lunedì 12 aprile 2021

Lunedì 12 aprile 2021: le poesie di una Primavera tanto attesa...

 Sono bellissimi i canti di primavera che voi amici mi avete inviato e il Retino ha catturato qua e là, lungo i sentieri fioriti di primule e tulipani, nasturzi e mimose, lavanda e ginestre. Un tripudio di colori e di profumi che invadono sensi e sentimenti…

Gianni ha scritto questa poesia:

Esposti al vento

petali di astragalo

fluttuano, rincorrendosi,

tra le braccia riarse

dei mandorli.

"Qui c'erano fiori"

dice il vento spezzando un ramo...

Ma i petali non

ascoltano

affranti guardano la

lucciola morente

 che ieri illuminò la notte

dando la sua luce al buio.

(G. Brattoli)

Gianni non vuole sentirsi dire se è bella o meno. Vuole sapere solo come la interpreto.

Ed io non ti dico che è bella anche se è bellissima, né che è brutta anche se è tristemente amara, ti dirò che mi ha detto molto di più di quanto tu possa immaginare. Già il primo verso contiene il primo strappo all'apparente bellezza della natura. Ci sono i petali dischiusi dell'astragalo in tutta la loro delicatezza che il vento, però, scuote e ferisce e, mentre si rincorrono e si rifugiano tra le braccia dei mandorli solo un attimo prima in fiore, ne spezza un ramo. Sempre più ardito e violento, ignaro del dolore che procura. Gli stessi mandorli, che sembrano accogliere quei petali che danzano e si rincorrono quasi bambini in gioco, sono in realtà riarsi e scarso rifugio di protettiva ombra possono offrire. Certo, un tempo "c'erano fiori". Oggi non più. Quanto veloce lo scorrere del tempo. Ma i petali non ascoltano il rimpianto del vento, presi come sono da un dolore più grande e presente che si materializza, ai loro occhi affranti, in una "lucciola morente" che ha offerto, come estremo sacrificio di sé, in dono alla notte, la sua luce per illuminare il buio di un cielo che non perdona. Poesia metafora della caducità del tempo che, dal primitivo splendore, tutto trasforma inesorabilmente in perdita e dolore. Ma non è vano il generoso sacrificio della lucciola se i petali oppongono alla crudeltà e alla indifferenza del vento i loro occhi affranti mentre la scorgono morente. È un risarcimento che apre finalmente il cuore, negli ultimi versi, alla speranza. Non tutto passa o accade invano...

Ed ecco una poesia di Mattia Cattaneo. Una poesia di insolita primavera tra la pioggia fredda di fine marzo e il sangue caldo che, lentamente, come la pioggia appunto, cade ma per accendere ancora di più l’amore che il poeta sente per la fanciulla amata e tutto è una esplosione di rosso colore, tra ciliegie che nulla sanno di sé e la “solennità dello spazio” abitato dall’autore nella consapevolezza meravigliosa dell’“incendio di un papavero” avvampato dentro il cuore, non a caso con la “C “maiuscola, centro di tutto il suo universo, universalizzabile:

pioggia fredda/ il tuo lento sangue/ cade sulla luce del Cuore/ e fibre di crepuscolo/ dissetano quel sole,/ calante,/ nel giorno.// Solennità/ del mio spazio,/ le ciliegie ignorano/ la loro origine:/ tu mi hai portato dentro/ l’incendio di un papavero.

E questi ultimi due versi sono un capolavoro di sintesi, in cui esplode POESIA.

Poi, una poesia del mio carissimo amico Filippo Mitrani “PENSIERI NOTTURNI”:

Nell’affannata corsa/ per porre il morso al tempo,/ ribelle alla precarietà del tumido virgulto/ lascio sedurmi dalla magnificenza/ d’ogni nuovo germoglio. Smarrita la certezza/ della caducità umana,/ inorridita è la coscienza/ dalla beffarda senescenza imposta./ Vana angoscia, la prostrazione e il tormento/ pronti a incupire la luminosità della mia età/ lungo il tragitto prossimo al traguardo./ E il suo sorriso, lì, che mi attende!/ Quanta beltà perduta/ da questa soccombente,/ scriteriata lotta.

(9 aprile 2021)

E, finalmente, Filippo getta l’àncora che germoglia ancora di Primavera, avendo ormai dentro di sé acquisito la consapevolezza dell’inutile tediarsi per la “prostrazione e il tormento” che suscita l’approssimarsi, per ciascun essere umano, con capelli di argentata luna ormai, dell’inevitabile “traguardo”. Meglio evitare la inutile lotta contro il tempo e accettare il “sorriso” che ci attende. Strategia vincente. Convincente.

E, infine, di Tommaso Di Lernia:

cadono parole/ come lacrime/ da spogli alberi/ pensieri mutano/ vento rincorrono/ migrano lontano/ dove il mattino nasce/ con silenziosa armonia/ e nell’anima diffonde/meraviglia divina/l’amore tuo/ a me donato/ di bellezze nutre/ i sogni miei// 10 aprile 2021/ senza titolo/ senza virgole/ senza punti/ senza il superfluo/ che all’anima non serve/ per ricamare/ la vita

Ed è un canto d’anima. Un inno all’amore che sa valorizzare l’essenziale e non chiede altro che di nutrirsi solo di sé stesso. In una eterna primavera del cuore che “ricama la vita”.  

A domani con il Retino e tanto altro ancora.

 

 

1 commento:

  1. Grazie Angela, sei tu poesia col tuo sentire, che trasforma in poesia i tuoi commenti in prosa. <3

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