Piove a
dirotto e un temporale annunciato scuote lucernari, lacera il cuore già provato
da altri tuoni fulmini e saette che, per fortuna, vanno diradando, con ancora
qualche nuvola a macchiare di bianco il cielo in questo agosto che scoppia di
sole...
E, allora,
per accendere le stelle, che pure da qualche parte ci sono, e farle brillare
tutte per noi, desidero proporre, nel mio blog abbandonato, ancora qualche
ballata inedita a cullare l’alba di ferragosto e le tenere, coloratissime,
barchette di Santa Maria che navigano a vista nel mare dei balconi di Corato,
dove ormai risiedo da anni…
Ballata per le diciannove primavere di Anna Paola
(fiorita al mio
cuore come raro fiore)
Un
nuovo refolo di vento dispettoso
si
aggira tra i rami ingemmati del giardino,
e
una pioggia sottile mormora una cantilena
che
da bambina cantavo di buona lena.
M’invento
così una primavera ragazzina
che
vibra tra nuvole di bianchi ciliegi,
e
gioca con i peschi rosa delle tue gote
al
primo canto del giorno e della vita.
Mia
gioia infinita, insegnami a contare
tutto
quello che conta per vincere e osare.
Ti
attese una nonna sognatrice che scrisse
d’amore
e di follie sui muri e sulle foglie
e
meraviglie e incanti ti predisse,
ma
non seppe mai di numeri oltre il dieci
e
per i tuoi diciannove anni come fare?
Mi
mancano nove dita per contare…
Mi
prendi in giro e opponi la scienza esatta
alle
mie parole che scrivo da sempre
e
per sempre con aria distratta.
Ti
ridono gli occhi, quando le leggi,
e ti
sorride il cuore, ma non me lo dici.
E
ridiamo insieme dell’audacia delle rose
nel
fiero verde di ranuncoli e tulipani
e di
narcisi superbi e timide margherite
che
pastellano di mille colori prati e cose.
Tutto
ride d’incanto in una capriola
di
giorni rovesciati perché in un intreccio
di
petali stillanti tu cresca di splendore
e io
dolcemente ridiventi bambina
a
riscoprire nella tua gioia nuove aurore.
Il
nostro andare in due “pelle e cuore”
è un
canto di velieri a sfidare il mare…
In
abbracci notturni inseguiamo sogni
e
una tenera complicità di buio lunare
ci
sorprende sotto il lucernario sul cuscino.
Poi
per intrappolare le stelle silenziose,
e
accendere di luce i tuoi pigri mattini
m’invento
ogni notte un magico retino
per
le assonnate albe come gatti nei cestini…
(e
la pioggia ora ha profumo di gelsomini)
e un raggio di sole bacia albe e parole…
La ballata della campana e campanelle
C'era una
volta una campana
grassa e
bassa
innamorata
del suo campanile
alto e
sottile
che voleva
una campanella
piccola e
snella
che moriva
dietro un preticello
mistico e
bello
A gran voce
la campana
il
campanile chiamava
e sospirava
Indispettito
da quel fracasso
lui la
piantava ogni giorno in asso
si girava a
guardare la campanella
giovane e
bella
che a sua
volta languiva dietro il pretino
che pregava
di buon mattino
(era una
girandola sentimentale
mica male)
Poi la
campana si ammalò di gelosia
e decise
d'andar via
fece un
salto a testa in giù
e il
campanile non la vide più
Il suo
canto allora s'ammutolì
e lui gridò
"finalmente!" lì per lì
Cercò
subito la campanella innamorata
ma lei non
gli corrispondeva pur amata
e
improvvisò un canto a distesa
dal suo
grande amore tutta presa
A lui quel
canto la campana rammentò
e a
cercarla su su nel cielo cominciò
Forò nuvole
vide stelle e tanto azzurro
"perché
sei andata via?" gridò in un sussurro
"bassa
grassa vecchia petulante
ma per me
rimani la campana più importante!"
(Pianse il
campanile pianse a più non posso
pieno di
tanta nostalgia fino all'osso)
La vecchia
campana s'impietosì a quel pianto
e riprese a
suonare per lui come d'incanto
Le
campanelle intenerite le fecero coro
e
cominciarono a confidarsi tra di loro
Era
domenica e il pretino diceva messa
e una
tregua ai loro amori fu concessa
Cantano
ancora oggi campane e campanelle
perché le
storie del cuore sono sempre quelle
Sognano
passeri cinciallegre e pettirossi
anche loro
presi da pratoline e papaveri rossi
ricamano il
cielo d'ali e di magici suoni
per dire a
tutti gli innamorati "siate buoni!"
C'insegnano
sempre ad amare tutta la natura
ci offrono
esempi di intensità e di gioia pura
(Cantano e si rincorrono in questo
giorno solare
perché le storie d'amore non facciano
mai male)
La ballata della casa dei baci
Nell'isola
dei baci rossi più di un tramonto
non trovo
più il fuoco delle labbra ardenti
di perle e
di corallo era la mia bocca allora
un incendio
di vene la casa dei miei sorrisi
(incendio
di vene i rubini dei tuoi sorrisi)
Aveva
trilli d'uccelli la mia ardente casa
tristezza
di gabbiani nella conta delle vele
era
d'azzurro canto azzurro più del mare
s'inondava
di stelle sul finire della sera
(di stelle
si colmava l'azzurro fino a sera)
Colma di
cesti d'uva ciliege e melograni
dolci più
dei favi di miele e d’uvaspina
consumava
carezze e baci rossofuoco
ridenti i
mattini e più ridenti le parole
(un gioco di
mattini erano le parole)
S'è persa
nel bosco di anni la mia casa
che
s'allagava di sole in piena estate
viandante
d'altre rive io l'ho lasciata
in un
intrico di viburni come rovi
(una via
senza ritorno tra spine e rovi)
In una fame
di baci fame senza respiro
mi sono
perduta io nel bosco degl'inganni
tra i fitti
rami di un lungo perduto amore
solo un
lumicino sulla casa abbandonata
(triste nel
chiarore di luna abbandonata)
Fondo più
fondo del pozzo profondo
buio più
buio nel buio della notte buia
buio il mio
cuore di allodole e gabbiani
nel pozzo
dove persi il mio azzurro cielo
(occhi di
bosco nel pozzo senza un cielo)
Bosco dove
non giunge più l'eco del mare
dove non
ascolto più quell'antica canzone
che faceva
della riva un incontro d'amore
della mia
tristezza di foglia d’acqua e sale
(la mia tristezza
tra il bosco e la riva sale)
Autunno di
pioggia vento foglie e nostalgia
autunno di
solitudine e un perduto amore
fu sogno,
fu dolcezza dolore malinconia
fu assalto
al sogno che sogna e non muore
(fra mille
solitudini un sogno che non muore)
Mi capita
di cercarla di cercarla ancora
tra il
canto dei papaveri e un cielo di stelle
quella casa
che non ha più verdi persiane
sul finire
della sera mia ultima stagione
(piange di spente
primavere l’ultima stagione)
S'accende altro
giorno più rosso dei vulcani
cancella
l'ombra cupa di quell'antico dolore
più forte
del dolore è la ragione del cuore
sulla ritrovata
casa l’ultimo ricamo di sole
(di baci si
colma ancora la mia casa di sole)
La ballata dell'alba che
sorride
L'alba del
nuovo giorno ha schiuso
i grandi
occhi con stupore di ciglia
ed io che
di tutte le stelle faccio uso
le ho
nascoste tra mani di meraviglia
Al sole che
dipinge tutto questo azzurro
corri e
spalanca di nuvole un balcone
buona
domenica tenera ti sussurro
il sereno
del cielo respira piano piano
se guardi un
po’ giù nella mia direzione
ti faccio
un cenno di saluto con la mano...
(d'azzurro
il mio saluto si colora piano)
Non dirmi
che non sognate in paradiso
che non vi
scambiate neppure un sorriso
Io mi sorprendo
a pensarvi angeli d'oro
che ridono
e scherzano sempre tra loro
Non posso
immaginare luogo più bello
dove un
abbraccio un bacio un salterello
fanno
insieme una danza e coro celestiale
una canzone
un valzer una ballata speciale
Giorni
d'incontri, di suoni e magiche parole
colmi di
bellezza e di bontà colme di sole
(di santa
armonia fioriscono mille parole)
Non dirmi
che pure di là c'è pianto e dolore
non dirmi
che pure lassù è triste ogni amore
non darmi
questo tormento sai per me vale
sapere che solo
la terra è "pianeta del male"
Voglio
asciugarmi il pianto e pensarvi felici
Voglio
attenderti a metà strada sulle pendici
di una
collina con giardini ridenti e colorati
con alberi
frutti con erbe e mici appena nati
uccelli del
paradiso usignoli e tanti cardellini
farfalle variopinte
grilli coccinelle maggiolini
(d'oro e
d'argento poi il riso di tutti i bambini)
Mi sorride
quest'alba di festa di sogno di cielo
(al suono
delle campane mattutine in tanto volo
sento il
tuo abbraccio piango rido e mi consolo)
A poche ore
dalla tragedia del ponte crollato a Genova, col pianto in gola per le vittime,
i loro familiari, per tutti noi, che rimaniamo attoniti e sconvolti, vorrei
augurare un Ferragosto di condivisione, solidarietà, rinnovato amore tra tutti
gli uomini “di buona volontà”… per farci coraggio e andare avanti.
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