sabato 23 gennaio 2021

Sabato 23 gennaio 2021:Il Retino si nutre di commenti, chiarimenti, suggerimenti...

Comincio subito con un messaggio del carissimo Vito Di Chio:
Ieri sera purtroppo, non sono riuscito a sintonizzarmi con il “Retino delle parole”, per cui ho perso il commento di Angela sul tema dell’anima e della speranza in poesia. Leggo ora il tuo commento mercoledì 20 gennaio su la POETOLOGA. Grazie per aver pubblicato la poesia di Primo Leone dedicata ad Anna Paola “Fa conto di essere rugiada”. Introdotta dall’esergo di Omar Khayyam, le immagini trasformano le parole e il tutto si fa di una leggerezza amabile e conquistata nel canto e nell’amore per la creatura che sfiora il mondo e lo contiene già tutto intero… Mi piace molto l’immagine dell’anima come “stanza” (Elina). Mi ricorda la raccomandazione di Sant’Agostino: «Non uscire da te stesso, rientra in te: nell'interiorità dell'uomo risiede la verità. (… in interiore homine habitat veritas".) È l’“uomo interiore” che scopriamo, quando c’è Poesia, “che a verità conduce”: la verità di sé e del mondo. Grazie!
Sono io che ti ringrazio, mio caro Vito, perché hai integrato e arricchito, con la tua straordinaria sensibilità poetica e il tuo stracolmo scrigno culturale, il mio commento alla poesia dedicata da Primo ad Anna Paola “Fa’ conto di essere rugiada”. Sì, la poesia vela e rivela l’“uomo interiore”, la parte più profonda e vera del poeta, nella sua essenza e presenza ma anche nella sua imprendibilità e nella sua assenza: il qui e ora. Ma anche l’altro e l’altrove. Dalla sintesi di tutto questo nasce la Poesia che “conduce a verità”. A una delle tante possibili verità? O alla Verità in assoluto? Ci sarebbe da scrivere mille trattati e forse non ne verremmo a capo. Il confronto ci aiuta molto a prendere in considerazione i vari punti di vista su cui riflettere. Le scelte vengono dopo e spesso appartengono alla sfera più intima e segreta e misteriosa di noi. Esseri sempre perfettibili e mai perfetti.
Vito mi manda un altro messaggio: Leggendo nel tuo blog “la POETOLOGA” i commenti alle “Parole del retino”, noto che hai dato molto spazio, com’era giusto nel primo mese dell’anno, al tema “tempo. “All’ombra del tempo” è d’altronde il terzo capitolo della tua silloge L’ora dell’ombra e della riva” (2015) che si apre in esergo con un famoso testo dalle Confessioni di Sant’Agostino, che trascrivo: “Un fatto è ora limpido e chiaro: né futuro né passato esistono. È inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente, futuro. Forse sarebbe più esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro. Queste tre specie di tempo esistono in qualche modo nell’animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente è la visione, il presente del futuro l’attesa”. La nostra esperienza del tempo si struttura come processo di continuità, come flusso continuo di percezione interiore di ciò che si sedimenta come memoria e si annuncia come attesa. Il “presente del presente” - afferma Agostino - è la “visione”. Più che visione bisognerebbe tradurre il termine latino che Agostino usa - “contuitus” come “attenzione”: è cioè quello sguardo dello spirito penetrante e libero (- intuitus), quella capacità finissima dello spirito umano di scoprire (di ritrovare) UNITÁ nella molteplicità delle verità parziali (con-tuitus) con cui ci confrontiamo nel nostro quotidiano.
Ancora una volta, Vito, proponi un’opera che mi sta molto a cuore e questa volta è una delle mie ultime sillogi di poesie, in cui c’è appunto la sezione introdotta dall’esergo sul tempo sempre presente, dovuto a Sant’Agostino. Mi piace tanto la tua puntualizzazione che ci guida a comprendere meglio e più approfonditamente la “visione”, che ha sollecitato in me dei punti di domanda e dei dubbi, sciolti da te in maniera semplice, cristallina, coerente con il tuo pensiero cristiano, efficace. Mi piacerebbe il parere anche di altri nostri compagni di lettura…
Così come mi piace l’intervento di uno “sconosciuto che ha letto "Il Retino di giovedì 21 gennaio 2021: le vostre, le mie, le nostre parole..." e ha ringraziato la nostra Mariateresa Bari per l’opportunità di intervenire, in maniera puntuale e attenta, che ho apprezzato molto, anche perché ha condividendo alcune mie affermazioni e distinzioni pubblicate giovedì:
Grazie a Maria Teresa per aver portato questo illuminante approfondimento, soprattutto nel suo aspetto di distorsione. La parola e l'umano sono in relazione, nel bene e nel male. La parola ci dona bellezza, ci migliora, eleva l'umano dalla statica e standardizzata anonima individualità all'essere persona. Unica, irripetibile, inviolabile. Un dono per il mondo. Tanti filosofi, da Ricoeur a Levinas hanno approfondito il senso sacro della persona e il suo portato nella realtà umana. La poesia è per le persone, credo. Né per gli armadi, né per i fiumi, né per il cielo né per gli orologi. La poesia è per e delle persone. Buon proseguimento di giornata a tutti!
Grazie di cuore, mio sconosciuto amico. Spero di averti anche nei prossimi incontri nel Retino e sul blog come fattivo lettore e interlocutore… A domani.

1 commento:

  1. In questo mionostro deserto ciascuno vorrebbe scappare dalla propria stanza d'amore.
    Il vero conforto è dentro questo mese, questo giorno, quest'ora in cui l'anima vibra di breve emozione in una danza acrobatica tra note sparse e preghiera.
    Ci vuole speranza e coraggio per camminare e non trascinarsi poichè se il mondo a volte esplode e il suo peso è insostenibile la melodia che arriva da noi può essere lo sguardo oltre ...

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