E uno sconosciuto il 17 gen 2021 scrive: Grazie, Angela!
Straordinario questo atteggiamento dei poeti di fronte alla parola. Essi sanno
bene che la parola è contemporaneamente il tramite per il salto al sovraumano e
il fine di una precisa e connotata esperienza poetica, il suo hic et nunc. Allo
stesso modo essa è significante di realtà ma significato di contemplazione
poetica. Questa ambivalenza è la croce e la delizia del poeta. Grazie sempre!
Buona domenica! E, purtroppo ho perso il raccordo, ma questa splendida
pagina potrebbe essere di Mariateresa, ne ravviso lo stile. È un messaggio
altamente poetico e profondamente realistico. Se mi sto sbagliando, siete
invitati a intervenire per appropriarvi di questo magnifico scritto: “Come
fiorisce una fine”. L'ultimo anelito assiste informe al suo principio
che è fine. Chiassosa come il mare spettinato dal vento come il tumulto di un
cuore che ripudia l'inverno come un calcio al vuoto che inscatola luoghi e non
luoghi. Fiorire cui sempre la sera assiste. Come il morire. Si gioca al
risparmio arginando i prati verdi del cielo. Morsi di fiele a svezzare il mare
appena nato in culle di miele. Sul fondo di sguardi prosciugati strizzo
ciottoli cerei di vita. In punta di piedi varco la soglia di una parola che non
oso. Per me è ancora, nel varcarla, sfiorare l'abisso. Un abbraccio, Angela! E ancora lo sconosciuto ritorna a commentare "Domenica 17 gennaio 2021: ancora sul tempo di
inizio e fine e un "tra" di mezzo...": A sintesi
eccelsa del mio precedente commento"... Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore mi sono giunte le tue parole le tue parole cariche di te le tue
parole, madre le tue parole, amore le tue parole, amica. Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza erano coraggiose, eroiche le tue parole erano
uomini." (Nazim Hikmet). Poi il 18 gen 2021: Questa,
invece, è la mia consueta poesia! Un abbraccio. “Dove profumano le
parole”. Profumano le parole nel buio di un punto fermo/ che ghiaccia lo
sguardo e appanna gli abbracci,/ finestre serrate dal gelo./ Profumano le
parole nel rosseggiare del lago,/ soffio di luce, che sopravvive alla luna/ e
le regala farfalle incandescenti./ Profumano le parole in un sogno scavato a
mani nude/ nella sabbia dei perché/ che sporca l'alba di granelli di eternità. (M.
Bari), a cui fa da eco e contraltare Elina: L'anima ha le ali, il corpo di
fiore nel quale inciampo perdendo l'equilibrio Fiuta le trasparenti attese, le
lettere mai spedite la mutevole bellezza e l'accoglienza della voce. Vede, ci
vede senza dirci subito per dirci ciò che non sappiamo. (Elina Miticocchio,
16/1/2021 16 gennaio 2019). E ancora lo sconosciuto con i suoi preziosi
approfondimenti ci regala qualcosa su cui riflettere molto: 21 gen
2021. Grazie a Maria Teresa per aver portato questo illuminante
approfondimento, soprattutto nel suo aspetto di distorsione. La parola e
l'umano sono in relazione, nel bene e nel male. La parola ci dona bellezza, ci
migliora, eleva l'umano dalla statica e standardizzata anonima individualità
all'essere persona. Unica, irripetibile, inviolabile. Un dono per il mondo.
Tanti filosofi, da Ricouer a Levinas hanno approfondito il senso sacro della
persona e il suo portato nella realtà umana. La poesia è per le persone, credo.
Né per gli armadi, né per i fiumi, né per il cielo nè per gli orologi. La
poesia è per e delle persone. Buon proseguimento di giornata a tutti! Tutto
condivisibile. Grazie infinite. E grazie a Vito Di Chio che, il 21 gennaio
2021, così interviene: Leggendo nel tuo blog “la POETOLOGA” i commenti
alle “Parole del retino”, noto che hai dato molto spazio, com’era giusto nel
primo mese dell’anno, al tema “tempo”. “All’ombra del tempo” è d’altronde il
terzo capitolo della tua silloge “L’ora dell’ombra e della riva” (2015) che si
apre in esergo con un famoso testo dalle Confessioni di Sant’Agostino, che
trascrivo: “Un fatto è ora limpido e chiaro: né futuro né passato esistono. È
inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente, futuro. Forse sarebbe
più esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del
presente, presente del futuro. Queste tre specie di tempo esistono in qualche
modo nell’animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il
presente del presente è la visione, il presente del futuro l’attesa”. La nostra
esperienza del tempo si struttura come processo di continuità, come flusso
continuo di percezione interiore di ciò che si sedimenta come memoria e si
annuncia come attesa. Il “presente del presente”- afferma Agostino - è la
“visione”. Più che visione bisognerebbe tradurre il termine latino che Agostino
usa - “contuitus” come “attenzione”: è cioè quello sguardo dello spirito
penetrante e libero (- intuitus), quella capacità finissima dello spirito umano
di scoprire (di ritrovare) UNITÁ nella molteplicità delle verità parziali
(con-tuitus) con cui ci confrontiamo nel nostro quotidiano. (Vito Di
Chio). Grazie, Vito, per questo tuo riportare alla memoria la mia silloge
poetica con il riferimento a Sant’Agostino da te così bene integrato. Ed Elina di rimando il 23 gen 2021: In questo mionostro deserto
ciascuno vorrebbe scappare dalla propria stanza d'amore. Il vero conforto è
dentro questo mese, questo giorno, quest'ora in cui l'anima vibra di breve
emozione in una danza acrobatica tra note sparse e preghiera. Ci vuole speranza
e coraggio per camminare e non trascinarsi poichè se il mondo a volte esplode e
il suo peso è insostenibile la melodia che arriva da noi può essere lo sguardo
oltre... e qui davvero sto perdendo il conto perché ci sono ancora
bellissimi commenti che non so più se ho riportato o meno nei blog precedenti.
Per esempio, quello di Mariateresa del 25 gennaio 2021: Angela cara,
quanti temi, ardenti si è toccato in queste righe... Così intense da richiedere
un Tempo di riflessione. Il Tempo sacro di una naturale metabolizzazione, per
riuscire a staccare i piedi da terra e guardare le cose dall'alto. A presto! E
sempre grazie. E poi, ancora, su "Quarant'anni... (per te, Nico)",
28 gen 2021: Angela... Quanto profondamente conosco queste
"bugie"! E, al solito, ho le lacrime agli occhi! Sono di ieri questi
miei versi. Te li dono, con una carezza gentile. Implosione Cos'è questo vento/
che implode dentro/ vado di acqua in acqua masticando./ Torbida e stagnante nel
ticchettio/ che confonde l'onda amante / senza sposa da accarezzare./ Ora che
urge la tua mancanza/ faccio risvolti segnati dal troppo sale/ che imbratta i
margini del mio cuore/ se più di te non dicon/ e custodisco farfalle… E
sono io a non osare di invadere la sacralità di questo tuo ricordo, carissima
Mariateresa. Condivido con te quanto mi scrivi a commento su "Sabato 30 gennaio 2021: Nico Mori, poeta nella
vita e nella scrittura". 30 gen 2021 Che
meraviglia... Un silenzioso abbraccio, Angela! Che ricambio con tanto tanto cuore. E desidero concludere con una poesia che mi è pervenuta per altre vie e che è un inno alla Parola, alla Speranza, alla Vita. È dell’impareggiabile sollecitatore e vivificatore di sogni, Mattia Cattaneo: Doniamo
allo specchio le parole di una Vita./ Accogliamo i silenzi della natura./
Leggiamoci di più tra le righe del giorno./ Salutiamo il sole ogni volta che lo
incontriamo.// Regaliamoci tutti i giorni un sorriso. Ed è una sapientissima esortazione che faccio mia e che facciamo nostra. Per vivere meglio. Insieme. Alla prossima.
Appena letto, tutto d'un fiato... non sbagli. Quei versi sono miei. E ti ringrazio per averci "ravvisato lo stile"!
RispondiEliminaDirupi
RispondiEliminaDi lingua che tace/
ne abbiamo fatto letteratura./
Relegati nelle quattro mura /
del non senso, del non detto,/
stiliamo dizionari./
Ce ne stiamo qui
a ruminare parole/
a svuotare il cestino del dimenticatoio/
dai propositi appallottolati/
a svelare dei vetri le incrinature/
a sgomberare l'arredo di certezze./
Maschere./
Pagine sbagliate /
come risposte crocettate a caso/
nei tormenti, nei dubbi,/
di una via, di una vita,/
a strapiombo sui dirupi./
M. Bari
Eccoti Angela cara, i versi che mi hai chiesto di condividere. Un caro abbraccio ❤️