sabato 27 febbraio 2021

Sabato 27 febbraio 2021: l'AMICIZIA in POESIA...

dal Retino: venerdì 26 febbraio 2021

AMICIZIA

L’amicizia è, in linea di massima, come si è soliti leggere, un rapporto tra due (o più) persone che nel tempo hanno scoperto una carica emotiva particolare, fondata sull’affetto, la sincerità, la disponibilità reciproca ad essere comunque presenti per qualsiasi evenienza della vita (le “affinità elettive” goethiane?). I valori fondanti, dunque, sono: fiducia, lealtà, reciprocità. Per potersi fidare e affidare… per potersi esprimere e poter comunicare in assoluta libertà, anche litigando magari, e criticandosi a vicenda, ben sapendo che si tratta solo e sempre di una critica costruttiva per aiutarci a crescere e a maturare nuovi e più giusti comportamenti, soprattutto quando le sfide della vita si intensificano col passare degli anni e si ha bisogno di una mano di aiuto, di conforto, di speranza.

Tutto vero e condivisibile penso, ma l’amicizia, in cui io credo e confido, nonostante clamorose e dolorose smentite, proprio sulla mia pelle e di cui porto cicatrici indelebili, è forse anche di più. È più disinteressata, più forte e più tenace dell’amore perché nasce e cresce e si consolida lentamente nel tempo e perdura oltre il tempo stesso. Oltre lo spazio non condiviso. Non esplode d’improvviso come l’amore, soprattutto nella fase iniziale dell’innamoramento e non si nutre di forti emozioni che mettono il cuore in subbuglio con un totale stordimento della mente, e conseguente perdita del lume della ragione. E, anche quando diventa sentimento profondo, quest’ultimo rimane fragile come cristallo perché è sempre fonte altalenante di dubbi, di attese, di sofferenza per le mancate risposte in ugual misura alla propria intensità, che non è quasi mai reciproca o non rispetta quasi mai i tempi dell’essere effettivamente in due. Naturalmente, non si deve mai generalizzare. Ci sono fortunate eccezioni (che confermano la regola?). L’amore, tra l’altro, è necessariamente fatto di desiderio, di corporeità, di passione. Ed è tutto questo a renderlo ricattatorio e debole. L’amicizia, invece, quella autentica, è pura. Non chiede nulla oltre quello che dà. È silenzio e parola. È intesa e soccorso nel momento dell’urgenza di una mano, sia nella gioia che nel dolore. Anzi, secondo me (ma sono in buona anche se rara compagnia!), è più vera quando si gioisce insieme della fortuna dell’altro, della sua felicità, che potrebbe anche escluderci ma mai ferirci nella comprensione che l’amore ha bisogno di esclusività e di intimità. L’amicizia, invece, è un ESSERCI senza esserci. E ha risposte senza che ci siano domande. Utopia? Forse. Se per utopia intendiamo tutto ciò che potrebbe ancora verificarsi. Ma anche andando indietro nel tempo ci confortano i trattati sull’amicizia da Aristotele a Cicerone, dagli esempi tratti dal Vangelo a Dante fino ad alcuni saggi di studiosi contemporanei (Paolo Crepet, per esempio, e i suoi illuminanti saggi, vedi Solitudini, che è il contrario dello stare insieme con amicizia…). E che dire dei romanzi per adulti e bambini? Da L’Amica geniale di Elena Ferrante a Mille splendidi soli di Khaled Osseini, alla Gabbianella… di Luis Sepùlveda. Sono tutte voci autorevoli a conferma di quanto detto o ipotizzato sino qui, anche se oggi viviamo davvero sotto un cielo capovolto, in cui quelli della mia generazione non si ritrovano più. I social hanno imprigionato la vera amicizia per sdoganare quella senza fondamento e senza spessore affettivo ed etico. A questo proposito, Mariateresa Bari mi ha mandato sul blog una sua poesia molto amara. Una vera denuncia, urlata col cuore. Si intitola “Monologhi”: Girano voci caramellate attorno./ Ascolto./ Nessuna traccia di dialogo/ nella deflagrazione degli sguardi,/ nel tessuto armonico intossicato,/ da chiacchiere e veleno,/ nel silenzioso fragore del verbo dare./ Siamo monologhi che si urtano.

Ma io preferisco l’utopia e la voce dei poeti… anche quella dei cantautori, che sull’amicizia hanno scritto splendide canzoni… Sono possibilista più che ottimista.

Ed ecco alcuni Versi, che dedico a Nico, ma anche a tutti noi. Nella speranza che anche tra noi questo sentimento rarissimo ma possibile come la neve a primavera ci faccia notare i germogli dei ciliegi già in fiore, perché la primavera sorride sempre nei campi e nel cuore e ci… rincuora.

“Amicizia” di Khalil Gibran:

E un giovane chiese: “Parlaci dell’amicizia”

Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.

È il campo che seminate con amore

E mietete con riconoscenza.

È la vostra mensa e il vostro focolare.

Poiché, affamati, vi rifugiate in lui

E lo cercate per la vostra pace.

“AMICIZIA”

(erroneamente attribuita a Jorge Luis Borges, ma più probabilmente è stata scritta da un Anonimo o anche a più mani, ma vale la pena conoscerla tanto è bella e significativa…)

Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita,

Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori

però posso ascoltarli e dividerli con te.

Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro,

però quando serve starò vicino a te.

Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga

e non cada.

La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei,

però gioisco sinceramente quando ti vedo felice.

Non giudico le decisioni che prendi nella vita,

mi limito ad appoggiarti, a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi.

Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,

però posso offrirti lo spazio necessario per crescere.

Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore,

però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.

Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere,

solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico.

In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico,

in quel momento sei apparso tu…

Non sei né sopra né sotto né in mezzo, non sei né in testa né alla fine della lista.

Non sei né il numero uno né il numero finale e tanto meno ho la pretesa

di essere io il primo, il secondo o il terzo della tua lista.

Basta che tu mi voglia come amico.

Poi ho capito che siamo veramente amici.

Ho fatto quello che farebbe qualsiasi amico:

ho pregato e ho ringraziato Dio per te.

Grazie per essermi amico.

(non sono gran cosa, ma sono tutto quello che posso essere)

Ma sicuramente è di Borges “Contano i legami”

Non sai bene se la vita è viaggio,

se è sogno, se è attesa, se è un piano che si svolge giorno

dopo giorno e non te ne accorgi

se non guardando all’indietro. Non sai se ha senso.

In certi momenti il senso non conta.

Contano i legami.

Infine, ritengo di fare dono gradito pubblicare una poesia di Mario Luzi, di cui domani, 28 febbraio, ricorre il sedicesimo anniversario della morte. La poesia è dedicata alla vita e dell’amicizia. Riguarda, infatti, la vita con tutte le sue gioie e i suoi dolori, affrontata meglio, nel corso degli anni, in compagnia degli amici più cari…

Alla vita

Amici ci aspetta una barca

e dondola nella luce

ove il cielo s’inarca

e tocca il mare, volano

creature pazze ad amare

il viso di Iddio caldo di speranza

in alto in basso cercando

affetto in ogni occulta distanza

e piangono: noi siamo in terra

ma ci potremo un giorno librare

esilmente piegare sul seno divino

come rose dai muri

nelle strade odorose

sul bimbo che chiede senza voce.

 

Amici dalla barca si vede il mondo

e in lui verità che precede

intrepida, un sospiro profondo

dalle foci alle sorgenti;

la madonna dagli occhi trasparenti

scende adagio incontro ai morenti,

raccoglie il cumulo della vita, i dolori

le voglie segrete da anni

sulla faccia inumidita.

Le ragazze alla finestra annerita

con lo sguardo verso i monti

non sanno finire

d’aspettare l’avvenire.

 

Nelle stanze la voce materna

senza origine, senza profondità s’alterna

col silenzio della terra

È bella

e tutto par nato da quella.

Mi piacerebbe avere da voi commenti, giudizi, riflessioni. Spero davvero tanto in un sereno e utile confronto. Vi abbraccio. Buona domenica. 

2 commenti:

  1. La chiusa con l'amato Luzi toglie il fiato, Angela. Ma anche le tue riflessioni sul valore incommensurabile dell' amicizia. Che condivido. Anch'io continuo, nonostante le clamorose smentite ( per usare le Tue parole) a sostenere la mia funzione ostativa. Da sempre e per sempre. Ecco alcuni miei versi di qualche giorno fa...


    Se il cielo rovina

    Se il cielo rovina e non consola
    supina ai piedi del muro,
    di questo muro taciturno che è l'attesa, io guardo.
    Minuscole particelle d'estasi frizzante
    assaporo nell'orizzontale.
    Sono prato che prega
    sentiero che conduce
    onda che pia sfiora e sommessa piange.
    Guardo e non mi do per vinta.

    M. Bari

    RispondiElimina
  2. Come non condividere le tue impressioni e riflessioni sull’AMICIZIA. Angela? Con delicate pennellate poetiche hai messo bene in risalto la dimensione etica che caratterizza questa meravigliosa, forte e fragile relazione tra le persone. Avrei pubblicato tutto il testo poetico di Khalil Gibran, dal quale traspare la ricchezza della mistica e della poesia orientale.
    L’amore gioca un ruolo importante in questa relazione. C’è una osservazione di Theodor W. Adorno che fa luce su questo ruolo: “Sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza”.
    La debolezza e la forza si trovano nella relazione amicale in un momento di tensione altissima, laddove sia l’una che l’altra sono in grado di far frantumare quel miracolo di leggerezza che è l’essere amato o di portarlo alla luce, esaltandolo e dandone testimonianza. Il mostrarsi (…dove puoi mostrarti debole) è legato al linguaggio dei segni, a ciò che rinvia quindi al di là di se stesso, che non ha nulla a che fare con ciò che celebra l’io e lo isola. Solo in questo modo la debolezza non è una forma di svilimento servile, ma di superamento di se stessi, di coinvolgimento dell’altro. Non è neppure una forma strategica di tenersi in riserva la forza per momenti più opportuni, ma la consapevolezza che la relazione affettiva è segnata da un dono reciproco, raccolto da mani che sanno accogliere – non da mani che sanno costruire solo funzionalmente un rapporto. Questa “meditazione della vita offesa” tradisce con chiarezza il bisogno di trascendere una semplice forma di convivenza, che umilia i rapporti: quel mettersi in gioco per sopravvivere ed emergere; quel tipo di comunicazione che è dominato dagli affari, dai ruoli, dalla funzione, per cui ogni relazione tra le persone rischia di essere mercificata. La riflessione di Adorno contiene in sé la sfida ad aprirsi, disarmato, all’altro - senza condizioni, ciò che include la fede nel totalmente Altro, nel quale solo la debolezza è forza e la forza è capacità di amore. (Vito Di Chio)

    RispondiElimina