Propongo un commento del caro Lino De Vento alla poetologa di lunedì 28 giugno: felicità è la vittoria con un pallone?...: Certo! La felicità, che ha sempre valore istantaneo, può essere anche la vittoria con un pallone… Se fai goal sei ancora più felice perché doni a te stesso e alla tua squadra un momento di grande esaltazione. E nella coppa che hai vinto sono impresse le fatiche e i sacrifici che ti hanno portato a quel risultato. Insomma il principio della “rosa del piccolo principe!”. Grazie di cuore, Lino. Un commento che mi ha fatto riflettere molto sulla grande “esaltazione del momento”, che possiamo chiamare felicità, e la gioia più grande che deriva dalla condivisione di un goal tra tutti i calciatori e i tifosi. Ancora più significativa è la puntualizzazione che, in quella vittoria, ci sono “impresse” le fatiche non disgiunte dai tanti sacrifici per ottenere quei risultati. Mi viene in mente una poesia “Goal” di Umberto Saba, tratta dal suo Canzoniere, sezione Parole (Questi versi fanno parte del ciclo Cinque poesie per il gioco del calcio. “Goal” è la più meritamente famosa perché coglie il momento della maggiore esaltazione della vittoria della squadra che ha segnato e della più grande disperazione del portiere che ha ricevuto la sconfitta. Ma ecco i versi su cui davvero occorre riflettere molto anche alla luce di quanto accaduto ieri sera con la meritatissima vittoria degli azzurri contro i quotatissimi “diavoli rossi” del Belgio: il portiere caduto alla difesa/ ultima vana, contro terra cela/ la faccia, a non veder l’amara luce./ Il compagno in ginocchio che l’induce/ con parole e con la mano, a rilevarsi,/ scopre pieni di lacrime gli occhi suoi./ La folla - unita ebbrezza - par trabocchi/ nel campo. Intorno al vincitore stanno,/ al suo collo si gettano i fratelli./ Pochi momenti come questo belli,/ a quanti l’odio consuma e l’amore,/ è dato, sotto il cielo, di vedere./ Presso la rete inviolata il portiere/ - l’altro - è rimasto. Ma non la sua anima,/ con la persona vi è rimasta sola./ La sua gioia si fa una capriola,/ si fa baci che manda da lontano./ Della festa - egli dice - anch’io son parte. Capolavoro psicologico oltre che struttura letteraria di pregevoli endecasillabi. Mi sembra di rivivere, scena dopo scena, quanto accaduto ieri. Ma ancora più degna di nota è la splendida pagina di Valentino Losito, poeta, scrittore, giornalista, amico.
QUANDO
I BAMBINI FANNO OH...
C'è
qualcosa di nuovo e di antico nell'immagine di questi bambini che con i nasini
all'insù, guardano, rapiti, la partita dell'Italia sullo schermo allestito in
una strada di Ruvo di Puglia.
È
un tratto di composta allegrezza e di insolito stupore, che vale la pena
mettere in salvo dalla dilagante volgarità. Per non confonderlo con la sguaiata
ed esagerata esultanza di tanti "adulti", ancora più incivile e
pericolosa al tempo della pandemia.
Una
scena d'altri tempi - come l'ha giustamente definita Irene Paolino
, autrice della foto, di quando ci si ritrovava per stare insieme con i vicini
di casa e di vicolo e le mani dei ragazzini brulicavano di figurine dei
calciatori.
Noi siamo quelli che ci portiamo nel cuore l'amarezza delle eliminazioni "coreane", il mito di Italia - Germania 4 a 3 e l'entusiasmo per le notti magiche di Madrid e Berlino, ma il grande romanzo popolare del calcio continua. La generazione che ha gioito con Gigi Riva, Roberto Baggio e Paolo Rossi oggi passa il testimone a questi piccoli tifosi azzurri. Nella loro storia, che sta iniziando, sono già spuntati Gianburrasca Barella e lo scugnizzo Insigne. Il primo sgusciante e vincente tra i giganti rossi e l'altro a stendere quella magica pennellata sulla nostra notte tricolore. E i bambini hanno fatto oh... e noi con loro. La favola continua, vogliamo sognare ancora. (Valentino Losito)
Niente davvero di più bello,
significativo, commovente per chi, come me, come noi, ha vissuto il sogno del
calcio innocente e il tifo pulito, rispettoso, generoso… La pagina di Valentino
è una testimonianza di rara bellezza. Un amarcord che ci commuove
profondamente. Forza Azzurri, allora! Con forza e fiducia in una squadra
giovane, entusiasta, talentuosa, coesa. E vale la pena di riportare anche quest’altra
immagine, queste altre meravigliose parole di Apulo Scriba, cioè Mario Sicolo,
poeta, scrittore, giornalista, amico.
MA L'IMMAGINE PIÙ BELLA DI ITALIA-BELGIO È QUESTA
Non è principiato da molto il secondo tempo, quando su un cuoio spiovente subito dopo la metà campo, si fionda Leonardo Spinazzola, che s'inventa uno stop di testa che si tramuta in dribbling. Mentre saetta verso la trequarti, quasi sdrucciola sul prato, e sente qualcosa che non va ai flessori. Si blocca immediatamente, rotea gli indici per fare intendere che non può più andare avanti. Preoccupano le sue condizioni, nell'odio indifferente dei tifosi belgi che lanciano una bottiglietta contro il pedatore ferito. Lo staff medico armeggia intorno a lui, inutilmente. Il ragazzo, fragile da sempre, capisce che, forse, l'Europeo, il suo sogno da bambino, è finito in quel preciso, maledetto istante (che non sia il tendine d'Achille, molti sperano). Le sue mani nascondono volto, singhiozzi e lacrime disperate. Le mani del compagno di squadra Bryan Cristante, invece, han preso a carezzarlo con una dolcezza inaudita sui campi di calcio ed hanno iniziato a curarne il dolore. In quel momento, si è capito che il Belgio non avrebbe mai e poi mai pareggiato...
Il calcio è anche questo. A martedì con la mente e il
cuore rivolti ai nostri Azzurri. Con l’anima accanto a Spinazzola. E incrociamo
le dita per tutti. Per tutto... Buon fine settimana. Prossimamente insieme.
Cara Angela anche oggi stupisci! Le immagini che hai raccolto e le intense parole a commento sono davvero commoventi! Dal canto mio ti riporto alcuni versi ispirati ad una foto che magicamente mi ha trovato in un'ora "percossa e dolente" regalandomi un po'di conforto. Si trattava di una bici solitaria in un bosco, china tra le braccia amorevoli di un ulivo. Ulivo e bici se ne stavano così... Cuore a cuore, incuranti del resto... Un abbraccio forte Angela!
RispondiEliminaCuore a cuore
Lo vedi quel guizzo sul telaio?/
È lì che dimora il ricordo./
Nei raggi che hanno accolto/
esodi e presenze/
senza involucri./
Nel languido abbandonarsi /
ad un fraterno abbraccio,/
nel frinire di un ulivo spatinato,/
che freme tra le fronde./
Nel rombo di un palpito,/
nel verde palmo,/
nel qui ed ora./
Cuore a cuore./
Mariateresa Bari