Venerdì 1° ottobre 2021, sotto un cielo blu cobalto e tanta voglia di sognare, siamo rimasti avvinti dall’incanto del canto degli Ulivi di Enzo Morelli nel magnifico Chiostro del Palazzo di Città di Corato, per l’Inaugurazione della Mostra dei quadri del grande Pittore pugliese e la Presentazione del libro I RACCONTI DI ULIVO (SECOP edizioni, 2021), curato dallo stesso Enzo Morelli e con la partecipazione di ben 19 scrittori, ciascuno con il proprio racconto. All’incanto delle tele si è affiancato il sogno del Festival “Sognitudo2030”, presentato dal Direttore Artistico, l’attore Francesco Martinelli, e da lui ideato, perseguito e realizzato con il prezioso e fondamentale sostegno della tenace, lungimirante e coraggiosa Signora Cardenia Casillo della Fondazione Vincenzo Casillo; con l’impegno dell’Editore Peppino Piacente della SECOP edizioni e dell’Associazione Culturale FOS. Presenti anche l’accogliente padrone di casa, il Sindaco Corrado De Benedittis, che ha portato il saluto dell’Amministrazione Comunale, parlando anche dei suoi sogni tradotti in Atti programmatici a lungo e vasto respiro per il rinnovamento della nostra città, e la professoressa Cettina Fazio Bonina, Presidente dell’Associazione Porta d’Oriente, promotrice entusiasta e infaticabile della Mostra itinerante di Enzo Morelli, il quale ha condiviso l’emozione della splendida serata con grande e commossa gioia. Molto seguiti ed apprezzati dal numeroso e coinvolto pubblico gli interventi di Lucia Anelli, Critico d’Arte, della sottoscritta e del Giornalista, Scrittore Mario Sicolo. Un’atmosfera “incantata” ci ha avvolto grazie anche al flauto magico di Vincenzo Mastropirro e alla nostalgica fisarmonica di Leonardo Di Gioia. Il tutto coordinato con il sapiente tocco affabulatorio di Raffaella Leone PR SECOP edizioni.
Il mio compito, come
scrittrice e poetessa, è in realtà quello di parlare del libro, ma ritengo
opportuno, per comprendere meglio i racconti, fare una brevissima premessa sui
quadri di Ulivo di Enzo Morelli,
commentati, nel loro splendore artistico, con grande sicurezza ed empatica
bravura, da Lucia Anelli, giovanissima
e già critico d’Arte consapevole
delle proprie competenze e intuizioni. Non a caso il suo poetico incipit “Enzo Morelli dipinge la pietra, il ricordo,
il vento, il profumo, la nebbia, il silenzio” mi ha colpito molto in quanto
solo la pietra, la nebbia e naturalmente l’albero fanno riferimento a oggetti concreti
e visibili, mentre il ricordo, il vento, il profumo, il silenzio non hanno
corpo e non occupano spazio eppure nei quadri di Enzo Morelli si percepiscono,
diventano materici, li vediamo, li tocchiamo con gli occhi, li ascoltiamo e
viviamo con tutti i nostri sensi. Da questa constatazione è sorta una
riflessione sull’Arte pittorica del nostro grande Artista pugliese, la cui fama
va ben oltre la nostra terra: nelle sue tele l’invisibile magicamente si fa
visibile: in alcuni casi, è lieve, come un sussurro di vento carezzevole; in
altri, è aggrovigliato in fitte e cupe masse verdi, dove il vento è urlo
impetuoso e impietoso a piegare/piagare i rami e i tronchi degli Ulivi che, anche
se sembrano giganti imbattibili, sono purtroppo indifesi di fronte alle
improvvise forze devastanti della natura. Le pennellate di Enzo raccontano queste
insolite atmosfere realistiche e incantate attraverso il suo innato talento che
continuamente a noi si rivela, disvelandoci l’anima dei suoi alberi prediletti,
in cui si annidano il cuore e la storia di ogni uomo. Sono Ulivi decisamente “umani,
sin troppo umani”, come ci ricorda Francesco
Paolo del Re, giornalista, scrittore, poeta bitontino-romano, nella sua
nota critica sull’Arte pittorica di Enzo Morelli: “Umani, umanissimi”, egli
scrive, “gli ulivi morelliani non domandano altro che il rinnovato sbocciare di
un amore…”.
Infatti, si
innamorano, si aggrovigliano nei loro percorsi esistenziali; affondano radici
come rami in cerca di humus nella terra; tendono le braccia al cielo nel
desiderio di eternarsi. E, nel frattempo, danzano con la luna, si specchiano
nel mare, cantano con il vento, si lamentano della solitudine con le stelle e
ne imitano lo splendore riscoprendo nelle foglie la loro luce argentata (più o
meno così scrive anche Mario Sicolo).
Enzo Morelli trasferisce il suo immenso amore per la loro maestosità di cattedrali innalzate di verde luce con pennellate a rendere accese di incanti vibrazionali e di “sovrumani silenzi” (Leopardi) la loro “immortalità”. Mani vibranti di talentuosa iperealistica creatività, le sue, per fare della Bellezza e dell’Incanto una sorgente di inesauribile inno al Creato e all’Ulivo, Tempio divino e umano di silenziosa preghiera, di ardita promessa di Pace che, purtroppo, non è ancora realtà nel nostro pianeta. E, nonostante tutto, gli Ulivi sono un inno all’Amore nei loro abbracci senza fine. Un inno al canto, al rimpianto, alla nostalgia di terre rosse e di pietre di confine da sconfinare per nuovi fremiti di libertà e di solidarietà tra gli uomini. Proteggono ferule e lumache. Sorridono ai papaveri e ai fiori di prato che illuminano zolle arse di sole. Ma imperdibile è la conclusione di Francesco Paolo del Re: “Le incessanti variazioni sull’ulivo di Enzo Morelli, a ben guardare, altro non sono se non autoritratti in forma di domande”. E il mistero s’infittisce su questi autoritratti che non troveranno mai risposte esaustive, come avviene per l’anima insondabile di ogni uomo. E, a maggior ragione, dell’artista…
Inevitabile premessa,
dunque, al libro per parlare dei racconti dei tanti autori, che hanno, quasi
tutti, personificato e impersonato i vari modi di vivere e di essere Ulivi. Le
loro molteplici identità. E rapino, umilmente, alcune tra le tante poetiche parole
connotanti i 19 racconti, scritte nella sapiente Presentazione, con
straordinaria profondità psicologica e ricca competenza artistico-letteraria,
dalla docente universitaria e scrittrice Ada Campione.
Nessun commento:
Posta un commento