La scorsa volta ho concluso con una poesia che ci ha lasciato un po’ d’amaro in bocca per un tradimento che non ha lasciato più scampo a chi l’ha subìto d’improvviso e senza alcuna nube a far presagire l’inganno. Almeno questo ho letto io tra i versi davvero apprezzabili e di una profondità struggente. Mi piacerebbe ricevere i vostri commenti. Parlarne. Approfondire. Per salvarci, magari proprio con la scrittura. La poesia. E, intanto, non posso fare a meno di pensare a un primo atto: chiedere scusa. Ecco, infatti, una poesia che dovrebbe farci riflettere molto. L’ho catturata su FB. So solo che è di Laura Ferri, che non conosco e a cui va, comunque, il mio grazie, anche se non lo saprà mai: È così che ci si perde./ Tra una parola non detta/ e una parola detta di troppo./ Tra un’attenzione mancata/ e un sentimento non dimostrato./ Tra un’emozione taciuta/ e un eccesso di rabbia esternato./ È così che ci si perde./ Per orgoglio./ Per non saper chiedere scusa./ Per non saper rimediare/ a un errore che ha ferito chi ci ama./ Ci si perde un pezzetto alla volta./ Fino ad arrivare ad un punto in cui/ non si riesce più a tornare indietro./ Fino ad arrivare ad un punto in cui/ non ci si riesce più a ritrovare./ È così che ci si perde. Quanta verità detta con coraggio e semplicità. E per tutta la vita si portano addosso cicatrici indelebili che condizionano ogni nostra altra scelta nel presente che inevitabilmente sfiora il futuro. In considerazione di tutto questo, ritengo che quando qualcuno ha il coraggio di raccontarci a cuore aperto le proprie ferite, mai del tutto cicatrizzate (e quanto vitale è la cicatrizzazione per non morire!), è sacrosanto, se non lo ha fatto chi ha ferito, che lo facciamo noi. E lo faccio innanzitutto io con alcuni versi, intitolati “PER TUTTO QUESTO”, che ho recuperato negli scaffali del passato, quando ero ancora ragazza e abbracciavo il sogno di andare sposa, di lì a poco, al ragazzo che amavo, abitati entrambi da amica Poesia. Ho scelto questi versi che mi appartengono perché il mio sia un atto di riparazione e consolazione, in quanto chi ama intensamente non è mai lontano dal dolore. Mai: Per tutte le cose/ Che mai t’ho detto/ Per tutte le rose/ Che mai t’ho dato/ Per tutte le volte/ Che non t’ho cercata/ Per i momenti/ In cui non t’ho pensata/ Per tutte le volte/ Che ti ho lasciata/ Per l’egoismo/ La noia/ E tutta la mia idiozia/ Per la tristezza/ Del mio malumore/ Per il mio amarti/ Poco, da bambino/ Per l’infelicità/ Di certe parole/ Per il mio farti/ Soffrire/ Per la dolcezza/ Che non ti uso/ Per tutto quanto/ Posso darti/ E non ti do/ Per il mio esistere/ Infine/ Per non meritarti/ Ancora/ Ecco/ Per tutto questo/ Io/ Ti chiedo scusa. (da Poeti d’oggi- Primo Leone, INCANTO E DISINCANTO, Gastaldi Editore, Milano 1967). Diciamo poeti di ieri e dell’altro ieri. Ma i poeti muoiono. La poesia rimane. Ed io spero che prima delle nostre, delle mie scuse, siano giunte quelle a te dovute, amico/a, che occupi oggi il nostro pensiero e il nostro cuore. Ma ecco una poesia d’amore che non chiede scusa, perché è dono di ogni attimo vissuto, da vivere. È di Andrea Bitonto ed è senza titolo: Io ti dono le onde incessanti/ sulle spiagge esauste/ come quando mi accarezzi./ Io ti dono le lacrime della terra/ ché non le merita il posso più profondo./ Io ti dono la pelle bruciata delle mani/ per ricordarti che sono sempre un uomo./ Io ti dono una fogliolina secca/ per avvisarti di ciò che saremo./ Io ti dono i miei piedi stanchi/ per la felicità del mio viaggio verso te./ Io ti dono la sabbia dei deserti/ per tenere al caldo il segreto cuore della terra,/ per nasconderlo alle mani degli uomini./ Io ti dono una qualsiasi parola d’amore/ che serva a sciogliere la paura,/ allacciare le vene tremanti,/ i percorsi di due venti sperduti.// Io ti dono una poesia/ perché questo è quello che posso,/ ed è solo un folle attimo/ del tempo che tu hai fermato. (da Semi di Poesia in Azione - AMORE - Poesie, SECOP edizioni, 2014). Bella, vero? Tutto l’amore in dono in una poesia “attimo/ del tempo che tu hai fermato”. Che meraviglia! Lasciatemelo dire. E dallo stesso “seme” recupero questi altri versi d’amore dal titolo “Epilogo” di Piero Sansò: Il mare negli occhi/ nella bocca il sole/ e sulle tue mani/ l’odore della luna./ Se musica e vino/ intossicano/ di malinconia./ Per le cose/ che non abbiamo/ ancora fatte/ che non ci siamo/ ancora dette./ Prima/ della luna piena/ voglio/ riempirti/ il cuore,/ prima/ della prossima luna/ voglio riempirti/ del mio amore. Ed è un bellissimo epilogo: ancora dono d’amore questa poesia che ci vince di dolcezza, e di tutto quanto possa colmare anche le nostre mani di incanti, che hanno “l’odore della luna”… “prima/ della prossima luna”. Sì, ne sono sempre più convinta. La poesia ci salva da ogni tormento, da ogni stagione della vita, da ogni impedimento, persino dalle catene d’amore, che spesso strangolano ogni anelito alla libertà di essere e di realizzarsi secondo i propri sogni e i personali talenti. L’amore è il potente collante di tutto, ma la poesia lo supera perché ne cicatrizza ferite e ne eterna l’attimo del suo felice compimento. Ne sono testimonianza le “Parole sospese” di Dina Ferorelli: Scrigni di luce/ parole sospese/ sul tabernacolo del cuore// Scritte sulla sabbia/ piramidi d’eternità incise/ sulla pergamena della storia// Scolpite sulla roccia/ goccia si goccia a lenire/ universi di silenzi e solitudini// Dono delle tue mani/ olio sulla tavola imbandita/ scrutare con gli occhi/ le mie parole sospese (da Il sentimento della scrittura, SECOP edizioni 2021, sezione Ottanio). “Scrivere per irrorare il mondo di luce”, intitola Dina Ferorelli il suo raccontarsi agli amici autori, che compongono questa insolita e originale Antologia, e lo fa soprattutto con l’arte poetica. La poesia, dunque, inonda il mondo di luce e porta una folgorazione sognante, fatta di calore, luminosità, appagamento del corpo e dell’anima, soprattutto nell’incontro con gli altri e per gli altri. Ma allora la poesia coincide con l’amore, non lo supera, come prima ho affermato? Probabilmente sarebbe meglio ipotizzare che la poesia lo abbracci, lo sostenga, gli dia le ali, lo inviti a percorrere tutta la Bellezza del Creato e delle sue Creature, come ho avuto modo di dire e ribadire più e più volte… E qui mi viene incontro, a testimoniare tutto questo, la stupenda poesia della straordinaria Mariangela Gualtieri: Sii dolce con me. Sii gentile./ È breve il tempo che resta. Poi/ saremo scie luminosissime./ E quanta nostalgia avremo/ dell’umano. Come ora ne/ abbiamo dell’infinità./ Ma non avremo le mani. Non/ potremo/ fare carezze con le mani./ E nemmeno guance da sfiorare/ leggere./ Una nostalgia d’imperfetto/ ci gonfierà i fotoni lucenti./ Sii dolce con me./ Maneggiami con cura./ Abbi la cautela dei cristalli/ con me e anche con te./ Quello che siamo/è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei/ e affettivo e fragile. La vita ha/ bisogno/ di un corpo per essere e tu sii dolce/ con ogni corpo. Tocca leggermente/ leggermente poggia il tuo piede/ e abbi cura/ di ogni meccanismo di volo/ di ogni guizzo e volteggio/ e maturazione e radice/ e scorrere d’acqua e scatto/ e becchettio e schiudersi o/ svanire di foglie/fino al fenomeno/ della fioritura,/ fino al pezzo di carne sulla tavola/ che è corpo mangiabile/ per il mio ardore d’essere qui./ Ringraziamo. Ogni tanto./ Sia placido questo nostro esserci -/ questo essere corpi scelti/ per l’incastro dei compagni/ d’amore. E non ci sono davvero parole da aggiungere, casomai ancora alcuni versi che confermino tutto questo in una sintesi affilata dalla sempre presente Mariateresa Bari, che questa volta non ha inviato nulla di nuovo. Io, però, ho mille risorse quando sento profumo di poesia e prendo tra le mani la sua silloge poetica Intraverso, spiragli nell’essere (NeP edizioni, Roma 2020), dono prezioso, di cui farò tesoro come in questo momento. “IL MATTINO DEI TUOI OCCHI” è il titolo: Sciami di suoni/ a piena orchestra/ scivolano docili/ e destano/ il mattino dei tuoi occhi/ che scarmigliati/ si specchiano nel profondo./ Nelle sue viscere aleggia euforico Amore. E per oggi ci fermiamo qui. Ma l’Amore continua…
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