domenica 7 febbraio 2021

Domenica 7 febbraio 2021: del Saggio su Maria Montessori di Valeria Rossini

Presentazione del saggio: Maria Montessori di Valeria Rossini - 5 febbraio 2021

Come fiume che prende vita da una zampillante sorgente piena di luce e scorre agile lungo argini di un percorso che attraversa ben centocinquant’anni di storia per versarsi nel mare turbolento e ricco d’insidie dei nostri giorni, ecco il saggio di Valeria Rossini, Maria Montessori - Una vita per l’infanzia. Una lezione da realizzare - appena pubblicato dalla San Paolo edizioni.

Ho scelto la metafora del fiume, che dalla sorgente del passato giunge alla foce del presente, perché trovo questo saggio della prof. Valeria Rossini ben argomentato, scientificamente e letterariamente, a partire dalla scelta di trattare la figura “complessa, caparbia e geniale” (e cito Andrea Bobbio, suo prefatore) di “donna nuova”, quale è stata ed è Maria Montessori, fino a giungere allo scopo e alle finalità ultime che la pedagogista si prefisse di realizzare.

Tra sorgente e foce si snoda una trattazione chiara, scorrevole, con guizzi interpretativi originali, che toccano la punta dell’iceberg della vita e delle vicende professionali, personali e umane della scienziata e pedagogista anconetana, in riferimento anche ai tempi difficili tra l’Ottocento e il Novecento (“due secoli l’un contro l’altro armati”, come scriveva il buon Manzoni), in cui, tra ambiguità socio-politiche e contraddizioni scientifico-culturali, Maria Montessori fece scelte anche dolorose e coraggiose, per affermare il suo metodo didattico e per fondare le sue “Case dei Bambini” a misura dei reali bisogni di questi ultimi e delle loro innate capacità. E, quindi, per rendere “viva” e “libera” l’infanzia, spesso vittima degli adulti anch’essi purtroppo “armati” contro i bambini a causa della loro sottaciuta “volontà di dirigerli secondo personali convinzioni” (e qui cito un’affermazione dello studioso Scocchera), spesso del tutto errate, ma mai riconosciute come tali. E questo purtroppo accade anche ai nostri giorni, nonostante la “scoperta del bambino” propria del Novecento e le tante conquiste psico-pedagogiche e metodologico-didattiche riguardanti l’Infanzia.

Se la motivazione di Valeria Rossini è, dunque, la lontana scoperta di Maria Montessori e la grande ammirazione provata per la sua personalità (fiume a volte carsico, oscuro, pietroso) e la sua opera, il fine è quello di voler continuare sulla sua scia, con le dovute rinnovate interpretazioni, per far tesoro della sua lezione e per realizzare ancora l’utopia di una società più giusta e solidale, attraverso un bambino “padre dell’uomo”, costruttore di sé stesso con una personalità libera, responsabile, aperta alle curiosità intellettuali ed etico-sociali del proprio tempo a partire dal passato per proiettarsi verso ogni possibile domani. Dunque, un adulto sicuro di sé e motivato verso gli altri. Rivolto a strutturare un “nuovo umanesimo” nella società interplanetaria del prossimo futuro. Tra mille inevitabili contraddizioni, ieri come oggi.

Simone Weil, del resto, afferma che noi siamo abitati appunto da “inevitabili” contraddizioni che sono proprio per questo salutari, perché solo dagli innumerevoli contrasti, che costellano la nostra esistenza, viene fuori una possibile verità su noi stessi, sugli altri, sul mondo, sulla vita. È quanto Valeria Rossini riesce a fare, con apprezzabile maestria e straordinaria competenza, raccontandoci la vita complessa e, per alcuni versi, oscura e insondabile di Maria Montessori, e l’opera vivificatrice delle sue scuole per l’infanzia disadattata e normodotata, sparse in tutto il mondo, con tutti i chiaroscuri e le incrostazioni che, nell’arco di un secolo, ne hanno offuscato luminosità ed efficacia.

Ma le conclusioni, a cui perviene l’Autrice, smontando pregiudizi e costruendo, tessera dopo tessera, l’intero mosaico del “metodo” montessoriano nella sua unicità e nella sua validità anche ai nostri giorni, sono confortanti perché recuperano, oltre la vivida intelligenza della grande pedagogista, non disgiunta da un ironico senso dell’umorismo, anche la sua profonda umanità. Maria Montessori, infatti, pur temendo per la sorte delle sue scuole, spesso snaturate dalla rigida applicazione delle regole del suo metodo, costruito in corso d’opera e, quindi, sempre “in fieri” nelle sue intenzioni e aspirazioni, riesce a rendere più lieve l’amarezza provata, e più forte il suo “universale e imperituro” messaggio: la “necessità di sostenere il bambino nel suo percorso di autorealizzazione e di socializzazione, educandolo all’amore per il lavoro e alla collaborazione con gli altri”. Educandolo soprattutto con amore.

E vorrei concludere con una nota a margine, da poetologa: Valeria, di cui conosco creatività, immaginazione e sensibilità poetica, in qualche modo rompe gli schemi classici del saggio concettuale e razionale per dedicare non a caso, efficacemente e pertinentemente, a mio parere, il suo libro ai figli “Marco e Arianna sorgenti d’amore”; dedica, che ben si attaglia all’ultima connotazione della pedagogista, che ha educato soprattutto “per Amore” e “con Amore”.

Valeria giunge persino a catturarci con un sapidissimo gioco di parole che conclude la sua Introduzione perché ringraziare vorrebbe chi ha saputo rappresentare un punto di riferimento solido in una società liquida, attraversando il tempo con un permanente dinamismo che, fuori da ogni trasposizione ossimorica, costituisce la cifra dell’educazione dei bambini e per i bambini. Inossidabile come l’oro, preziosa come loro.

Una sorta di figura retorica efficace e decisamente bella. La paronomàsia: accostamento di due parole simili con significati diversi.

Basta un apostrofo o meno e tutto s’illumina di verità e di poesia.

A Valeria Rossini vorrei rivolgere infine due domande. La prima: data la felice scelta del sottotitolo, diviso in due definizioni lapidarie. 1. - Una vita per l’infanzia - connotante la personalità e la vita di Maria Montessori. 2. - Una lezione da realizzare - una sorta di imperativo categorico che tu evidenzi per affermare la tua determinazione a realizzare la lezione montessoriana. Ti chiedo: cosa senti di aver realizzato effettivamente nella tua esperienza di pedagogista e di docente che si occupa di pedagogia dell’Infanzia e di formazione degli insegnanti?

La seconda: stiamo parlando anche di un Libro di formazione: sappiamo che il primo ad usare la definizione di “romanzo di formazione” fu Goethe nel ‘700 in Germania, genere che si diffuse rapidamente in Francia, Inghilterra, Italia fino ai nostri giorni. Qui si tratta di un saggio e non di un romanzo: quale significato assume la “formazione” tra disciplina e libertà, in questo contesto?

Grazie. Ti ascolto.

                                         Angela De Leo

Purtroppo, non abbiamo potuto registrare le sintetiche ma chiare e puntuali risposte della prof. Rossini. Risposte, che sarebbero state molto utili per far riflettere opportunamente soprattutto sulla “formazione” nel superamento tra i contrapposti e apparentemente ossimorici principi ad essa sottesi: “disciplina” e “libertà”. Ma ho ricevuto stamattina da lei in dono questa poesia, che ha scritto a Roma mentre svolgeva il lavoro di ricerca dei documenti da consultare e studiare per procedere alla stesura del suo Saggio. Corrispondenza di amorosi sensi? Fate un po’ voi.

              Lungo il Tevere

                Vulnerabile

come il canto strozzato del fiume

la mia ombra si arrampica

lungo il ponte che incespica

     a gettare un appiglio

         un volo di corda

       tra l’acqua e il cielo.

E si specchia nel fondo la coscienza

   come sassolini sordi alla notte

      moltiplicazione frenetica

         di un’illusione ottica

     di un suffragio prospettico

   sul filo funambolo del sogno.

        E tra finestre di luna

              cerco ancora

     terre di parole da abitare

         ora che zingara vago

   spargendo inchiostri e silenzi.

Splendida poesia. Ed io, senza averne assolutamente idea, sono partita con la metafora del fiume…

Chi più zingara e chiaroveggente delle due?

A prestissimo. Ciao.

 

 

 

 

 

  

2 commenti:

  1. Meraviglioso questo viaggio all'interno del mondo del bambino. Educare non è raggiungere una meta, ma viaggiare insieme tra mille panorami. Grazie a Valeria Rossini per aver dato voce alla mia eroina, preferita e a te Angela per le interessantissime riflessioni. Siamo tutti fiumi.

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