dal Retino: venerdì 26 febbraio 2021
AMICIZIA
L’amicizia è, in linea di massima, come si è soliti leggere, un rapporto tra due (o più) persone che nel tempo hanno scoperto una carica emotiva particolare, fondata sull’affetto, la sincerità, la disponibilità reciproca ad essere comunque presenti per qualsiasi evenienza della vita (le “affinità elettive” goethiane?). I valori fondanti, dunque, sono: fiducia, lealtà, reciprocità. Per potersi fidare e affidare… per potersi esprimere e poter comunicare in assoluta libertà, anche litigando magari, e criticandosi a vicenda, ben sapendo che si tratta solo e sempre di una critica costruttiva per aiutarci a crescere e a maturare nuovi e più giusti comportamenti, soprattutto quando le sfide della vita si intensificano col passare degli anni e si ha bisogno di una mano di aiuto, di conforto, di speranza.
Tutto vero e condivisibile penso, ma
l’amicizia, in cui io credo e confido, nonostante clamorose e dolorose smentite,
proprio sulla mia pelle e di cui porto cicatrici indelebili, è forse anche di
più. È più disinteressata, più forte e più tenace dell’amore perché nasce e
cresce e si consolida lentamente nel tempo e perdura oltre il tempo stesso.
Oltre lo spazio non condiviso. Non esplode d’improvviso come l’amore,
soprattutto nella fase iniziale dell’innamoramento e non si nutre di forti
emozioni che mettono il cuore in subbuglio con un totale stordimento della
mente, e conseguente perdita del lume della ragione. E, anche quando diventa
sentimento profondo, quest’ultimo rimane fragile come cristallo perché è sempre
fonte altalenante di dubbi, di attese, di sofferenza per le mancate risposte in
ugual misura alla propria intensità, che non è quasi mai reciproca o non
rispetta quasi mai i tempi dell’essere effettivamente in due. Naturalmente, non
si deve mai generalizzare. Ci sono fortunate eccezioni (che confermano la
regola?). L’amore, tra l’altro, è necessariamente fatto di desiderio, di
corporeità, di passione. Ed è tutto questo a renderlo ricattatorio e debole.
L’amicizia, invece, quella autentica, è pura. Non chiede nulla oltre quello che
dà. È silenzio e parola. È intesa e soccorso nel momento dell’urgenza di una
mano, sia nella gioia che nel dolore. Anzi, secondo me (ma sono in buona anche
se rara compagnia!), è più vera quando si gioisce insieme della fortuna
dell’altro, della sua felicità, che potrebbe anche escluderci ma mai ferirci
nella comprensione che l’amore ha bisogno di esclusività e di intimità. L’amicizia,
invece, è un ESSERCI senza esserci. E ha risposte senza che ci siano domande.
Utopia? Forse. Se per utopia intendiamo tutto ciò che potrebbe ancora
verificarsi. Ma anche andando indietro nel tempo ci confortano i trattati
sull’amicizia da Aristotele a Cicerone, dagli esempi tratti dal Vangelo a Dante
fino ad alcuni saggi di studiosi contemporanei (Paolo Crepet, per esempio, e i
suoi illuminanti saggi, vedi Solitudini,
che è il contrario dello stare insieme con amicizia…). E che dire dei romanzi
per adulti e bambini? Da L’Amica geniale
di Elena Ferrante a Mille splendidi soli
di Khaled Osseini, alla Gabbianella…
di Luis Sepùlveda. Sono tutte voci autorevoli a conferma di quanto detto o
ipotizzato sino qui, anche se oggi viviamo davvero sotto un cielo capovolto, in
cui quelli della mia generazione non si ritrovano più. I social hanno
imprigionato la vera amicizia per sdoganare quella senza fondamento e senza
spessore affettivo ed etico. A questo proposito, Mariateresa Bari mi ha mandato
sul blog una sua poesia molto amara. Una vera denuncia, urlata col cuore. Si intitola
“Monologhi”: Girano voci caramellate
attorno./ Ascolto./ Nessuna traccia di dialogo/ nella deflagrazione degli
sguardi,/ nel tessuto armonico intossicato,/ da chiacchiere e veleno,/ nel
silenzioso fragore del verbo dare./ Siamo monologhi che si urtano.
Ma io preferisco l’utopia e la voce
dei poeti… anche quella dei cantautori, che sull’amicizia hanno scritto
splendide canzoni… Sono possibilista più che ottimista.
Ed ecco alcuni Versi, che dedico a
Nico, ma anche a tutti noi. Nella speranza che anche tra noi questo sentimento
rarissimo ma possibile come la neve a primavera ci faccia notare i germogli dei
ciliegi già in fiore, perché la primavera sorride sempre nei campi e nel cuore
e ci… rincuora.
“Amicizia” di Khalil Gibran:
E
un giovane chiese: “Parlaci dell’amicizia”
Il
vostro amico è il vostro bisogno saziato.
È
il campo che seminate con amore
E
mietete con riconoscenza.
È
la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché,
affamati, vi rifugiate in lui
E
lo cercate per la vostra pace.
“AMICIZIA”
(erroneamente attribuita a Jorge Luis Borges, ma più probabilmente
è stata scritta da un Anonimo o anche a più mani, ma vale la pena conoscerla
tanto è bella e significativa…)
Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita,
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori
però posso ascoltarli e dividerli con te.
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro,
però quando serve starò vicino a te.
Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia
mano perché ti sostenga
e non cada.
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei,
però gioisco sinceramente quando ti vedo felice.
Non giudico le decisioni che prendi nella vita,
mi limito ad appoggiarti, a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi.
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere.
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca
il cuore,
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere,
solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico,
in quel momento sei apparso tu…
Non sei né sopra né sotto né in mezzo, non sei né in testa né alla
fine della lista.
Non sei né il numero uno né il numero finale e tanto meno ho la
pretesa
di essere io il primo, il secondo o il terzo della tua lista.
Basta che tu mi voglia come amico.
Poi ho capito che siamo veramente amici.
Ho fatto quello che farebbe qualsiasi amico:
ho pregato e ho ringraziato Dio per te.
Grazie per essermi amico.
(non
sono gran cosa, ma sono tutto quello che posso essere)
Ma sicuramente è di Borges “Contano i legami”
Non sai bene se la vita è viaggio,
se è sogno, se è attesa, se è un piano che si svolge giorno
dopo giorno e non te ne accorgi
se non guardando all’indietro. Non sai se ha senso.
In certi momenti il senso non conta.
Contano i
legami.
Infine,
ritengo di fare dono gradito pubblicare una poesia di Mario Luzi, di cui
domani, 28 febbraio, ricorre il sedicesimo anniversario della morte. La poesia
è dedicata alla vita e dell’amicizia. Riguarda, infatti, la vita con tutte le
sue gioie e i suoi dolori, affrontata meglio, nel corso degli anni, in
compagnia degli amici più cari…
Alla vita
Amici
ci aspetta una barca
e dondola
nella luce
ove
il cielo s’inarca
e tocca
il mare, volano
creature
pazze ad amare
il
viso di Iddio caldo di speranza
in
alto in basso cercando
affetto
in ogni occulta distanza
e piangono:
noi siamo in terra
ma
ci potremo un giorno librare
esilmente
piegare sul seno divino
come
rose dai muri
nelle
strade odorose
sul
bimbo che chiede senza voce.
Amici
dalla barca si vede il mondo
e in
lui verità che precede
intrepida,
un sospiro profondo
dalle
foci alle sorgenti;
la
madonna dagli occhi trasparenti
scende
adagio incontro ai morenti,
raccoglie
il cumulo della vita, i dolori
le
voglie segrete da anni
sulla
faccia inumidita.
Le
ragazze alla finestra annerita
con
lo sguardo verso i monti
non
sanno finire
d’aspettare
l’avvenire.
Nelle
stanze la voce materna
senza
origine, senza profondità s’alterna
col
silenzio della terra
È bella
e tutto
par nato da quella.
Mi piacerebbe avere da voi commenti, giudizi, riflessioni. Spero davvero tanto in un sereno e utile confronto. Vi abbraccio. Buona domenica.
La chiusa con l'amato Luzi toglie il fiato, Angela. Ma anche le tue riflessioni sul valore incommensurabile dell' amicizia. Che condivido. Anch'io continuo, nonostante le clamorose smentite ( per usare le Tue parole) a sostenere la mia funzione ostativa. Da sempre e per sempre. Ecco alcuni miei versi di qualche giorno fa...
RispondiEliminaSe il cielo rovina
Se il cielo rovina e non consola
supina ai piedi del muro,
di questo muro taciturno che è l'attesa, io guardo.
Minuscole particelle d'estasi frizzante
assaporo nell'orizzontale.
Sono prato che prega
sentiero che conduce
onda che pia sfiora e sommessa piange.
Guardo e non mi do per vinta.
M. Bari
Come non condividere le tue impressioni e riflessioni sull’AMICIZIA. Angela? Con delicate pennellate poetiche hai messo bene in risalto la dimensione etica che caratterizza questa meravigliosa, forte e fragile relazione tra le persone. Avrei pubblicato tutto il testo poetico di Khalil Gibran, dal quale traspare la ricchezza della mistica e della poesia orientale.
RispondiEliminaL’amore gioca un ruolo importante in questa relazione. C’è una osservazione di Theodor W. Adorno che fa luce su questo ruolo: “Sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza”.
La debolezza e la forza si trovano nella relazione amicale in un momento di tensione altissima, laddove sia l’una che l’altra sono in grado di far frantumare quel miracolo di leggerezza che è l’essere amato o di portarlo alla luce, esaltandolo e dandone testimonianza. Il mostrarsi (…dove puoi mostrarti debole) è legato al linguaggio dei segni, a ciò che rinvia quindi al di là di se stesso, che non ha nulla a che fare con ciò che celebra l’io e lo isola. Solo in questo modo la debolezza non è una forma di svilimento servile, ma di superamento di se stessi, di coinvolgimento dell’altro. Non è neppure una forma strategica di tenersi in riserva la forza per momenti più opportuni, ma la consapevolezza che la relazione affettiva è segnata da un dono reciproco, raccolto da mani che sanno accogliere – non da mani che sanno costruire solo funzionalmente un rapporto. Questa “meditazione della vita offesa” tradisce con chiarezza il bisogno di trascendere una semplice forma di convivenza, che umilia i rapporti: quel mettersi in gioco per sopravvivere ed emergere; quel tipo di comunicazione che è dominato dagli affari, dai ruoli, dalla funzione, per cui ogni relazione tra le persone rischia di essere mercificata. La riflessione di Adorno contiene in sé la sfida ad aprirsi, disarmato, all’altro - senza condizioni, ciò che include la fede nel totalmente Altro, nel quale solo la debolezza è forza e la forza è capacità di amore. (Vito Di Chio)