lunedì 18 gennaio 2021

Lunedì 18 gennaio 2021: ultime annotazioni sulla Parola sollecitate da alcuni importanti apporti

Maria Pia Latorre opportunamente commenta: Grazie, Angela! Straordinario questo atteggiamento dei poeti di fronte alla parola. Essi sanno bene che la parola è contemporaneamente il tramite per il salto al sovraumano e il fine di una precisa e connotata esperienza poetica, il suo hic et nunc. Allo stesso modo essa è significante di realtà ma significato di contemplazione poetica. Questa ambivalenza è la croce e la delizia del poeta. Grazie sempre! Buona domenica!... A sintesi eccelsa del mio precedente commento "... Dalla tua testa dalla tua carne dal tuo cuore/ mi sono giunte le tue parole/ le tue parole cariche di te/ le tue parole, madre/ le tue parole, amore/ le tue parole, amica./ Erano tristi, amare/ erano allegre, piene di speranza/ erano coraggiose, eroiche le tue parole/ erano uomini." (Nazim Hikmet).
Sì, è il naturale “atteggiamento dei poeti di fronte alla parola”, non mi stupisce. E “straordinario” vale, per me, come fuori dall’ordinario perché, appunto, “essi sanno bene che la parola è contemporaneamente il tramite per il salto al sovrumano”, cioè ci rende simili agli dèi, come ho azzardato iperbolicamente, ma non troppo, io. E non si tratta di un ego smisurato e arrogante, ma della personale consapevolezza della sacralità della parola alata. Essa è però anche “il fine” dell’attimo della illuminazione poetica, “il suo hic et nunc”. Vero. La consapevolezza del poeta riguarda proprio l’attimo in cui la realtà si tramuta magicamente in poesia attraverso la sua creatività. La parola è, dunque, “significante della realtà ma significato di contemplazione poetica”. E non c’è espressione più poetica e profonda di questa di Maria Pia per comprendere la duplice veste della parola poetica: significante e significato. Ciò che è abito esteriore e ciò che riguarda il contenuto profondo della sua vera significazione. Ed è proprio “questa ambivalenza la croce e la delizia del poeta”. Sentirsi sempre in un qui e ora e in un altrove di sé che è più reale della realtà vissuta quotidianamente. E, a conforto delle sue bellissime intuizioni, la nostra amica ci propone la splendida poesia di Nazim Hikmet che parla delle parole poetiche scaturite dalla “testa-corpo-cuore” del poeta, cioè da ciò che è il poeta stesso, colmo di “madre” “amore” “amica” nel momento in cui il suo animo è intriso di parole tristi o allegre, piene di dolore o di speranza, di eroico coraggio perché tutto questo definisce gli “uomini”. E non abbiamo più parole di fronte a tanta bellezza e verità. grazie Maria Pia.
Mariateresa Bari, invece, mi scrive: Angela ancora tanta commozione...! Il mio cuore non regge! Grazie, grazie, grazie! Solo perché ieri ho commentato a modo mio la sua “catturante” poesia. Sono io che devo ringraziarvi perché mi date modo di condividere con tutti quelli che ci seguono e ci leggono alcune perle poetiche che ci offrono quel “ben-essere” psico-fisico di cui, in questo particolare momento, abbiamo tutti bisogno.
E domani avremo una parola davvero magica nel nostro Retino, suggeritami da Elina Miticocchio con una sua poesia molto delicata e intensa: ANIMA. A domani. Buon lunedì. Angela

3 commenti:

  1. Carissima Angela, ho trovato molto interessante l'intervento di Maria Pia Latorre sulla parola nel suo essere significato e significante. In una delle mie notti insonni, sono inciampata in un articolo molto bello e ricco di spunti di riflessione. Nella speranza che possa essere utile a tutti, te ne posto una parte! A presto 😍

    "Perché, in fondo, le parole sanno come diventare , cioè relazione tra un significante fatto di contenuti e il suo significato, ovvero immagini mentali che dialetticamente si specchiano una nell’altro.

    Alla base del significato delle parole resta comunque la lingua e la sua capacità espressiva collettiva. La significazione approccia la sfera del privato e ne rappresenta concretamente la singolarità degli usi possibili, determinando ricchezza di senso che ciascuno attribuisce con maggiore o minore discrezionalità.

    Trovarsi dalla parte di chi è bisognoso implica una difficoltà intrinseca: non è facile lasciarsi aiutare, come non lo è imparare l’umiltà.
    Nel Pantheon dei significati estesi, accogliere l’interesse per le parole vuol dire essere disposti a riconoscere sempre nuovi significati non solo etimologici, ma soprattutto valoriali.

    Dopo tutto significante e significato sono classi, cioè unità formali e astratte delle comunità sociali, mentre le significazioni sono unità sostanziali, atti linguistici concreti, unici, forse irripetibili, che proprio per questo risultano esecuzioni della comunicazione.

    Le parole sono dominio della sostanza, sono un generoso atto non solo linguistico, ma pratico, nel quale significanti e significati si compenetrano come classi di significazioni.
    Le Parole costituiscono una sorta di dominio, non solo della lingua ma della forma, dei sistemi che gli individui definiscono indispensabili per regolare il senso delle cose.

    Questo non lo ignorano i Critici letterari. Lo dimenticano invece i pontificatori social che di mestiere decidono dell’uso e dell’abuso di parole, rese costipate, manipolate anche nei loro contenuti più profondi. Si decide del destino e dei significati delle parole, che si ripercuotono sempre sulle vite degli altri.

    Costoro si auto assolvono per ogni peccato commesso, per ogni attribuzione di “poteri” che sanno essi stessi di non possedere veramente; da illiberali, prendono in prestito tutti gli strumenti in loro possesso – ivi compresi quelli afferenti lo stato etico – per strumentalizzare sia parole che linguaggi.

    Strani Personaggi mediatici popolano TV, carta stampata, testate on line e social.
    Tutti convinti possessori di una qualche delirante parola di verità inanellata una sull’altra. Costoro troneggiano con pretestuose forme giganteggianti, e creano linguaggi inutili e torbidi, fatti di uno spropositato uso di parole che rifugge i contenuti e i contraddittori, i confronti.

    Parlatori della categoria urlatori dissodano praterie di parole attraverso cui praticano per lo più l’arte denigratoria, facendo finta di non farlo, sollecitando prevalentemente istinti ed emozioni infelici e negative. Evidenziano ovvietà e luoghi comuni come se fossero fatti nuovi ed eccezionali, con analisi e previsioni improponibili.

    La significazione “non è nelle parole” ma “nell’interiorità delle persone”.
    Una parola significa poco in sé, ma agisce al fine di far emergere la significazione, ovvero dare significato al simbolo.
    La comunicazione dopo tutto avviene esattamente quando vi è accordo di significato, o quando si creano rapporti di significazione che consentono di uscire dalla soggettività per giungere alla rappresentazione simbolica della realtà."

    Angela Maria Spina

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  2. Questa, invece, è la mia consueta poesia! Un abbraccio.

    Dove profumano le parole

    Profumano le parole
    nel buio di un punto fermo
    che ghiaccia lo sguardo
    e appanna gli abbracci,
    finestre serrate dal gelo.

    Profumano le parole
    nel rosseggiare del lago,
    soffio di luce,
    che sopravvive alla luna
    e le regala farfalle incandescenti.

    Profumano le parole
    in un sogno scavato a mani nude
    nella sabbia dei perché
    che sporca l'alba
    di granelli di eternità.
    M. Bari

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  3. L'anima ha le ali, il corpo
    di fiore nel quale inciampo
    perdendo l'equilibrio
    Fiuta le trasparenti attese, le lettere mai spedite
    la mutevole bellezza e l'accoglienza della voce.
    Vede, ci vede senza dirci subito
    per dirci ciò che non sappiamo.

    Elina Miticocchio, 16/1/2021

    16 gennaio 2019

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