Al tepore di una
serata dolce di fine estate, nel cortile ombroso d’alberi, di piante e foglie
di un pergolato che cantava l’inno di grappoli d’uva e di promesse di vino, in
tanti abbiamo fatto corona ad Anna Maria e Gianni per ascoltare le voci che
accarezzavano di ricordi la nostra commozione.
Prima, però, c’è
stata in grande semplicità l’inaugurazione della Retrospettiva di alcune delle
bellissime opere pittoriche che Nicola Parisi ci ha lasciato a imperitura
testimonianza della sua Arte e della sua singolare e poliedrica creatività.
Poi, testimoni le
stelle e una falce di luna che, in silenzioso ascolto, dondolava il dolore (licenza poetica voluta!) per
farlo addormentare, come nelle antiche sere la nonna faceva con noi bimbi, nella
culla di legno, per spegnere il nostro pianto, Raffaella ha dato il benvenuto
con un fremito di commozione nella voce, facendo un giro largo sul significato
della parola FOS, che riempie di LUCE le parole pubblicate in libri, come “Gelido
è l’inverno”, scritti per un desiderio dell’anima, nell’intimità di un dolore o
di una storia tutta familiare, ma che, poi, prendono consistenza e volo con la
forza dell’intensa verità che contengono.
“Gelido è l’inverno”,
infatti, è la sintesi di migliaia di lettere che quotidianamente Anna Maria scrisse
più di quarant’anni fa, di qui il sottotitolo, “Diario epistolare”, per
salvarsi da un dolore strangolante per la morte del suo giovanissimo sposo,
dopo appena due anni di matrimonio, in un incidente stradale.
Raffaella ne ha
parlato con delicatezza, con tenerezza e discrezione, riportando alla memoria l’indelebile
ricordo di una realtà straziante, che improvvisamente le si presentò agli occhi,
in tutta la sua cruda verità, lei bimba di appena sei anni, rispecchiandola
negli occhi di lacrime di suo padre, che pure non aveva mai visto piangere. Opponendo
così il suo stupore doloroso di bambina all’immenso tormento del cuore
disperato di sua zia, allora giovanissima donna innamorata e madre di una
piccolina di nove mesi, che già sussurrava “papà”, e di un bimbo ancora da
sentire palpitare sotto il cuore. Attente parole, quelle di Raffaella, per
evitare l’esplosione di quel feroce dolore in pianto irrefrenabile e
inconsolabile. Poi, ecco Mario Sicolo, il meraviglioso relatore con l’arduo
compito di penetrare in quelle pagine “sacre” come un tabernacolo, e lo ha
fatto in punta di piedi e di penna, con infinita tenerezza e “sapientia cordis”,
cominciando col ricordare il momento in cui Gianni, nuovo e attento compagno di
Anna Maria da oltre venticinque anni, era andato a portargli il libro per dargli
la possibilità di leggerlo e poterlo poi presentare.
Ebbene, Mario ha
evidenziato l’atteggiamento di “cura e di amore”, avuto da Gianni, verso quelle
pagine, quasi “gli consegnasse un figlio”, ben sapendo che lì, in quello
scrigno prezioso, non si parlasse del sentimento tenace e solidale, suo e di
Anna Maria, vissuto nella intensità di comuni esperienze dolorose del passato,
ma di quello di un giovane uomo, appassionatamente ricambiato. Protagonista di quelle lettere “in sola andata”
Nicola Parisi, prematuramente scomparso ai giorni da vivere, per la sua giovane
compagna Anna Maria, solo per “necessità di continuare”, ma sempre presente nel
suo cuore e nella sua mente tanto da farle vergare, col sangue e con rabbia,
impotenza e disperazione, quelle pagine ribollenti di vita e di morte.
Mario ha proseguito,
in un appassionante crescendo di accorte parole, per non riaprire ferite e,
nello stesso tempo, per raccontare il suo discreto attraversamento in quelle
pagine e in quel dolore. Commozione generale, lacrime, stemperate di dolce
incanto che sempre le parole di Mario sanno magicamente creare. Poi, le letture
di alcune lettere: la prima delle tante pubblicate (ma tantissime sono rimaste nella
intimità inviolabile dei quaderni di Anna Maria), una di Nicola alla ragazza
che amava e del cui amore non era ancora certo, un racconto della sua breve
vita, già tanto provata dalla perdita prematura della madre, e qualche altro
testo molto significativo. Le voci sono state quelle di Mariella Sivo, Federico
Lotito, Luciana De Palma. Bravissimi tutti e tre i lettori che hanno restituito
Nicola in mezzo a noi. Sì, Nicola c’era! Ed era commosso pure lui per la nostra
commozione. L’atmosfera si è fatta sempre più raccolta e dolente...
Ha provveduto Anna
Maria a stemperarla con il racconto, oggi amaramente divertente ma allora
drammatico, dei discorsi di “consolazione” di due vecchie signore che
parteciparono alla prima serata di lutto di Anna Maria, nella confusione totale
di quel lunghissimo giorno disperato per tutti.
Rinfrancati da
qualche risata, hanno preso la parola il carissimo amico Nico Mori, che ha evidenziato,
con molto calore ed efficacia, la forza e il coraggio di Anna Maria che ritrovò
una ragione di vita, oltre che nelle sue adorate figlie, in una chitarra e
nella sua voce graffiante che riempiva l’aria di poesie sue e di noi poeti,
traducendole in bellissime canzoni. Poi è intervenuta la dolce
amica Rosalba Fantastico di Kastron che ha sussurrato la sua ammirazione per
Anna Maria, ma anche per la nobiltà d’animo di Gianni con la sua eccezionale
dimostrazione d’amore nei riguardi della sua compagna. La serata di magico
rammemoramento si è conclusa con un ricco buffet salato, che ci ha riconciliato
con i semplici piaceri della vita, in una ritrovata e simpatica convivialità. E
finalmente, per tutti, la spensieratezza di rinnovati sorrisi...
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