Miei carissimi amici del Retino e del blog, a proposito delle sfide, di cui ho parlato nel Retino di venerdì 5 febbraio, in riferimento alla poesia si Alberto Tarantini “Lo sbarco”, contenuta nella raccolta di poesie La sfida del geco (SECOP edizioni 2016), sento la necessità di fare qualche puntualizzazione. Venerdì, come ben sapete, ero reduce dalla presentazione del Saggio su Maria Montessori ad opera di Valeria Rossini ed ero molto stanca ed emozionata, ma non mi sottrassi al nostro appuntamento, rimandandolo solo di mezz’ora. In realtà, ebbi appena il tempo di cambiare leggermente postazione e subito dovetti imbarcarmi nella lettura e interpretazione delle due impegnative poesie, che avevo programmato di presentarvi. La prima di Alberto, che poi divenne la seconda, e “Le chiavi” di Zaccaria Gallo, che lessi e commentai in prima battuta, partendo dalle “chiavi” di Roberta Lipparini perché le avevo trovate completamente antitetiche nel loro significato e perciò mi spingevano a prenderle in esame e ad analizzate. Devo precisare che la poesia di Zaccaria fa parte della silloge Sigillo di necessità (SECOP edizioni, 2012). Due sillogi un po’ datate, ma proprio per questo recuperate alla vostra attenzione perché davvero molto interessanti e arricchenti anche per via di due modi di fare poesia decisamente diversi, ma con esiti estremamente catturanti nell’uno e nell’altro caso. So che avrei potuto fare molto meglio con due poesie così belle e profonde (ho risentito quello che ho detto e so quello che avrei voluto e potuto dire) e, nonostante il generoso quanto ironico e divertente commento di Alberto Tarantini, so che è stata una sfida superiore alle mie forze di quasi ottuagenaria. E, a questo punto, devo confessarvi che ogni nostro incontro è una sfida per me perché cerco ogni volta di combattere contro i momentanei vuoti della mente (per fortuna non del cuore!) che la lunga degenza nei vari Centri ortopedici, igienizzanti e fisioterapici mi ha lasciato mio malgrado, e contro cui mi attrezzo quotidianamente a recuperare frammento dopo frammento persino la mia storia personale, di cui ancora alcuni pezzi vagano nel cielo di molte lune. Di qui, lo sforzo per “catturare” e fissare nella mente le parole prima, durante e dopo averle ingabbiate nel mio Retino. Ci sono degli attimi bui, ma poi le sinapsi si interconnettono e le riafferro, le mie parole, per commentarle con i miei lunghi tempi del raccontare. Ecco, io le racconto, alla fine, le parole in veste di poesie, non le spiego perché le poesie e tutto ciò che nasce dalle nostre emozioni e illuminazioni di corpo-mente-cuore-anima, e si traduce in Bellezza e Arte, non deve essere spiegato ma solo vissuto e rivissuto nel/nella nostro/nostra corpo-mente-cuore-anima. Dunque, sono le mie interpretazioni che vanno prese così, con la leggerezza di un sussurro di quasi intuizione/verità/ spiritualità e un soffio di quasi invenzione/creatività/immaginazione. Nuove SFIDE, dunque? Sì! Certamente. La sfida è coraggio di mettersi in gioco; è determinazione al superamento degli ostacoli e della paura che non ci fa osare; è necessità di mettere a nudo le nostre imperfezioni che ci rendono umani per tentare, fin dove è possibile, di superare i nostri limiti (con l'aiuto anche degli altri); è anche saper condire il nostro viaggio esistenziale con l’acutezza dei nostri sensi (per quello che è nelle nostre facoltà), l’arguzia del nostro argomentare, l’ironia e l’autoironia che ci mettono al riparo da rovinose cadute di… senno e di stile! Così come è solito fare Alberto Tarantini. Ma anche molti altri nostri autori. Giovanni Romano, per esempio. O anche Federico Lotito. I compianti Silvana Folliero, Primo Leone, Nico Mori. E potrei continuare ancora per molto. Ma di tutti questi autori parleremo ancora. Anche per questo vi invito ogni volta a intervenire, a dare la vostra versione/intuizione/interpretazione. Il confronto, non smetterò mai di ricordarlo, non può che arricchirci di nuovi sensi, nuovi significati, nuovi perché, su cui riflettere. Mi piacerebbe tanto che foste molti di più ad intervenire con i vostri messaggi: suggerimenti, suggestioni, emozioni, poesie. Avremmo tante voci in più, ciascuna con la sua particolare cifra di pensiero e scrittura, per maggiori e migliori possibilità di “incontro”. E rispondo alla simpatica sollecitazione del caro Tanino Coviello, che mi invita a leggere anche una mia poesia. Ti ringrazio tanto davvero. Prima o poi accadrà. Promesso. Se non vi stancherete di questo nostro modo di stare insieme, avremo ancora tempo per catturare nuove parole, ma anche per riproporre quelle già commentate e riscoprirle sotto altri aspetti, significati, possibilità di orizzonti altri. Magari prendendo in esame una poesia per volta per evitare ingorghi di autori e di parole. E domani tenteremo di dare la “Parola” a Mario Luzi. Come da suggerimento di Mariateresa Bari. Altra sfida che non mi darà il sapore della vittoria, ma si farà stimolo ad affrontare, con i miei scarsi mezzi, l’ardita scalata per guardare all’altissima vetta con il semplice desiderio di “imparare”. Buon giovedì di piccole salutari follie di quasi Carnevale!!!
A domani.
Angela
Non vedo l'ora Angela! A domani.
RispondiEliminaAttendiamo le tue poesie e quelle dell'ostico (per certi versi) Luzi. Grazie!
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