mercoledì 24 febbraio 2021

Mercoledì 24 febbraio 2021: nel Retino ho catturato…

Prima di ogni altra cosa il mio auguro di sereno e dolcissimo COMPLEANNO (91 primavere portate splendidamente) alla mia amatissima AMICA Ada De Judicibus. Con l’unico mio dono possibile: “Grattacielo”

Quanto cielo quanto cielo per me!/ Sono una casa che colloquia con le nuvole/ al puro spazio apro mille finestre/ do asilo a uccelli di vetta./ Quanta gloria di cielo intorno a me!/ Io respiro l’assoluto/ penetro nel suo silenzio.// E aspiro agli astri/ agli astri offro lo specchio/ delle mie vetrate./ Sono un diamante solitario:/ sul grigio groviglio/ di strade e di case che sovrasto/ rifletto luce./ Sono un inno ascensionale,/ il mio giardino pensile/ è un sospiro di verticalità. (Ada De Judicibus)

Mia carissima Ada, hai scritto una bellissima poesia. Molto originale e molto “spirituale”. Nella immedesimazione col grattacielo c’è davvero tanto cielo e tanto “anelito alla verticalità” dopo tanta luce ad inondare vetrate e riflessi interiori negli specchi che moltiplicano all’infinito la tua anima, circonfusa di azzurro e nuvole leggere: “inno ascensionale”. Splendido verso che occupa il rigo intero, dilatandosi nello spazio centrale e guadagnando una via di fuga che sembra volare verso l’infinito, in senso orizzontale e verticale. Una nuova dimensione di te, oltre i fiori che ami, la casa avvertita sempre come rifugio e protezione, gli uccelli che hanno intenerito e inteneriscono i tuoi giorni con la loro fragilità e il loro gioioso canto, regalandoti da sempre fremiti di meravigliosa libertà interiore, oltre i cancelli della tua timidezza e ritrosia... Per questo ti scopri prezioso “diamante solitario”... in una “gloria di cielo intorno a te”, con “mille finestre spalancate”, respirando “l’assoluto”. (Non pensi di aver incontrato Dio in tanta purezza e svettante armonia?). Ti abbraccio, come sempre. Angela

(Ada De Judicibus è nata e vissuta a Molfetta. Di recente si è trasferita a Milano. Laureata in Lettere, ha insegnato nelle Scuole Superiori della sua città. Ha pubblicato 15 raccolte di poesia ed alcuni racconti. Dal 1985 al 1994 ha partecipato con esiti eccellenti ai concorsi nazionali di poesia; ha poi condotto una vita letteraria piuttosto appartata, pubblicando i suoi libri con poca diffusione. Ha, però, sempre proposto i suoi versi sui due periodici “La Vallisa”di Bari, e“Vernice” di Torino, ed ha partecipato a pregiate antologie. Nella rivista della sua città “L’Altra Molfetta” per molti anni ha pubblicato articoli di poesia e prosa. La sua opera, gratificata da recensioni e lettere private di critici autorevoli, è stata analizzata in saggi, fra cui due monografie di Vincenzo Laforgia e, nel 2019, “la poesia degli istanti puri” di Marco Ignazio De Santis)

Ed ecco una vera perla catturata su FB dal mio Retino sempre vigile e attento. Si tratta di una bellissima poesia di Nikos Kazantzakis, con ottimo commento critico di Maria Pia Latorre: “Mi do ad ogni cosa”: Mi do ad ogni cosa/ Amo, soffro, lotto/ L’universo mi sembra più ampio della mente,/ il mio cuore un mistero oscuro e onnipotente/ Se puoi, Anima, sollevati/ sopra le onde mugghianti/ e afferra tutto il mare/ con una sola giravolta del tuo occhio./ Trattieni bene il tuo senno,/ che non vacilli./ E tutto d’un colpo torna a inabissarti/ nel mare e prosegui la lotta./ Il nostro corpo è una nave/ e naviga sopra acque color blu scuro./ Qual è il nostro scopo?/ Far naufragio!

Mi do ad ogni cosa. Già, nel primo emi-verso, personalmente, sono stesa, k.o. Un emi-verso che è un universo! Mi do ad ogni cosa, cioè do me stessa ad ogni cosa. Ogni cosa significa tutto: interiorità, relazione col mondo, partecipazione. Mi do ad ogni cosa totalmente. Seguono tre verbi che sono i fondamentali dell'esistenza, poiché ne racchiudono l'essenza di amore, travaglio e difficoltà umane alle quali mai dobbiamo arrenderci: amo, soffro, lotto. La capacità di lottare porta il Poeta ad esortare la sua Anima: "sollevati e afferra tutto il mare". Grande forza, pathos in tensione emotiva, che si fa tenacia nell'azione. Solo ad un Poeta 'di mare' e mistico sarebbe potuta riuscire una sintesi così efficace! Le immagini allegoriche ci stordiscono per grandezza e ci consegnano un messaggio poetico che va intimamente assaporato.

Grazie, mia carissima Maria Pia, per avermi dato l’ok per pubblicarla col tuo commento nel mio blog. Occorre fare contaminazione (per contrastare quella ferocemente negativa della pandemia nel nostro pianeta). Occorre fare “rete” perché “l’unione fa la forza”. Banalmente così, ma io ci credo con umiltà e determinazione, che l’amore per la scrittura, per gli altri e tutto ciò che è “altro da me” mi impone, con coraggio e leggerezza insieme.

E ora l’amore per mia figlia Raffaella e per la sua scrittura, ma anche la grande sintonia che avverto con Francesca Pice e la sua totalizzante passione per la pioggia, metafora della vita, mi spingono a pubblicare la poesia “Della pioggia l’odore” (Raffaella Leone), recuperata per caso in una delle mie tante agende. Sarà una sorpresa/dono anche per lei. È una poesia che io ritengo stupefacente: Della pioggia l’odore/ nasce prima/ come l’ospite in anticipo/ che bussa senza insistere./ Va danzando spandendosi/ nell’aria in silenzio./ Della pioggia l’odore/ appartiene ai poeti/ che lo sentono arrivare/ alle narici golose/ subito/ come i cani che braccano la volpe./ Della pioggia l’odore/ è la porta d’ingresso/ che già bagna la terra./ Della pioggia l’odore/ è già malinconia./ Poi la pioggia/ potrà passare senza cadere/ ma l’idea di lei si avvinghia/ alla pelle come alla penna/ e sul foglio è già caduta/ lenta o tumultuosa/ versando parole./ Della pioggia l’odore/ nasce prima e rimane/ a pranzo nella casa/ dei poeti.

Ed ora inviterei Francesca a fare un commento. E mi piacerebbe tanto ricevere altri commenti dagli amici che seguono il Retino e leggono questo blog e che amano partecipare attivamente a queste poesie e parole che il retino continuamente cattura. Profondamente grata. Angela


2 commenti:

  1. Hai scelto poesie davvero intenso ed originali, Angela! Quanto è salutare questo confronto. C'è così tanta vicinanza, nonostante la distanza. Nonostante l'alterità. Anzi credo proprio GRAZIE all'alterità! Un abbraccio!

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  2. Questa una poesia scaturita dalle riflessioni fatte precedenza, nel retino e sul blog.

    Monologhi

    Girano voci caramellate attorno.
    Ascolto.
    Nessuna traccia di dialogo
    nella deflagrazione degli sguardi,
    nel tessuto armonico intossicato,
    da chiacchiere e veleno,
    nel silenzio fragoroso del verbo dare.
    Siamo monologhi che si urtano.
    M. Bari

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