martedì 4 settembre 2018

la creatività ci rende "multipli" e "immortali"?


Stamattina, la mia sorprendente Anna Paola, mi ha folgorata con una delle sue affettuose, e illuminanti, considerazioni. 
Dopo una notte insonne, trascorsa a rigirarmi nel letto, soffocando lamenti per non svegliarla, mi sento salutare così:
-          Buongiorno, nonna, ti ho sentita stanotte. Eri alle prese con i tuoi soliti dolori, vero?
-          Già, piccola mia, non mi danno tregua. Non so proprio come devo fare ad andare avanti. E questa insonnia, affiancata da tanta sofferenza, mi debilita molto. Vorrei avere una bacchetta magica per eliminare tutti i miei acciacchi e malanni e per far sparire anche l’insonnia. Mi piacerebbe abbandonarmi ad un sonno ristoratore e sognare in tecnicolor.
-          Ahahah, ma tu la bacchetta magica ce l’hai. Non sei la poetologa?
-          E con questo? Mica esserlo mi mette al riparo da ossa rotte, nervi infiammati, artrosi, osteoporosi, e…  insonnia!
-          Certo che no, ma, vedi, tu ti sdoppi. Ci sono due persone, o forse molte di più, in te. C’è la nonna anziana, che si lamenta sempre, si muove con difficoltà, fa fatica a salire e scendere le scale, non dorme e mi sveglia in continuazione, una nonna rompina che chiede sempre di essere aiutata in qualcosa. 
    E poi c’è la poetologa, che non ha età, che vive tra le nuvole e sogna in tecnicolor, che ha la sua bacchetta magica per ogni cosa: guarda le stelle e se ne riempie le tasche, con gli occhi che le sorridono estasiati perché vedono cose che a noi sfuggono, mentre le mani scrivono (ormai al computer)… senza provare un briciolo di stanchezza. La poetologa non si lamenta mai mentre scrive. E potrebbe scrivere da un giorno all’altro, moltiplicandosi all’infinito: ora è l’eroina di un romanzo, ora è una rondine, un fiume, un lago, un fiore. Ora è una vela bianca sulle onde del mare o di un oceano. Ora è solo brezza in superficie oppure coralli e madreperle in profondità. Gioca con le parole. Poi, si fa zingara, ballerina, narratrice di storie inventate o vissute. È viandante e avventuriera lungo sentieri di boschi da esplorare per incontrare gnomi e folletti e tutte le ninfe a farle compagnia. Per incontrare il mistero e le ombre e le luci della vita...
     E non sei più mia nonna ed io vengo a cercarti perché ho bisogno di stringerti
    forte e di darti mille baci - mi dice tutto d’un fiato, e mi lascia senza parole.              ‘Buon sangue non mente’, penso.
-          Grazie, tesoro mio! Che bel buongiorno mi dai, con la musica delle tue parole. Mille arpe mi riempiono il cuore di intatte sinfonie. Ed io mi sento per davvero dimidiata e moltiplicata… E mi stai facendo anche riflettere…
Sono nata a maggio, il mese delle rose e dei papaveri, superbi fiori di giardino, le prime,  e umili fiori di campo e di prato, i secondi. E mi piacciono da morire le une e gli altri. E sono nata sotto il segno dei gemelli per giunta. Un segno che mi piace molto e in cui mi riconosco. “Segno doppio”, dicono con sospetto alcuni che ritengono di intendersi di astrologia e psicologia spicciola, temendo la doppiezza di una personalità che “ha due facce”. Per me è il segno dell’eterna giovinezza, del quotidiano stupore, della leggerezza di ali che portano lontano, come Mercurio, il messaggero degli dèi, da cui il segno prende energia. E messaggera sono anche per via del nome: Angela. Che sa di “lieta novella” e di protezione. Di lunghi viaggi e di improvvisi approdi. Di passioni della mente e di tormenti del cuore. Ossimorica personalità, dunque. Non ho, però, avuto mai due facce, sia pure nella complessità complicata del mio “Io” più profondo. Io sono sempre la stessa e sempre diversa in casa e fuori, con i miei cari e con gli estranei, di giorno e di notte, guardandomi allo specchio o affondando lo sguardo negli occhi degli altri, fino a denudare la mia anima o a cercare quella altrui, nella intuizione immediata di pene e delusioni, amarezze e sconfitte, vittorie ed esaltazioni. Con la testa oltre le nuvole e il cuore sempre a portata di mano. Per non ferire, per non ignorare, per non essere distante. Ma tutto questo non mi mette al riparo dalle innumerevoli imperfezioni, dagli imperdonabili errori, dalle ombre che offuscano ogni raggio di sole. Vivo in bilico, funambola io, tra disincanto per la vita dei nostri giorni e l’incanto per l’amore di sempre, tra realtà che fa male e fantasia che vivifica. Ogni giorno ha mille turbamenti e disincanti, ma anche mille colori e diecimila emozioni.  Non so vivere senza emozionarmi. Per questo amo soprattutto le vie del cielo o quelle del mare, che altri chiamano rotte e che per me sono imprevedibili e imprendibili distese azzurre in cui sentirmi avvolta. Ed è un Tutto che mi sorprende, mi cattura, mi appaga. Io-non più io-sempre io in una immersione totale nella natura, da cui emergo per ritrovarmi umana in mezzo agli altri miei simili, con gli altri, per gli altri.   
Grazie, mia tenerissima Anna Paola, per aver stamattina cancellato le mie rughe, azzerato il tempo, evidenziato il potere incommensurabile della creatività. Dono meraviglioso, di cui ringrazio il buon Dio ad ogni alba con ricami di sole, ma anche nel buio di ogni notte senza stelle. So che le posso accendere quando e come voglio. E questo mi acquieta e mi rigenera sempre.
Mi sembra giusto, però, per dare atto al Creatore delle sue buone intenzioni, ricordare le “intelligenze multiple”, studiate alcuni decenni fa da Gardner. Tutti abbiamo un potenziale creativo distribuito in diversa misura nelle nostre diverse intelligenze. Occorre riconoscerlo per tempo per non disperdere le nostre energie in campi a noi non congeniali. Se non riusciamo a scoprirlo da soli, dobbiamo sperare che siano i nostri genitori o gli insegnanti a darci una mano. Ciascuno di noi, così, può realizzarsi per quello che è e vuole fare senza perdita di tempo e dispendio di energie. Sono convinta che un qualsiasi talento, se c’è, prima o poi viene alla luce. Molto importante è, appunto, prima di tutto sentirlo prepotente dentro, non lasciandosi condizionare dalla famiglia, dall’ambiente, dalle esperienze negative pregresse. Tutti, in campi diversi, possiamo realizzarci al meglio di quello che siamo. Di ogni nostra esperienza di vita possiamo fare in capolavoro. Basta “sentire” quello che profondamente vogliamo e non demordere o mollare mai. La mia vocazione, per esempio, è la scrittura e non so, non posso, non voglio fare altro. Perché tradirla? In tutti gli altri campi sono una schiappa. Lo so e non mi cimento neppure. Basta avere consapevolezza anche dei propri limiti. Per non esaltarci, per non scoraggiarci. E la conquista del nostro “potere di scelta” deve spingerci ad agire per realizzare i nostri sogni.
Questo mi conforta: fare quello che amo fare con passione, entusiasmo amore.
E auguro a tutti di provare questo appagamento che è “pienezza di sé”. Inno alla vita.
Conforto è oggi sentirmi “immortale” almeno nel cuore di Anna Paola.
E ricomincio a scrivere con un misterioso (per gli altri) sorriso tra labbra e cuore.

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