 commento:

  1. eccelso scritto, Angela, siamo anche l'altro da noi, e l'altro di noi stessi!
    Sono accaduta sotto questo cielo...

    RispondiElimina