venerdì 27 giugno 2025

Venerdì 27 giugno 2025: ANCORA NOI TRA PERCORSI D'ANIMA NELL'ABBRACCIO CHE CI UNISCE...

Non riesco ancora a distaccarmi in qualche modo da quanto vissuto in quest’ultima settimana nel ricordo di Anna Maria. E come potrei se tutto mi vive prepotentemente e teneramente tra cuore e anima in un intreccio di emozioni senza fine?  C’è ancora tanto da dire, da scrivere, da ricordare. Niente è superfluo in questo canto al coraggio, alla forza, agli affetti più cari, all’amicizia che, se autentica, si rinnova continuamente, alla vita. Ci sono ancora poesie a lei dedicate da ricordare, come quella di Marino Pagano, recitata l’altra sera e intitolata “Ad Anna Maria”. Vale la pena di leggerla: Nel silenzio che tutto pesa/ resta la luce dei tuoi occhi,/ fari profondi e delicati/ che non smettevano mai/ di cercare l’anima delle cose./ Dicevano amore,/ senza rumore,/ ora parlano ancora/ tra il respiro del tempo. Marino.

E per domenica 22, quando dalle prime luci del giorno e per un paio d’ore, grazie all’autoemoteca messa a disposizione dall’AVIS di Corato, il cui Presidente è il nostro caro Amico e Autore Federico Lotito, davanti alla Libreria Secopstore di Peppino e Nicola Piacente, tanti nostri Autori e tanti volontari hanno donato il sangue “per regalare la vita”, come ideato, voluto e organizzato da Peppino nel ricordo di Zia Anna Maria (con altri doni di libri e di parole), io, non potendo donare o rendermi utile in qualche modo, ho scritto dei versi, unica cosa che so e posso fare. La poesia si intitola “Il tuo tempo perduto”: Il tuo tempo perduto/ cerco da 365 giorni/ nei meandri disadorni del dolore/ che non cessa di fare male e sale/ come marea del mattino nel mare/ dei sassi a sconfiggere il cuore./ Il tuo tempo sospeso a un filo sottile/ di speranza fino a ieri di un anno fa/ fu strappo dalle mani impotenti,/ incoerenti a trattenerti ancora./ E oggi è già un’alba svanita nel nulla/ a farsi culla per risarcire il cielo sfinito/ di preghiere recitate/ nell’istante vissuto a perdifiato/ a ritrovare la voce il tuo nome la risata/ perduta e ritrovata tra i battiti smarriti/ e mai rassegnati a perderti fino a ieri./ Solo fino a ieri./ Oggi ti parlo con il rosso di un dono/   in vene estranee e amiche   / a cancellare il pianto, né tuo né mio,/ con inciso il tuo nome/ per ricordare la tua generosità senza fine/ senza scadenze né lacrime/ perché non ti diremo mai addio./ (sei qui e si è fatto pieno giorno/  il tuo sorriso irradia luce intorno  / e senza essere più insieme/    siamo ancora insieme) a te, Anna Maria. Lina   

C’è poi una poesia di un carissimo amico poeta che mi riporta ancora e sempre a Lei. Si intitola “SI ECLISSAVA IL TUO TACERE”: Si eclissava il tuo tacere/ a caccia di derive da seguire,/ la malinconia spezzata/ dentro l’ombra di portoni/ socchiusi al mondo,/ raggelata la ragnatela/ che confondeva nel labirinto/ la dirittura nel recinto di visione,//  e tu, tra smarrimento e tenerezza,/ nelle retrovie del compimento,/ cercavi un antefatto/ per esistere, per desiderare,/ la misura che colmasse la mancanza,/ l’ardire che sfuggisse/ alla catena di memoria,// “non come giudice/ sul mio passato,/ non come vortice di deserto/ sulle ferite,/ ascolti le pause/ come fossero preghiera/ imprigionata nel silenzio”,/ è gioia irrivelata questo osare/ fuori dai confini,/ l’andamento d’unità/ nella sarabanda degli affetti,/ “scorre accanto/ la deviazione che interroga,/ l’istigazione a una meta,/ la vista oltre l’abitudine”,// giungi a me come fossi/ una parola data,/ una promessa sopravvissuta/ al dilagare dell’opaco,/ “sei qui, nel chiaroscuro/ che determina le ore,/ misura di sapienza/ destinata alla vanità,/ adempimento di rinascita/ oltre la clausura,/ lontananza grido e abbraccio/ tra dissolvenza e grazia. MAURO CONTINI Basta cercare tra le parole per scoprire tutto quello che mi parla di Lei, della sua e mia sofferenza,   e di essere sempre insieme nell’abbraccio quotidiano.

E come non riportare quanto mia sorella Lizia, la maggiore di tutti noi, scritto proprio la mattina del 23 giugno su FB?: Oggi, 23 giugno 2025, è il primo anniversario della perdita di mia sorella ANNA MARIA… Mi piace ricordarla attraverso un’intervista che la giornalista e Capo-redattore di Bitonto-live, Mariella Vitucci (che ringrazio ancora) volle propormi a pochi giorni dalla sua scomparsa. Ritratto di una donna solare e creativa, che ha scalato dolori insormontabili con la forza dell’ottimismo DOMENICA 7 luglio 2024. Passato lo stordimento della notizia, del funerale, la perdita piomba sul cuore come macigno. Ci sono passati tutti quelli che hanno perduto una persona cara: un vuoto profondo come un pozzo nero, un dolore incombente. Lizia De Leo, poetessa dall’animo di cristallo, ricorda la sorella Anna Maria scomparsa da pochi giorni e confessa il tormento per non averle potuto dare l’ultimo saluto. La sua voce, flebile e a tratti spezzata dalla commozione, ripercorre la storia della sua famiglia mettendo a fuoco momenti di gioia e tragedie, e la figura di Anna Maria: <Era la figlia della guerra. Mio padre, prigioniero in Grecia, tornò a casa nel 1946. Lei nacque a febbraio del ‘47>. Terza di sei fratelli: Lizia e Lina, le maggiori, e poi Pino, Mimmo e l’ultima nata. <Una scintilla di vita: gioiosa, generosa, intraprendente. Si arrampicava sugli alberi, spostava mobili… Una Pippicalzelunghe vivace e incontenibile. Nonno Mincuccio la chiamava affettuosamente “u uagnòn”. Era capace, se la nonna conservava un dolce, di scovarlo anche nel posto più nascosto per poi condividerlo con noi sorelle. Era una curiosona>. Dopo il diploma magistrale, Anna Maria si iscrisse alla facoltà di lingue ma interruppe gli studi universitari per insegnare. <È stata una maestra speciale - dice Lizia - ha insegnato per tanti anni alla scuola Caiati e poi a fine carriera alla Fornelli. Aveva imparato a suonare la chitarra e coinvolgeva i bambini. Era festosa, solare, tutti la ricordano con grande affetto e stima. Purtroppo è dovuta andare in pensione anticipatamente per gravi problemi di salute: ha subito un intervento a cuore aperto per la sostituzione di una valvola cardiaca, che è stata poi la causa scatenante della sua morte. Nell’ultimo anno si sono accorti che non funzionava quasi più e il suo quadro clinico si è aggravato per altre patologie refrattarie alle cure. Ma, nonostante la salute tanto compromessa, non ha mai perso la gioia di vivere, quella sua allegria contagiosa>. Nel 1972 Anna Maria sposa Nicola, l’amore della sua vita. Un incidente d’auto glielo strappa due anni dopo, quando ha una bimba di soli otto mesi e mezzo, Isabella, ed è in attesa della seconda figlia che chiamerà Nicoletta. <Fu una tragedia che ci devastò> ricorda Lizia. Le sue due bambine diventano ragione di vita di Anna Maria, cresciute in una famiglia allargata e amorevole fra cugini-fratelli, zii, nonni, tanti amici… Ma c’è spazio anche per le grandi passioni della sua vita: musica, lettura, scrittura. <Entrò a far parte del gruppo dei poeti de “La Vallisa” come musicista. Era una straordinaria compositrice - racconta Lizia -  e, insieme al professor Daniele Giancane (fondatore del circolo letterario, ndr) decisero di fare esperienza nelle carceri. Anna Maria musicò l’inno de “La Vallisa” e alcune poesie. Il professor Giancane ha ricordato questi incontri con i detenuti come un’esperienza splendida, dal punto di vista umano e sociale>. <Mia sorella - aggiunge - ha scritto anche tante filastrocche per bambini, aveva una creatività inarrestabile. È stata una donna veramente speciale, affrontava tutto con ottimismo senza mai lasciarsi scoraggiare, anche contro la malattia è stata una guerriera fino all’ultimo>. Ma un pezzo del suo cuore era in lutto da cinquant’anni. Nel libro “Gelido è l’inverno” Anna Maria ha raccolto le lettere scritte idealmente al marito morto, per non interrompere un dialogo che era stato brutalmente reciso. <Mi manca tutto di lei - confessa Lizia - le telefonate ma soprattutto gli incontri. Ricordo con rimpianto i pranzi nel suo giardino, i reading di poesia… Era un’organizzatrice perfetta molto ospitale. Era una forza della natura e la malattia si è accanita contro di lei, quasi una nemesi della sua salute di ferro da giovane. Ma ha sconfitto il corpo, non lo spirito. Quello è rimasto indomito fino all’ultimo respiro, fino all’ultimo sorriso>.

Desidero riportare, infine, due poesie che La connotano. Una di Gianni, che parla della generosità della lucciola e del suo sacrificio fino alla fine. Si intitola “Il buio della lucciola”: Esposte al vento/ petali di astragole fluttuano,/ rincorrendosi tra le braccia/ riarse dei mandorli// “qui c’erano fiori”/ dice il vento spezzando/ un ramo.// Ma i petali non ascoltano/ affranti contemplano/ la lucciola morente/ che ieri illuminò la notte/ offrendo la sua LUCE/ al buio. Da brividi! Come non pensare a Lei? E Lei, ANNA MARIA, ricordata con grande commozione da Mario Sicolo, in un momento di immenso dolore per la “devastante perdita di Nicola”, scrisse “Muore il giorno”: Nubi di sangue/ si fanno/ ombre mute,/ angolose le case./ Muore il giorno:/ più sola che mai/ disperdo/ i pensieri/ e muoio con lui. Anna Maria De Leo. E Mario Sicolo (di lui ormai sapete tutto: vita e miracoli poetici!), l’altra sera, non solo l’ha letta, ma ha illuminato il cortile, che cominciava a perdersi nelle prime ombre del buio imminente, con il  commento critico di ogni parola con il suo modo unico, stratosferico e imperdibilmente coinvolgente commovente travolgente che tutto gli appartiene. Grazie Mario, per avermi consegnato questo gioiello di Anna Maria che non conoscevo o quantomeno ingoiato dal pozzo senza fondo della memoria. Grazieeeee. E grazie a tutti voi, che al nostro blog vi affacciate tutte le volte che scrivo e mi leggete con tanto amore. P.S. Oggi sarebbe stato il cinquantatreesimo anniversario di matrimonio di Anna Maria e Nicola, che ne festeggiarono purtroppo solo due. Ma ogni vero amore sfida il tempo e lo spazio e si fa eterno… come eterno vive tra Anna Maria e Gianni. Ogni vero sentimento accende una stella luminosa nell’Universo e per l'eternità rimane LUCE. Angela/lina 

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