martedì 25 settembre 2018

Ancora l'autunno in versi


Mani di vino e di preghiera
È un ricordo dorato
l’autunno in un cortile di voci
di rose di gelsi di grappoli d’uva
I tini danzavano tra piedi nudi
             e occhi colmi di sole
                      (zuccherine le bocche
                       dei bimbi rosse di mosto
                       antico come una favola…
                       Caldo il pane sfornato
                       alle quattro del mattino)
Tra ceste e canzoni e una festa di rose
fresche le nostre parole
danzanti tra i muri, sospese sui rami
per conservarne il ricordo
… echi d’infanzia…
(…)
E tra le voci d’autunno
una voce d’estate:
voce di mia madre
tra voci d’infanzia
Le conto ad una ad una…
… pareggiano il conto delle stelle (…)

Il sogno tradito
Questo e altre cose
mi racconta un cielo ferito
che gronda d’impossibili perdoni…
Questo e altre cose
               ancora
nel torpore di un autunno
            di pioggia
che plana senza più rancori
      (senza più lacrime)
sul grigio dei giorni disfatti
al ricordo di danze solari
e caviglie nude di accesa passione (…)

albe d’autunno
occhi raccontano
albe d’autunno
deserte di voli
su mari di corallo
con nidi infreddoliti
tra rami disperati
dove non giunge più
la tua risata
dove non si ferma più il mio sorriso
Ho perso strade di viaggi lontani
quando il coraggio era zingaro e corsaro
Ha perso la danza
il mio passo sicuro
Straripa un senso di vuoto alle persiane (…)

avrei voluto
ancora un bicchiere rosso di vino
tra labbra di rossa passione
e un amore di puro diamante
Nel letto del nostro amarci
rannicchiata la complicità
esplodeva di baci e d’abbandoni
                    (avevo piedi freddi
                          da riscaldare
                    e un cuore caldo al gelo
                    dei tuoi lontani pensieri)
                  … non starmi lontano
                               parlami
                       non parlare
                                        baciami
                       Non farmi morire d’indifferenza…
… indifferente il tempo
glissò sugli anni
ci lasciò fra dita di cenere
bicchieri vuoti
sotto vesti di quieto autunno
Un cuore assetato di cieli rubini
(il faut sourire à l’indifference)
(stralci di poesie sull’autunno,
da il gelso e le rose, 2004)

In questo autunno dolce
È un inganno senza pari
questo azzardo di noi
che frantuma il cielo
e ci strazia di assenze.
Ci inventiamo un’idea
estranea allo scontato
ripetersi del tempo
una quasi conoscenza  
senza profondità d’abissi.
Palombara d’ogni anima
non mi stanco mai di sondare
il sordo battito del cuore
i labirinti di ogni sentimento
il perché dei contrasti temuti
le difficoltà degl’incontri sperati
il come e quando perdersi
e ritrovarsi
per poi perdersi ancora
all’unisono con lo schiaffo
del vento alla pietraia
che arde di sole e scompiglia
tra allodole di foglie i rami.
Allodola
d’immensi specchi ustori
anch’io m’incanto
ancora all’ultimo sorriso
di questo autunno dolce
 che colma di rossofuoco
il giardino dei miei pensieri.
Strategia vincente
che tarda a farsi strada
tra i rottamati ricordi
che rifugio offrono alla mente
              (si dissolve agli occhi
               con trame di tenerezza
    una fotografia di memorie
    nei chiaroscuri della nostalgia)

M’assedia di ricordi
M’assedia di ricordi quest’ora
notturna
da rivivere già vissuta
alla danza dei calendari
Giorno d’autunno
e rami colmi dell’ultimo sole
in coriandoli di foglie ballerine
Stancano di malinconia
occhi insonni
che temono il tempo
più che la memoria
gonfia del passato
quando era festa di giovinezza
il mio passo leggero
Non un appiglio per tornare
a quella nostra primavera
di ciliegi e biancospino
quando ardeva di baci il cielo
oltre la soglia del silenzio
che anticipava l’abbraccio del cuore
E tu cingevi di spine i miei lunghi
capelli sciolti per le carezze
delle tue mani
E ridevi un ti amo di passaggio
tra ciglia di saluto corsaro
Oggi sono qui in un tramonto d’anni
che cede ai cupi rami della sera
E risuona il tuo nome
in abissi di foglie senza ritorno …
… annidata nella tua anima
rido e poi piango e rido
di te di me contro di noi
E ti so al buio cedermi i polsi
che di giorno leghi al frastuono
di cercata indifferenza
per negarti alla tenerezza
che non t’appartiene
(non più il tempo dell’amore?)
E ignori che sono là
piccola invisibile antica
tuo quotidiano stupore …
(ti dissi ti amo tra labbra mute
              innamorate
e tu eri già oltre la soglia del tuo cuore)
Anticipasti un addio senza parole
e mi gettasti in rovi di biancospino
(piansi una tristezza che non sai
quando di perderti un presagio mi vinse
            e ti chiamo ancora)
      Morirono ciliegi e biancospini
Sono ancora vive le ombre della sera
in un tramonto che non vuol morire

Autunno a Smederevo
Poesia canta a Smederevo
un autunno di foglie e di voci
all'incontro di stranieri versi
e strade affollate di sorrisi.
Siamo storie e bandiere
realtà e sogno al mormorio
blu di un Danubio sonnolento
che chiama la luna e la culla
al suono di danze serbe
e gioia di chitarre e chiome di vento.
Nella piazza delle botti e del vino
brindiamo alla sera naufraga di stelle
e ci sorprende il caldo abbraccio
dei calici levati con mani di tenerezza
di un popolo fiero che sfida la storia
col suo mai spento canto.  
(da L’ora dell’ombra e della riva, 2015)
          






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