domenica 16 settembre 2018

In una serata dolce di fine estate



Al tepore di una serata dolce di fine estate, nel cortile ombroso d’alberi, di piante e foglie di un pergolato che cantava l’inno di grappoli d’uva e di promesse di vino, in tanti abbiamo fatto corona ad Anna Maria e Gianni per ascoltare le voci che accarezzavano di ricordi la nostra commozione.
Prima, però, c’è stata in grande semplicità l’inaugurazione della Retrospettiva di alcune delle bellissime opere pittoriche che Nicola Parisi ci ha lasciato a imperitura testimonianza della sua Arte e della sua singolare e poliedrica creatività.
Poi, testimoni le stelle e una falce di luna che, in silenzioso ascolto, dondolava il dolore (licenza poetica voluta!) per farlo addormentare, come nelle antiche sere la nonna faceva con noi bimbi, nella culla di legno, per spegnere il nostro pianto, Raffaella ha dato il benvenuto con un fremito di commozione nella voce, facendo un giro largo sul significato della parola FOS, che riempie di LUCE le parole pubblicate in libri, come “Gelido è l’inverno”, scritti per un desiderio dell’anima, nell’intimità di un dolore o di una storia tutta familiare, ma che, poi, prendono consistenza e volo con la forza dell’intensa verità che contengono.
“Gelido è l’inverno”, infatti, è la sintesi di migliaia di lettere che quotidianamente Anna Maria scrisse più di quarant’anni fa, di qui il sottotitolo, “Diario epistolare”, per salvarsi da un dolore strangolante per la morte del suo giovanissimo sposo, dopo appena due anni di matrimonio, in un incidente stradale.
Raffaella ne ha parlato con delicatezza, con tenerezza e discrezione, riportando alla memoria l’indelebile ricordo di una realtà straziante, che improvvisamente le si presentò agli occhi, in tutta la sua cruda verità, lei bimba di appena sei anni, rispecchiandola negli occhi di lacrime di suo padre, che pure non aveva mai visto piangere. Opponendo così il suo stupore doloroso di bambina all’immenso tormento del cuore disperato di sua zia, allora giovanissima donna innamorata e madre di una piccolina di nove mesi, che già sussurrava “papà”, e di un bimbo ancora da sentire palpitare sotto il cuore. Attente parole, quelle di Raffaella, per evitare l’esplosione di quel feroce dolore in pianto irrefrenabile e inconsolabile. Poi, ecco Mario Sicolo, il meraviglioso relatore con l’arduo compito di penetrare in quelle pagine “sacre” come un tabernacolo, e lo ha fatto in punta di piedi e di penna, con infinita tenerezza e “sapientia cordis”, cominciando col ricordare il momento in cui Gianni, nuovo e attento compagno di Anna Maria da oltre venticinque anni, era andato a portargli il libro per dargli la possibilità di leggerlo e poterlo poi presentare.
Ebbene, Mario ha evidenziato l’atteggiamento di “cura e di amore”, avuto da Gianni, verso quelle pagine, quasi “gli consegnasse un figlio”, ben sapendo che lì, in quello scrigno prezioso, non si parlasse del sentimento tenace e solidale, suo e di Anna Maria, vissuto nella intensità di comuni esperienze dolorose del passato, ma di quello di un giovane uomo, appassionatamente ricambiato.  Protagonista di quelle lettere “in sola andata” Nicola Parisi, prematuramente scomparso ai giorni da vivere, per la sua giovane compagna Anna Maria, solo per “necessità di continuare”, ma sempre presente nel suo cuore e nella sua mente tanto da farle vergare, col sangue e con rabbia, impotenza e disperazione, quelle pagine ribollenti di vita e di morte.
Mario ha proseguito, in un appassionante crescendo di accorte parole, per non riaprire ferite e, nello stesso tempo, per raccontare il suo discreto attraversamento in quelle pagine e in quel dolore. Commozione generale, lacrime, stemperate di dolce incanto che sempre le parole di Mario sanno magicamente creare. Poi, le letture di alcune lettere: la prima delle tante pubblicate (ma tantissime sono rimaste nella intimità inviolabile dei quaderni di Anna Maria), una di Nicola alla ragazza che amava e del cui amore non era ancora certo, un racconto della sua breve vita, già tanto provata dalla perdita prematura della madre, e qualche altro testo molto significativo. Le voci sono state quelle di Mariella Sivo, Federico Lotito, Luciana De Palma. Bravissimi tutti e tre i lettori che hanno restituito Nicola in mezzo a noi. Sì, Nicola c’era! Ed era commosso pure lui per la nostra commozione. L’atmosfera si è fatta sempre più raccolta e dolente...
Ha provveduto Anna Maria a stemperarla con il racconto, oggi amaramente divertente ma allora drammatico, dei discorsi di “consolazione” di due vecchie signore che parteciparono alla prima serata di lutto di Anna Maria, nella confusione totale di quel lunghissimo giorno disperato per tutti.
Rinfrancati da qualche risata, hanno preso la parola il carissimo amico Nico Mori, che ha evidenziato, con molto calore ed efficacia, la forza e il coraggio di Anna Maria che ritrovò una ragione di vita, oltre che nelle sue adorate figlie, in una chitarra e nella sua voce graffiante che riempiva l’aria di poesie sue e di noi poeti, traducendole in   bellissime canzoni. Poi è intervenuta la dolce amica Rosalba Fantastico di Kastron che ha sussurrato la sua ammirazione per Anna Maria, ma anche per la nobiltà d’animo di Gianni con la sua eccezionale dimostrazione d’amore nei riguardi della sua compagna. La serata di magico rammemoramento si è conclusa con un ricco buffet salato, che ci ha riconciliato con i semplici piaceri della vita, in una ritrovata e simpatica convivialità. E finalmente, per tutti, la spensieratezza di rinnovati sorrisi...



Nessun commento:

Posta un commento