E ho ripreso a cercare tra i commenti che mi giungono su la
poetologa quanto ho involontariamente non portato alla condivisione. Ed ecco,
per esempio, la prosa poetica di Mariateresa Bari, tratta da Intraverso,
spiragli nell’essere… Come non condividerla? Meravigliosa quanto amara: “Nella
stanza degli occhi”. Di scivolare all'imbrunire nelle ore roche del sonno che
spoglia dal frastuono del non detto, accade. Accade di azzannare una nuvola
stanca che trasfigura in spuma di mare, scardina le porte serrate del cuore e
resta. Mesta vibra l'aurora nel ruggito di onde feline. E si cerca nello
specchio di cielo ingiallito di foglie. E sempre di Mariateresa: Davvero
sanguinanti i versi di Mastropirro. Sanguinano il dolore e l'ingiustizia di
tutti i calvari del mondo, come tu dici! E quell'orrore toglie il sonno, a chi
ha non solo occhi per guardare ma anche voce per gridare lo strazio e
denunciare. Questa una piccola poesia scritta da me quasi due anni fa, quando
abbiamo ignorato l'esistenza di una nave di profughi nel nostro Mediterraneo,
trattenendola in mare per mesi negando asilo e accoglienza. E trasformandoci in
tanti Giuda. Sempre grazie Angela per le tue riflessioni, che infondono
speranza. “La nave fantasma Morde il dolore incrostato sui volti. La luna
inciampa eterea nelle urla e sbianca desideri ormai appassiti. Non c'è fiato,
non più”. (M. Bari 31/7/2019) Quanta verità e quanto dolore misto
a rabbia e impotenza in quei giorni. E quante invereconde strumentalizzazioni…
In alcuni casi meglio non avere più fiato. E Giulia
Basile ha commentato su "Lunedì 12 aprile 2021: le poesie di una Primavera tanto
attesa...": Grazie Angela, sei tu poesia col tuo sentire, che
trasforma in poesia i tuoi commenti in prosa. <3. Grazie di
cuore a te e a tutti voi che alimentate il mio amore per la poesia e il mio
desiderio di vera condivisione. Poi dal 31 mar 2021 recupero ancora
Mariateresa: Angela quant'è dolce naufragio nel mare dei ricordi... che
sanno di "cialledda" nelle sere d'estate e taralli di massa nelle
vacanze pasquali. O di ninnananne in vernacolo intonate dalla mia cara nonna.
Grazie sempre Angela, per il tuo immenso dono! E il dono è reciproco e
profuma di ricordi antichi che scaldano il cuore. E, poi, sempre Mariateresa ha
commentato su "Mercoledì 24 marzo 2021: nel Retino la parola
GRATITUDINE...": Cara Angela, come non esserti grata? Ecco i
versi scaturiti stanotte dalle tue riflessioni! “Nel debito di un credito”:
S'annoia il sé, spossato depone la sua corona smilzo di cuore e si prepara
all'esodo. L'alito assassino non più appaga. Il lampeggiare di finestre nel
buio delle sue frequenze troppo acute, stride e si fa strada. Lo guardiamo
trapassare lo specchio e lambire solitarie rive col suo foulard di tedio al
collo. (M. Bari). Perle che mi lasciate e che io raccolgo con grande
ammirazione, amore, voglia d’imparare. Il vostro nuovo modo di scrivere poesia
mi cattura e mi allarma: c’è troppa amarezza, troppo sconforto, troppa
solitudine. E troppa voglia di rinnovamento interiore per poter ancora sperare
in un mondo migliore. Fare rete significa anche sconfiggere la solitudine.
Poter sperare insieme. Dobbiamo provarci con tutte le nostre forze. È questo il
mio nuovo proposito per il giorno che comincia. E, infine, Mariateresa
Bari ha commentato su "Giovedì 18 marzo 2021: alcune poesie di Giovanni
Gastel...": Straziante ma necessario. Doloroso ma salvifico.
Questo è per noi poveri che restiamo, parlare di chi la varcato la soglia.
Parlare di Loro è parlare con Loro. Il ricordo è un luogo d'incontro! Grazie
Angela per queste lacrime di commozione. Un abbraccio. Anche questa è per
me una lezione di vita. E, a proposito di Giovanni Gastel, ecco cosa mi ha
inviato Giulia Caminada che, come fotografa, ha lavorato nel suo Studio, in
ricordo della sua grande umiltà e umanità: Sono una bolla di
memorie/ che naviga portata dal tempo./ Non mi aspetto/ di essere ricordato./ E
neppure che qualcuno sappia che sono esistito./ La campana continuerà a
suonare/ anche in mia assenza./ I mostri a esistere./ Siamo figli dell’uomo./
Poi cadremo in un sonno profondo./ E il prete dirà/ - Era una persona delicata
-./ E correrà a casa a guardare la televisione. Quanta dolorosa
amarezza anche in lui prima di scoprire sempre più vicina e consolatoria la
presenza di Dio. E sempre su Giovanni Gastel ecco un’altra testimonianza di
Francoise Sallé, una persona eccezionale con cui sono diventata amica grazie al
nostro comune meraviglioso amico. Risale al 13 marzo: Sono straziata
dall'apprendere che Giovanni Gastel, uno dei più grandi fotografi italiani ci
ha lasciato oggi pomeriggio.
Ti voglio salutare, Giovanni, ritornando alla lettera di
ringraziamento che ti ho indirizzato dopo quell'indimenticabile
"shooting" del 5 dicembre 2017, nel tuo studio di Milano.
Caro Giovanni, caro perché non si può passare davanti al
tuo obiettivo senza provare quel senso di amicizia che sai infondere intorno a
te e che si ha - naturalmente - voglia di ricambiare con slancio affettuoso. Un
senso di amicizia che, dunque, ho provato anche io sin dalla tua calda,
sorridente accoglienza a braccia aperte.
Hai realizzato un mio antico sogno, permettendomi di
passare "oltre lo specchio", cioè da redattrice di moda, a mia
volta,"modella". In quell'occasione ho potuto respirare di nuovo
l'atmosfera di uno studio foto, circondata dalle persone amiche, Sandra,
Federica e Stefano in particolare, che si erano ritrovate impegnate in ciò che
avevo denominato "progetto Gastel"; un progetto un po' folle nato
dopo una chiacchierata con te, una sera tardi, a proposito di un bellissimo
ritratto che tu facesti ad una famosa "soubrette". Si dice che ttu
sappia cogliere il cuore e l'anima delle persone che il tuo obiettivo indaga.
Vicino a te ho sperimentato quell' "eterno istante" in cui, come dici
tu stesso, la fotografia restituisce l'archetipo della natura della persona e
non la documentazione richiesta della sua realtà.
Perciò sono rimasta senza parole scoprendo i due ritratti
che mi hai donato con tanta elegante generosità.
Come potrei quindi non esserti grata per ciò che hai
visto in me e spero di "combaciare" almeno un po', almeno nel
profondo del mio essere, con la bellezza che hai voluto regalarmi.
Il 2017 è stato per me un anno cardine: cominciato molto
male, si è, in qualche maniera, riscattato nei mesi successivi con degli
avvenimenti felici che hanno segnato per sempre la mia vita.
L'incontro con te è stato uno di questi avvenimenti.
Ti ringrazio.
Un bacio grande grande.
Arrivederci, Giò.
E vorrei concludere con una poesia che ritorna a parlarci di
primavera con un commento della carissima Elina Miticocchio, trovato stamattina
sul mio blog: “In questa perduta primavera”. Su quali sogni si appoggia
il sole in questa perduta primavera dove manca il tempo soffice del volo e dei
larghi pensieri eppure resta il fiato per sospingere 'ancora lontano ci
ritroveremo'… Mi infilo in questo attimo sospeso in questo fragore di incanto
perduto mi offro creatura spoglia senza rotta oppure rotta nei meccanismi del
cuore eppure conosco il suono un violino tornerà a fare musica ad incantare il
mio giorno (Angela così ho sentito leggendo questo post).
Pirandelliano cuore di violino quello di Elina per incantarci ancora, dopo ogni
sperdimento suo e nostro. Grazie infinite a tutti voi che con questi messaggi
così poetici, leggeri e profondi, ricamate il nostro blog con tanti luminosi
fili, diversi ma tutti impregnati di splendida POESIA. Grazie. Buon fine
settimana. Speriamo con tanto sole…
Angela carissima, sono le tue parole a portare il sole nelle nostre case e nei nostri cuori.
RispondiEliminaNon sbagli quando affermi che la solitudine interiore può essere sconfitta facendo rete e, credimi, è quanto avviene in questo tuo salotto. Per me è, ormai, un appuntamento irrinunciabile 😊❤️!
Ancora grazie, dal profondo del cuore!