lunedì 25 ottobre 2021

Lunedì 25 ottobre 2021: e l'AMORE si confronta ancora con la POESIA...

E riprendo con alcune poesie d’amore con molteplici significazioni, che comprendono molte che abbiamo affrontato fino qui. Mi viene incontro “LA SEPARAZIONE” di Stefania Colavito/ Hera: E così ci separammo,/ pezzo dopo pezzo./ E ci allontanammo./ Niente più sorrisi, niente più abbracci,/ nessuna confessione né alcuna discussione./ Il vuoto, la distanza, l’estraneità,/ la dimenticanza./ E così ci separammo,/ pezzo dopo pezzo./ E ci allontanammo./ Ma in ogni epoca a venire,/ secolo dopo secolo,/ le nostre anime,/ come liberi e splendidi uccelli neri,/ si libreranno in volo nei cieli delle menti folli,/ dei pensieri irrazionali e degli amori immortali,/ l’una in protezione dell’altra. (da  Gli Amanti di Nidaros, SECOP edizioni, 2021). E della stessa autrice prendo anche “LA MANCANZA”: Ti conservo in poche cose./ Ti conservo nella notte,/ nel sogno,/ negli incubi./ Ti conservo negli occhi,/ nel respiro, nel pensiero./ Ti conservo nei vecchi film,/ nell’ironia,/ in un liquore./ Ti conservo in un déjà vu’,/ in uno spasmo,/ in un’assenza,/ in una casa,/ in un giardino./ Ti conservo nell’immaginario,/ in un odore,/ in una voce./ Ti conservo nella parte oscura dell’anima/ e negli angoli bui delle ormai sterili e gelide/ stanze del mio cuore./ Ti conservo nei sorrisi, apparenti./ Ti conservo tra la gente./ Ti conservo nelle domande/ e nel dubbio dell’esistenza./ Nelle note,/ negli spartiti delle più belle melodie,/ nelle coperte,/ nel battito,/ nel vento,/ nel fuoco,/ nella cenere./ Ti conservo nell’opinione,/ nello studio,/ nell’impegno,/ nel lavoro./ Ti conservo sul terreno che calpesto./ Nell’asfalto rovente./ Nelle pietre./ Nel terrore./ Nella solitudine./ Nell’orrore./ nella bugia./ Nelle cattiverie./ Nella neve appena posata./ Nel tuono estivo appena esploso./ Nel cielo d’autunno./ Nell’eco del tempo./ Ti conservo nella prima cosa che vedo/ e anche nell’ultima./ Ti conservo nell’appartenenza,/ impostata e decisa ancor prima di venire al mondo./ Ti conservo nell’anima./ E per questo,/ ti conservo sin da quando il primo ventre fu fecondato,/ fino all’ultimo respiro dell’ultimo uomo sulla terra./ E forse,/ ti conservo anche oltre. Che ne dite? Vale la pena di soffermaci su questo amore/assenza che è presente in tutto, e di riflettere e commentare perché così è l’amore. E, invece, ecco una poesia d’amore lieve, incantata e breve come una carezza, perché anche così è l’amore. Il suo titolo è, infatti, “Ci bastava la carezza” del compianto Umberto Kuhtz, persona di rare virtù e di profonda sensibilità poetica e umana. Una di quelle personalità di spicco, ma di grande umiltà, che ci rendono indubbiamente migliori: Ci bastava/ la carezza lieve/ del vento/ di primavera/ per sentirci/ immersi/ nella pace dell’universo.// Ora ci serve anche/ la voce dolce/ di un’amica/ sussurrata per noi/ dal suo cuore. (da CI BASTAVA LA CAREZZA, SECOP edizioni 2014). E quella carezza, che abbraccia l’intero universo, diventa più ricca di tenerezza se può dilatarsi, negli anni che inargentano i capelli, a comprendere il cuore degli altri, che rendono più viva e vera e reciproca la tanto agognata Pace. Ma che dire della dedica di Filippo Mitrani, altro carissimo amico poeta, al suo nipotino di appena cinque anni, Pierpaolo, all’alba della sua tenerezza ancora tutta da vivere, nella prima pagina della sua bellissima silloge di poesie “fresca di giornata”, bilingue (italiano e francese) e appena reduce dal Salone del Libro di Torino, sempre della SECOP edizioni? Eccola: A Pierpaolo   Quant’altro potrei amarti/ se il mio pensiero vola al successivo abbraccio?/     Cos’altro potrei dirti    /  Che già non ti abbia detto?  / Ma quanto ancora potrà inebriarmi il tuo sorriso?/ Non so se assisterò alla conquista del primo tuo traguardo/  angosciano i pensieri delle sicure assenze:  /   dovrò gioire del tempo che mi è dato.   /  Io che per te sconfiggerei ogni affanno  /  so di negare il razionale ammonimento  /  quando con la complicità del sentimento  / m’immolo all’innocente assurdità del tuo richiamo./     Vivo e Vivrò     /  Col nome tuo nel palmo della mano. (Filippo Mitrani, BRINE - GELÈES BLANCHES). L’amore dei nonni, come abbiamo già sperimentato moltiplica all’infinito il senso e il significato di AMORE oltre ogni sua significazione. Non così l’amore descritto in un solo ironico quanto feroce epigramma da un altro nostro Autore, che fa dell’ironia e dell’autoironia l’arma con cui combatterlo apertamente e con cui cercarlo velatamente in ogni lettera del suo rapido esporsi per non subire ulteriori inganni e danni. E rubo dalla sua pagina FB quanto segue dal titolo decisamente emblematico “IN AMORE”: In amore l’ultima arrivata è sempre la migliore, specie a suo dire. “Aforisma fulminante”, lo ha definito Giovanni Romano, un nostro Saggista raffinato e mordace che fa egli stesso dell’aforisma un affilato coltello. Ma i commenti sono davvero tanti e tutti degni di nota. Purtroppo non posso trascriverli. Vi invito a leggere la sua divertentissima pagina di Alberto. Né altro tono egli ha nella sua primissima silloge di poesie Postumi del disincanto di SECOP START, datata 2014. Anche il titolo, del resto, non lascia ben sperare. Il titolo dei brevi versi, nonostante siano passati ben 17 anni, non cambia molto: “Ricambio d’amore”. Ecco un nuovo arrivo!// Poco più che / brezza impaurita/ nel dissesto del cuore// Molto meno di questo/ bagno al largo.// Sicuro! E anche qui l’ironia è l’arma per strappare un amaro sorriso allo stesso Autore, che pare accumulare incontri su incontri e altrettante delusioni e battute d’arresto. Fino al nuovo incontro, alla rinnovata speranza, presto dissolta. Non a caso, sempre dalla stessa silloge, ecco un’altra testimonianza: “Niente di niente” ed è tutto dire, il titolo. Non eravamo niente,/ ma proprio niente di niente!// Eppure/ fa sempre un certo effetto/questa commistione/ di corpo e delirio/ che qui chiamano/ amore. E non c’è più niente da dire. Niente da capire! Altre pagine, invece, sono la dimostrazione che l’amore si può vivere anche tra due innamorati, sposi o compagni che siano, raccolti nel silenzio di una sera colma di stelle o nell’intimità di una preghiera. Ecco una pagina tratta da SIA FATTA LA VOLONTA’ DEL SILENZIO di Valentino Losito, altro cavallo di razza della nostra sempre più agguerrita scuderia, ed ecco una delle tante bellissime poesie, “QUEL PASSO LEGGERO”, che rende lieve e tenero ancora una volta il ricordo luminoso del primo amore: Avevamo/ il passo leggero/ degli adolescenti felici/ quando i giorni/ erano/ campi di luce./ Oggi abitiamo/ i chiaroscuri./ Ascoltiamo la vita/ sillabare silenzi/ dalle feritoie/ delle diroccate ore./ Ci accudisce/ la tenera notte/ per sbarcarci sottovoce/ sulle periferie dell’alba. E ci coglie, nel tempo, nonostante il disinganno del tempo nel tempo, una dolcezza nuova per la tenerezza della notte a rendere ancora viva l’attesa insieme di ogni nuova alba. E qui devo dare spazio a “L’amore per le parole” di Elina Miticocchio che ben si uncina alle sillabe dei silenzi di Valentino, per dare ulteriore spazio alla “grazia” delle parole appunto: Parlo con i fiori/ immaginari del giardino/ che spalanca le braccia/ anche questa volta/ mi ha accolto il tuo sguardo/ parola di pane/ che mastico piano/ Intanto colora la pagina/ ancora una si aggiunge/ ed io la ringrazio (datata 25/ 10/ 2021, cioè oggi). E ritrovo addirittura versi simili in una prosa di David La Mantia, altro carissimo amico di penna, a testimoniare il contagio delle parole che si fanno sempre e comunque Poesia: Dimmi poco, pochissimo. Parole di pane che concedano dei nomi alle piccole cose, sole per riconoscere, grazie da offrire in dono, nudi. Baci da lasciare là, alle soglie. Insegnami a perdermi nei boschi, a rinunciare alle mappe, preparami a rallentare, a scolorire, piano, ad abbracciare ancora, amare l’arco azzurro dell’esistere  

E ci ritroviamo davvero tutti in un universo condiviso che si fa VITA, si fa AMORE. E per oggi è tutto, ma non finisce qui. Abbiamo ancora tanto da esplorare insieme… 

3 commenti:

  1. Sono emozionata nel leggerti Angela De Leo. Avevo appena scritto i versi ed ora li ritrovo nutriti nella condivisione con altre bellissime voci. È un dono questo tuo lavoro di tessitura.
    Elina Miticocchio

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  2. Si parla di mancanza e l'amore, in tutte le sue forme, è continua mancanza. Di una presenza, di una corrispondenza, di un gesto, di un tocco, di uno sguardo. Mancanza di una voce e di dolci parole. Ma è nella stessa mancanza che l'amore arde e si fa presenza. Si fa corpo e pienezza, si fa respiro.
    Ti lascio questi miei versi, scritti qualche tempo fa, Angela ringraziandoti sempre per questo "foglio" prezioso.

    Sulle righe di un sogno//

    Mariateresa

    Un abbraccio forte forte 🤗

    A volte immagino il giorno /
    in cui ti bagnerai/
    sulla riva dei miei occhi/
    la sofferenza delle maree/
    a compatire /
    nell'arrivo di ogni partenza./
    La risata dell'onda /
    vinta dal vento chiassoso/
    dei battiti attorno/
    e noi, nelle viscere dei cieli/ dell'Essenza/
    un cirro ad abitare, invano./
    So che tarderà il respiro della luce/
    come sulle righe di un sogno/
    stenta lenta/
    la grafia di un nuovo giorno./

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  3. Ed infine questi versi, sull'attesa che è comunque una forma di mancanza. Perché nell'attesa si può anche morire d'amore... A presto, cara!

    In attesa

    Sei il dubbio dell'astronomo,/
    nell'impervia notte i cieli a scrutare,/
    in attesa./
    Sei la fede del contadino,/
    il raggio, la terra, il seme da spiare/
    in attesa./
    Sei la forza di una raffica di vento /
    nei cuori le porte a spalancare/
    in attesa./
    Sei la grazia della rugiada/
    in fiore sui prati a dissetare il sole/
    in attesa./
    Sei la libertà di un aquilone/
    sfuggito alla presa di un bimbo/
    in attesa./
    Sei il voto di silenzio ardente/
    nel bacio dei flutti all'orizzonte/
    in attesa di sfiorare l'oltre./

    Ma il mare, nell'attesa,/
    mille volte d'amore muore./









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