Presentazione del saggio: Maria Montessori di
Valeria Rossini - 5 febbraio 2021
Come fiume che prende vita da una zampillante sorgente piena
di luce e scorre agile lungo argini di un percorso che attraversa ben
centocinquant’anni di storia per versarsi nel mare turbolento e ricco d’insidie
dei nostri giorni, ecco il saggio di Valeria Rossini, Maria
Montessori - Una vita per l’infanzia. Una lezione da realizzare -
appena pubblicato dalla San Paolo edizioni.
Ho scelto la metafora del fiume, che dalla sorgente del passato giunge alla foce del presente, perché trovo questo saggio della prof. Valeria Rossini ben argomentato, scientificamente e letterariamente, a partire dalla scelta di trattare la figura “complessa, caparbia e geniale” (e cito Andrea Bobbio, suo prefatore) di “donna nuova”, quale è stata ed è Maria Montessori, fino a giungere allo scopo e alle finalità ultime che la pedagogista si prefisse di realizzare.
Tra sorgente e foce si
snoda una trattazione chiara, scorrevole, con guizzi interpretativi originali,
che toccano la punta dell’iceberg della vita e delle vicende professionali,
personali e umane della scienziata e pedagogista anconetana, in riferimento
anche ai tempi difficili tra l’Ottocento e il Novecento (“due secoli l’un
contro l’altro armati”, come scriveva il buon Manzoni), in cui, tra ambiguità
socio-politiche e contraddizioni scientifico-culturali, Maria Montessori fece
scelte anche dolorose e coraggiose, per affermare il suo metodo didattico e per
fondare le sue “Case dei Bambini” a misura dei reali bisogni di questi ultimi e
delle loro innate capacità. E, quindi, per rendere “viva” e “libera”
l’infanzia, spesso vittima degli adulti anch’essi purtroppo “armati” contro i
bambini a causa della loro sottaciuta “volontà di dirigerli secondo personali
convinzioni” (e qui cito un’affermazione dello studioso Scocchera), spesso del
tutto errate, ma mai riconosciute come tali. E questo purtroppo accade anche ai
nostri giorni, nonostante la “scoperta del bambino” propria del Novecento e le
tante conquiste psico-pedagogiche e metodologico-didattiche riguardanti
l’Infanzia.
Se la motivazione di
Valeria Rossini è, dunque, la lontana scoperta di Maria Montessori e la grande
ammirazione provata per la sua personalità (fiume a volte carsico, oscuro,
pietroso) e la sua opera, il fine è quello di voler continuare sulla sua scia,
con le dovute rinnovate interpretazioni, per far tesoro della sua lezione e per
realizzare ancora l’utopia di una società più giusta e solidale, attraverso un
bambino “padre dell’uomo”, costruttore di sé stesso con una personalità libera,
responsabile, aperta alle curiosità intellettuali ed etico-sociali del proprio
tempo a partire dal passato per proiettarsi verso ogni possibile domani. Dunque,
un adulto sicuro di sé e motivato verso gli altri. Rivolto a strutturare un
“nuovo umanesimo” nella società interplanetaria del prossimo futuro. Tra mille
inevitabili contraddizioni, ieri come oggi.
Simone Weil, del
resto, afferma che noi siamo abitati appunto da “inevitabili” contraddizioni
che sono proprio per questo salutari, perché solo dagli innumerevoli contrasti,
che costellano la nostra esistenza, viene fuori una possibile verità su noi
stessi, sugli altri, sul mondo, sulla vita. È quanto Valeria Rossini riesce a
fare, con apprezzabile maestria e straordinaria competenza, raccontandoci la
vita complessa e, per alcuni versi, oscura e insondabile di Maria Montessori, e
l’opera vivificatrice delle sue scuole per l’infanzia disadattata e
normodotata, sparse in tutto il mondo, con tutti i chiaroscuri e le
incrostazioni che, nell’arco di un secolo, ne hanno offuscato luminosità ed
efficacia.
Ma le conclusioni, a
cui perviene l’Autrice, smontando pregiudizi e costruendo, tessera dopo
tessera, l’intero mosaico del “metodo” montessoriano nella sua unicità e nella
sua validità anche ai nostri giorni, sono confortanti perché recuperano, oltre
la vivida intelligenza della grande pedagogista, non disgiunta da un ironico
senso dell’umorismo, anche la sua profonda umanità. Maria Montessori, infatti,
pur temendo per la sorte delle sue scuole, spesso snaturate dalla rigida
applicazione delle regole del suo metodo, costruito in corso d’opera e, quindi,
sempre “in fieri” nelle sue intenzioni e aspirazioni, riesce a rendere più
lieve l’amarezza provata, e più forte il suo “universale e imperituro”
messaggio: la “necessità di sostenere il
bambino nel suo percorso di autorealizzazione e di socializzazione, educandolo
all’amore per il lavoro e alla collaborazione con gli altri”. Educandolo
soprattutto con amore.
E vorrei concludere
con una nota a margine, da poetologa: Valeria, di cui conosco creatività,
immaginazione e sensibilità poetica, in qualche modo rompe gli schemi classici
del saggio concettuale e razionale per dedicare non a caso, efficacemente e
pertinentemente, a mio parere, il suo libro ai figli “Marco e Arianna sorgenti d’amore”; dedica, che ben si attaglia
all’ultima connotazione della pedagogista, che ha educato soprattutto “per Amore” e “con Amore”.
Valeria giunge persino
a catturarci con un sapidissimo gioco di parole che conclude la sua
Introduzione perché ringraziare vorrebbe chi
ha saputo rappresentare un punto di riferimento solido in una società liquida,
attraversando il tempo con un permanente
dinamismo che, fuori da ogni trasposizione ossimorica, costituisce la cifra
dell’educazione dei bambini e per i bambini. Inossidabile come l’oro, preziosa
come loro.
Una sorta di figura
retorica efficace e decisamente bella. La paronomàsia:
accostamento di due parole simili con significati diversi.
Basta un apostrofo o meno e tutto s’illumina di verità e di
poesia.
A Valeria Rossini
vorrei rivolgere infine due domande. La prima: data la felice scelta del
sottotitolo, diviso in due definizioni lapidarie. 1. - Una vita per l’infanzia - connotante la personalità e la vita di
Maria Montessori. 2. - Una lezione da
realizzare - una sorta di imperativo categorico che tu evidenzi per
affermare la tua determinazione a realizzare la lezione montessoriana. Ti
chiedo: cosa senti di aver realizzato
effettivamente nella tua esperienza di pedagogista e di docente che si occupa
di pedagogia dell’Infanzia e di formazione degli insegnanti?
La seconda: stiamo
parlando anche di un Libro di
formazione: sappiamo che il primo ad usare la definizione di “romanzo di
formazione” fu Goethe nel ‘700 in Germania, genere che si diffuse rapidamente
in Francia, Inghilterra, Italia fino ai nostri giorni. Qui si tratta di un
saggio e non di un romanzo: quale
significato assume la “formazione” tra disciplina e libertà, in questo
contesto?
Grazie. Ti ascolto.
Angela
De Leo
Purtroppo, non abbiamo
potuto registrare le sintetiche ma chiare e puntuali risposte della prof.
Rossini. Risposte, che sarebbero state molto utili per far riflettere opportunamente
soprattutto sulla “formazione” nel superamento tra i contrapposti e
apparentemente ossimorici principi ad essa sottesi: “disciplina” e “libertà”. Ma
ho ricevuto stamattina da lei in dono questa poesia, che ha scritto a Roma
mentre svolgeva il lavoro di ricerca dei documenti da consultare e studiare per
procedere alla stesura del suo Saggio. Corrispondenza di amorosi sensi? Fate un po’ voi.
Lungo il Tevere
Vulnerabile
come il canto strozzato del fiume
la mia ombra si arrampica
lungo il ponte che incespica
a gettare un
appiglio
un volo di
corda
tra l’acqua e il
cielo.
E si specchia nel fondo la coscienza
come sassolini sordi
alla notte
moltiplicazione
frenetica
di
un’illusione ottica
di un suffragio
prospettico
sul filo funambolo
del sogno.
E tra finestre
di luna
cerco
ancora
terre di parole da
abitare
ora che zingara
vago
spargendo inchiostri
e silenzi.
Splendida poesia. Ed io,
senza averne assolutamente idea, sono partita con la metafora del fiume…
Chi più zingara e
chiaroveggente delle due?
A prestissimo. Ciao.
Grazie! Rita Vecchi
RispondiEliminaMeraviglioso questo viaggio all'interno del mondo del bambino. Educare non è raggiungere una meta, ma viaggiare insieme tra mille panorami. Grazie a Valeria Rossini per aver dato voce alla mia eroina, preferita e a te Angela per le interessantissime riflessioni. Siamo tutti fiumi.
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