Domenica 23 settembre 2018.
Questa notte l’equinozio
d’autunno ha salutato la mia insonnia in un lago di luna, affacciata al mio
lucernario a farmi compagnia. Il giorno uguale alla notte. In perfetto
equilibrio. Mi dona la speranza di giorni sereni da vivere distribuendo in
ugual misura sorrisi e lacrime. È la vita, in fondo, ad insegnarci, giorno dopo
giorno, a districarci tra luce e buio. Tra realtà e sogno. Tra il bene e il
mare di ogni giorno. Ma di tutto questo conquistiamo consapevolezza solo nell’autunno
della nostra vita che cede il passo all’inverno con giorni sempre più corti e
ombre sempre più lunghe. Paradossalmente, solo quando la vita ci sfugge e i
giorni bisogna afferrarli come dono quotidiano, solo allora abbiamo la chiara
percezione di tutte le lacrime versate invano, di tutte le follie che il vento
disseminava tra capelli e cuore, di tutte le disperazioni che avremmo potuto
evitare se ci fossimo riscaldati ad ogni piccolo raggio di sole, ad ogni sguardo innamorato intravisto tra la folla, anonima e indifferente, ad ogni mano
tenera a stringere la nostra…
Qualche volta sicuramente è accaduto. Molto più
spesso di quanto ne abbiamo memoria. Ma forse, proprio per questo, non è mai
troppo tardi.
L’autunno ci regala un nuovo insperato equilibrio tra il rosa
dell’alba attesa e il rosso del tramonto paventato. Mentre nel cuore ancora
canta una fogliolina di verde smeraldo a riportarci tra le dita i prati che
ancora fioriranno…
Io voglio afferrarla, ancora una volta, quella fogliolina, tenace e testarda, riportando alla memoria
stralci di antiche poesie, che furono per me i prati su cui volare per
dimenticare ogni dolore…
Canto la luna
… Luna di malinconia
nel mio cielo di settembre,
disperato e assorto
sull’autunno che spegne
il verde alle foglie
e l’azzurro contro i vetri
della mia casa…
(da Ancora un fiore,
la mia prima
raccolta di poesie
pubblicata, 1982)
Allora
con mani colme d’uve
grappoli di bambini
giocavano sui marciapiedi
con l’oro del tramonto.
Sulla soglia di casa
che odorava di vino
il vecchio perdeva gli occhi
sui ricami di foglie
nell'ultimo volo
cancellato dall'ombra della sera…
Domani andrò
via
L’ora autunnale è un ricamo
di foglie e di parole
annodate ad ali di vento
trafitte tra rami d’acciaio
a disperdersi lontano
sul mare di ulivi
di rare geometrie ancora intatte
nella violenza delle cattedrali
di fumo e di cemento
a rendere straniera la mia terra…
Dammi
una collana di foglie
per inventarmi
l’autunno
che la città ha cancellato.
Ali di foglie
Ali di foglie
ha ancora l’autunno
sulla imbrigliata tua allegria.
Guardo, sgomenta, i tuoi occhi senza volo…
(da Sul naufragio del sole,1986)
Quest’autunno
di sole
è una foglia gialla
rondine
aliena
(disperato ultimo volo)
E nidi vuoti che sanno l’attesa
addio
come ritorno
Occhi evitano occhi
e mani le mani
Triste la danza del sole
tra le foglie
figli che vanno lontano
(occhi evitano occhi)
L’anima è una foglia che canta
Non vuole sapere di figli
come foglie che vanno
L’anima è una foglia verde
testarda sul ramo dell’albero
spoglio
a
difendere il nido
(il sole è solo un inganno)
D’autunno le
foglie
Foglia a foglia
l’autunno strappa al calendario
un anno del nostro tempo
Ogni giorno tu ritorni
Dilaghi nel cuore
Invadi il silenzio…
… ancora
un autunno
ancora un autunno
a portarmi rami di silenzio
Clessidra senza tempo
sul mio comodino
(franano
granelli di giorni
immobili
sul fondo)…
I passati
autunni
I passati autunni
avevano giorni d’uva
tra filari di viti nei campi
di
sole
Riempivamo panieri
di risate
da portare a casa tra il canto
della vigna…
(da Le prigioni del cuore, 1993)
Ma domani, forse,
riporterò l’autunno a nido tra i palmi delle mie mani e le migliaia di pagine
che lo conservano ancora, perché sia ancora dono di altri giorni di sole…
Angela, Angela, angelo mio
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