sabato 1 settembre 2018

1° settembre. Un anno da "poetologa"


Mi accorgo solo ora che è già passato un anno (come è già passato un anno? E nessuno mi ha detto niente?) da quando una mattina di fine agosto Anna Paola mi diede il buongiorno dicendomi che avrei dovuto “farmi un blog” per parlare di poesia. La guardai allarmata perché non sapevo cosa fosse un blog e, quando lei me lo ebbe spiegato con un sorriso di compiaciuto compatimento, le chiesi lumi sul “fare un blog”. Insolitamente paziente, e dall’alto delle sue competenze in materia, lei mi disse che da sola non ce l’avrei mai fatta, data la mia scarsa propensione ad imparare ad usare internet, oltre a pigiare i tasti per scrivere. Mi mortificai, confermando che io sapevo, forse, solo scrivere. E lei mi rincuorò dicendomi che non avrei dovuto imparare altro. Io avrei scritto tutto quello che mi fosse passato per la testa in forma poetica e lei lo avrebbe postato. Stringemmo così un patto di alleanza, con un regolare contratto di lavoro di 1 centesimo a post, che è durato fino ad alcuni giorni fa, quando, impossibilitata a potermi seguire, lei si premurò di scrivermi sul cell. un promemoria, step by step, perché provvedessi da sola. Ma l’espressione scettica della sua faccia fu più eloquente di mille parole. Era sicura che avrei atteso il suo ritorno. Quella espressione sul suo viso, però, solo in apparenza dispiaciuta e innocente, mi spinse ad impiegare buona parte della mia insonnia a postare sul blog quanto avessi precedentemente scritto. “Meglio andare sul sicuro e scrivere qualche poesia’, mi dissi. E così feci l’alba, provando e riprovando, e persino l’Accademia del Cimento, quando si accorse che avevo trovato da sola il bandolo della matassa, seguendo attentamente il promemoria della mia adorata nipotina, mi applaudì. Suoni di campane a festa mi assordarono e rallegrarono. Ce l’avevo fattaaaaa!!!!  
Niente più centesimo ad Anna Paola per ogni sua prestazione. Niente attese di interventi esterni. Niente recriminazioni per i ritardi. La “poetologa” era salva! 
                                Mi sentii felice come non lo ero mai stata in vita mia. 
E scrissi e postai sul blog l’attesa di ferragosto, “14 agosto 2018: vigilia ferragostana”, che mi gratificò con un imprevedibile numero di lettori (172 per la precisione!). 
                                           Cosa avrei potuto desiderare di più dalla vita? 
In quasi un anno, dal 1° settembre 2017 al 4 agosto 2018, la mia segretaria aveva sistemato sul mio blog ben 107 post, raggiungendo la cifra da capogiro di circa 14000 lettori, sparsi in tutto il mondo. Mi chiesi esterrefatta come facessero a leggermi in italiano, ma poi sempre i miei carissimi nipoti fugarono ogni mio dubbio. Con la traduzione simultanea. “Poi, ci sono anche gli italiani all’estero”, mi suggerirono: realtà da me del tutto ignorata!!! 
Di cosa mi meravigliavo, dunque? 
Potenza di internet, di facebook e del mio blog!!!
Potenza della mia scrittura? Boh, forse. Magari! Ma i miei due angioletti ci tennero subito a spegnere il mio entusiasmo arrivato alle stelle e oltre, dicendomi che c’erano dei blog che, nell’arco di qualche mesetto, avevano raggiunto milioni di lettori, arricchendosi anche con la pubblicità, non postando di Letteratura, Poesia, Arte in genere, ma più modestamente scrivendo di cucina formicolare, di lavori domestici inconsueti e inefficaci, di piccoli ma efficaci accorgimenti per tenere lontane le vespe dai fiori, le zanzare da altri insetti nocivi… Di confezioni di marmellate sotto sale, e via dicendo. Onestamente, se non fosse stato per il mio viscerale amore per la scrittura, avrei lasciato perdere e avrei tentato di "prendermene sonno" o di fare più lunghe passeggiate sul mio terrazzo, visto che riuscivo e riesco a percorrere diecimila perimetri in meno di un quarto d’ora, sorretta da due efficacissime stampelle, che agito come ali nell'azzurro infinito che mi avvolge. In verità, non cammino, volo. 
Ma poi, sgomenta, mi sono detta: 'come faccio a scrivere di meno?' E già sentivo una tristezza e un avvilimento spropositati di fronte al proposito stesso. E, dunque, per evitare ogni temuta forma di depressione, isolamento, solitudine, mi sono rimessa a scrivere come una forsennata. Ho armadi pieni zeppi non di abbigliamento o di asciugamani e lenzuola, ma di faldoni di scrittura che rimarrà inascoltata. ‘Per fortuna’, mi dico, ‘sul computer tutto occupa uno spazio infinitesimale rispetto ai quadernoni di un tempo. E questo mi conforta. Non correrò più il rischio (dati i tempi che corrono!) che il pavimento ceda per precipitare sulla tavernetta. E, allora, addio lucernari, fonte inesauribile di ispirazione e di... scrittura. si salvi chi può!!! 
E, così, in meno di quindici giorni ho postato altri sei miei scritti, sono arrivata a oltre 15000 lettori, bleffando anche con uno degli ultimi articoli, rabberciato dalla stessa fonte: Fiero del Libro 2017. Ma non prevedevo che Peppino, mio genero e editore, recuperasse proprio quel post per parlare di Fiero del Libro 2018, facendomi fare una figura barbina... A mia parziale discolpa devo dire che avevo sistemato le stesse parole e citazioni in un contesto tematico diverso, non per mancanza di ispirazione ma perché fermamente convinta che quelle mie riflessioni fossero valide in entrambi i casi. Per aver inflitto, mio malgrado, a quanti mi leggono questa ripetizione, chiedo umilmente scusa, giurando che non accadrà mai più perché mi sto attrezzando, come Pessoa, a continuare a… scrivere scrivere scrivere… non sapendo davvero fare altro. Non potendo davvero fare altro! Una minaccia più che una promessa? Penso proprio di sì. E, allora, vi dico grazie dal profondo del cuore per questo anno trascorso insieme. Per me molto gratificante per i vostri generosi commenti. Arricchente per il confronto culturale e umano. 
E chiedo venia per quelli che ancora verranno… Sono ottimista!  







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