sabato 17 aprile 2021

Sabato 17 aprile 2021: e altre poesie mi vengono a trovare…

E ho ripreso a cercare tra i commenti che mi giungono su la poetologa quanto ho involontariamente non portato alla condivisione. Ed ecco, per esempio, la prosa poetica di Mariateresa Bari, tratta da Intraverso, spiragli nell’essere… Come non condividerla? Meravigliosa quanto amara: “Nella stanza degli occhi”. Di scivolare all'imbrunire nelle ore roche del sonno che spoglia dal frastuono del non detto, accade. Accade di azzannare una nuvola stanca che trasfigura in spuma di mare, scardina le porte serrate del cuore e resta. Mesta vibra l'aurora nel ruggito di onde feline. E si cerca nello specchio di cielo ingiallito di foglie. E sempre di Mariateresa: Davvero sanguinanti i versi di Mastropirro. Sanguinano il dolore e l'ingiustizia di tutti i calvari del mondo, come tu dici! E quell'orrore toglie il sonno, a chi ha non solo occhi per guardare ma anche voce per gridare lo strazio e denunciare. Questa una piccola poesia scritta da me quasi due anni fa, quando abbiamo ignorato l'esistenza di una nave di profughi nel nostro Mediterraneo, trattenendola in mare per mesi negando asilo e accoglienza. E trasformandoci in tanti Giuda. Sempre grazie Angela per le tue riflessioni, che infondono speranza. “La nave fantasma Morde il dolore incrostato sui volti. La luna inciampa eterea nelle urla e sbianca desideri ormai appassiti. Non c'è fiato, non più”. (M. Bari 31/7/2019) Quanta verità e quanto dolore misto a rabbia e impotenza in quei giorni. E quante invereconde strumentalizzazioni… In alcuni casi meglio non avere più fiato. E Giulia Basile ha commentato su "Lunedì 12 aprile 2021: le poesie di una Primavera tanto attesa..."Grazie Angela, sei tu poesia col tuo sentire, che trasforma in poesia i tuoi commenti in prosa. <3.  Grazie di cuore a te e a tutti voi che alimentate il mio amore per la poesia e il mio desiderio di vera condivisione. Poi dal 31 mar 2021 recupero ancora Mariateresa: Angela quant'è dolce naufragio nel mare dei ricordi... che sanno di "cialledda" nelle sere d'estate e taralli di massa nelle vacanze pasquali. O di ninnananne in vernacolo intonate dalla mia cara nonna. Grazie sempre Angela, per il tuo immenso dono! E il dono è reciproco e profuma di ricordi antichi che scaldano il cuore. E, poi, sempre Mariateresa ha commentato su "Mercoledì 24 marzo 2021: nel Retino la parola GRATITUDINE...": Cara Angela, come non esserti grata? Ecco i versi scaturiti stanotte dalle tue riflessioni! “Nel debito di un credito”: S'annoia il sé, spossato depone la sua corona smilzo di cuore e si prepara all'esodo. L'alito assassino non più appaga. Il lampeggiare di finestre nel buio delle sue frequenze troppo acute, stride e si fa strada. Lo guardiamo trapassare lo specchio e lambire solitarie rive col suo foulard di tedio al collo. (M. Bari). Perle che mi lasciate e che io raccolgo con grande ammirazione, amore, voglia d’imparare. Il vostro nuovo modo di scrivere poesia mi cattura e mi allarma: c’è troppa amarezza, troppo sconforto, troppa solitudine. E troppa voglia di rinnovamento interiore per poter ancora sperare in un mondo migliore. Fare rete significa anche sconfiggere la solitudine. Poter sperare insieme. Dobbiamo provarci con tutte le nostre forze. È questo il mio nuovo proposito per il giorno che comincia. E, infine,  Mariateresa Bari ha commentato su "Giovedì 18 marzo 2021: alcune poesie di Giovanni Gastel...": Straziante ma necessario. Doloroso ma salvifico. Questo è per noi poveri che restiamo, parlare di chi la varcato la soglia. Parlare di Loro è parlare con Loro. Il ricordo è un luogo d'incontro! Grazie Angela per queste lacrime di commozione. Un abbraccio. Anche questa è per me una lezione di vita. E, a proposito di Giovanni Gastel, ecco cosa mi ha inviato Giulia Caminada che, come fotografa, ha lavorato nel suo Studio, in ricordo della sua grande umiltà e umanità:  Sono una bolla di memorie/ che naviga portata dal tempo./ Non mi aspetto/ di essere ricordato./ E neppure che qualcuno sappia che sono esistito./ La campana continuerà a suonare/ anche in mia assenza./ I mostri a esistere./ Siamo figli dell’uomo./ Poi cadremo in un sonno profondo./ E il prete dirà/ - Era una persona delicata -./ E correrà a casa a guardare la televisione.   Quanta dolorosa amarezza anche in lui prima di scoprire sempre più vicina e consolatoria la presenza di Dio. E sempre su Giovanni Gastel ecco un’altra testimonianza di Francoise Sallé, una persona eccezionale con cui sono diventata amica grazie al nostro comune meraviglioso amico. Risale al 13 marzo: Sono straziata dall'apprendere che Giovanni Gastel, uno dei più grandi fotografi italiani ci ha lasciato oggi pomeriggio.

Ti voglio salutare, Giovanni, ritornando alla lettera di ringraziamento che ti ho indirizzato dopo quell'indimenticabile "shooting" del 5 dicembre 2017, nel tuo studio di Milano.

Caro Giovanni, caro perché non si può passare davanti al tuo obiettivo senza provare quel senso di amicizia che sai infondere intorno a te e che si ha - naturalmente - voglia di ricambiare con slancio affettuoso. Un senso di amicizia che, dunque, ho provato anche io sin dalla tua calda, sorridente accoglienza a braccia aperte.

Hai realizzato un mio antico sogno, permettendomi di passare "oltre lo specchio", cioè da redattrice di moda, a mia volta,"modella". In quell'occasione ho potuto respirare di nuovo l'atmosfera di uno studio foto, circondata dalle persone amiche, Sandra, Federica e Stefano in particolare, che si erano ritrovate impegnate in ciò che avevo denominato "progetto Gastel"; un progetto un po' folle nato dopo una chiacchierata con te, una sera tardi, a proposito di un bellissimo ritratto che tu facesti ad una famosa "soubrette". Si dice che ttu sappia cogliere il cuore e l'anima delle persone che il tuo obiettivo indaga. Vicino a te ho sperimentato quell' "eterno istante" in cui, come dici tu stesso, la fotografia restituisce l'archetipo della natura della persona e non la documentazione richiesta della sua realtà.

Perciò sono rimasta senza parole scoprendo i due ritratti che mi hai donato con tanta elegante generosità.

Come potrei quindi non esserti grata per ciò che hai visto in me e spero di "combaciare" almeno un po', almeno nel profondo del mio essere, con la bellezza che hai voluto regalarmi.

Il 2017 è stato per me un anno cardine: cominciato molto male, si è, in qualche maniera, riscattato nei mesi successivi con degli avvenimenti felici che hanno segnato per sempre la mia vita.

L'incontro con te è stato uno di questi avvenimenti.

Ti ringrazio.

Un bacio grande grande.

Arrivederci, Giò.

E vorrei concludere con una poesia che ritorna a parlarci di primavera con un commento della carissima Elina Miticocchio, trovato stamattina sul mio blog: “In questa perduta primavera”. Su quali sogni si appoggia il sole in questa perduta primavera dove manca il tempo soffice del volo e dei larghi pensieri eppure resta il fiato per sospingere 'ancora lontano ci ritroveremo'… Mi infilo in questo attimo sospeso in questo fragore di incanto perduto mi offro creatura spoglia senza rotta oppure rotta nei meccanismi del cuore eppure conosco il suono un violino tornerà a fare musica ad incantare il mio giorno (Angela così ho sentito leggendo questo post). Pirandelliano cuore di violino quello di Elina per incantarci ancora, dopo ogni sperdimento suo e nostro. Grazie infinite a tutti voi che con questi messaggi così poetici, leggeri e profondi, ricamate il nostro blog con tanti luminosi fili, diversi ma tutti impregnati di splendida POESIA. Grazie. Buon fine settimana. Speriamo con tanto sole…


1 commento:

  1. Angela carissima, sono le tue parole a portare il sole nelle nostre case e nei nostri cuori.
    Non sbagli quando affermi che la solitudine interiore può essere sconfitta facendo rete e, credimi, è quanto avviene in questo tuo salotto. Per me è, ormai, un appuntamento irrinunciabile 😊❤️!
    Ancora grazie, dal profondo del cuore!

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