Ieri si è conclusa la tre giorni in ricordo di ANNA MARIA DE LEO, volata un anno fa tra le stelle, con la presentazione del libro di Rossella Piccarreta CARNE SACRA, pubblicata dalla SECOP Edizioni (Corato-Bari) di Peppino Piacente, a Trani, presso la Biblioteca Comunale Giovanni Bovio, nella bella e accogliente Sala “Benedetto Ronchi”. Presentata e coordinata da Raffaella Leone (in veste di PR. della SECOP edizioni), come sempre nella maniera più attenta e coinvolgente, la serata si è svolta in vari momenti degni di nota: i saluti istituzionali della Assessora alle Culture della città di Trani, Lucia De Mari; l’intervento della prof.ssa Cosima Damiana De Gennaro, già Dirigente scolastico, che ha parlato a lungo delle opere di Rossella Piccarreta e della sua personalità dinamica, esuberante e poliedrica nelle sue molteplici sfaccettature di docente, madre, artista a tutto tondo e; la breve presentazione del Libro da parte di Mariella Medea Sivo (scrittrice, editor e ghostwriter, divulgatrice letteraria nonché accanita lettrice di libri, che recensisce con attenzione, passione, amorevole cura) per via del tempo tiranno, che prevedeva anche la lettura di alcune poesie dell’Autrice da parte di due bravissime attrici: Marinella Anaclerio e Floriana Ferrante (e spero di non sbagliarmi sui nomi delle due coinvolgenti e straordinarie lettrici)…
Lunedì, invece, abbiamo vissuto una favolosa commovente
serata nell’atavico nostro “cortile dei gelsi e delle rose” in via Generale
Montemar, n.25. Con tanti amici a farci compagnia nel luogo del cuore, reso
fiabesco da Gianni Brattoli per
festeggiare Anna Maria con tante
luci, tanti fiori, tanta musica dal sapore antico, tanto verde, tanto amore. E
tanta allegria, tante lacrime. A partire dalla tenerissima e commossa/commovente
Presentazione di Raffaella Leone,
mia figlia, prima nipote di zia Anna Maria. Raffaella ha anche trovato il modo
e il tempo per leggere i messaggi, molto sentiti e sinceri, delle sue sorelle Ombretta e Daniela, e di suo fratello Giuliano,
che hanno voluto fare sentire la loro presenza, in quanto assenti perché
abitano a Roma e per motivi di lavoro. I loro messaggi, comunque, li ho
riportati in anteprima sul nostro blog. Come ho riportato qualche giorno fa lo
struggente testo della stessa Raffaella e alcune grintose poesie/canzoni di
Anna Maria.
L’altro ieri, intanto, gli interventi degli amici presenti
hanno toccato le corde profonde del nostro cuore e della nostra anima, a
partire dal ricordo di Federico Lotito,
visibilmente commosso, che ha letto tra l’altro da un suo recente libro Presenze minime (edito dalla SECOP
edizioni) alcune poesie amare e molto toccanti da far rabbrividire l’attento e
coinvolto uditorio. Poi, è stata la volta di Marino Pagano che ha parlato degli occhi di Anna Maria e del suo
sguardo intenso, attento, ridente, affettuoso in ogni loro incontro. Ha
concluso con una splendida poesia a Lei dedicata. Brividi sottopelle,
stemperati da un opportuno quanto struggente intervento musicale. Mi piacerebbe
avere da Marino la toccante poesia per poterla postare nel nostro blog. A
rendere più leggera l’atmosfera la presenza tra noi della grande poetessa
rumena Ela Emilia Iakab, che ha
letto due sue poesie, in rumeno e italiano, tratte dalla sua silloge bilinque L’ultimo dono terreno (recentemente
pubblicata in Italia dalla SECOP edizioni). Le due poesie sono state molto
apprezzate e applaudite dal nostro sempre più coinvolto pubblico. Poi, la
testimonianza di un’amica carissima e carissima collega di Anna Maria, Bice Perrini: commossa, trepidante,
illuminante su mia sorella insegnante dalle mille capacità educative,
didattiche, creative e del grandissimo amore per i suoi alunni, seguiti e amati
uno per uno. Ancora stacco musicale prima di passare la parola a Gianni, che ha letto con voce tremante,
alcuni passi del suo terzo romanzo che sta scrivendo e che Anna Maria lo
incoraggiava a scrivere e a completare, vincendo con la sua forza e la sua
dolcezza i momenti di crisi creativa di lui, che aveva continuamente bisogno di
lei per continuare. Una dichiarazione di imperituro reciproco amore che dura
ancora oltre il tempo e lo spazio. Tantissima commozione e ancora lacrime. Salvifici sempre i musici nelle prime ombre
della sera. Ed ecco una voce nuova, quella di Rossella Piccarreta, che da pochissimo ha pubblicato con noi una Silloge
di poesie di toccante bellezza CARNE
SACRA. Rossella è una docente di Liceo classico e un’artista a tutto tondo
nella sua poliedrica ricerca della Bellezza e dell’Arte nelle sue molteplici
espressioni. Ha letto dal suo Libro due poesie sconvolgenti, travolgenti,
catturanti. Siamo tutti rimasti incantati. Il nostro carissimo Mario Sicolo, docente, scrittore,
giornalista e poeta della migliore razza, amico da molti anni di noi tutti e,
naturalmente, di Gianni e Anna Maria, ha stemperato l’emozione con le sue
battute nel tentativo di celare la sua commozione che trapelava a fior di pelle
e si faceva sempre più coinvolgente man mano che procedeva nei ricordi. Ancora una
canzone per darci il tempo di asciugare nuove lacrime, che si sono rinnovate
ancora e ancora con Mariella Medea Sivo,
di cui ho parlato in precedenza. Mariella ha portato anche (in una coppa dai
bordi ampi e colma di erbe e petali di rose, papaveri e altri fiori) l’acqua prodigiosa di San Giovanni, dando
un tocco di colore, di gioia e di speranza sul tavolinetto dove l’ha
appoggiata. Stanotte occorrerà lasciarla fuori perché la rugiada dell’alba,
mandata dagli Dèi, compia il prodigio di renderla salutare e di portare fortuna
e amore a chi la utilizzerà lavandosi il viso, come tradizione vuole.
Intanto, tra le sue tante recensioni Mariella ne ha dedicato
una al Libro-diario (FOS edizioni) di Anna Maria Gelido è l’inverno, che racconta la storia del suo amore per
Nicola, suo primo amatissimo compagno e padre delle sue due figlie: Isabella, la primogenita, e Nicoletta, nata dopo la morte prematura
del padre, e, durante la serata, sempre in lacrime. Mariella, emozionatissima,
ha letto la sua commossa e appassionata Recensione, che ha toccato il cuore di
tutti. Ma era inevitabile, nonostante i nostri iniziali buoni propositi di
condividere allegria e aria di festa. E come non piangere dopo la lettura, da
parte di Raffaella, di una struggente poesia di Nicoletta dedicata, affranta, a
sua madre. Eccola: Non trovo le parole/
se non quelle che galleggiano/ nell’acqua di San Giovanni/ stasera,/ tra i
fiori di campo e petali/ per curare le ferite dell’anima/ a celebrare un
passaggio/ tra oscurità e luce./ Tu sole della mia vita/ sei passata dall’altra
parte/ oltre i confini del tuo corpo.// Spero che il prodigio/ di questa notte/
restituisca la tua energia/ inesauribile,/ la tua voce e il tuo canto./ E
vorrei sempre essere/ accanto a te/ come nella foro,/ dove riconosco quella
mano/ bambina/ che ti teneva il microfono.// In questa notte magica,/la
speranza di un prodigio, che si spenga quel fuoco/ che mi porto dentro,/
diventando rugiada. E qui le parole
hanno sapore di lacrime a profusione. La serata si è conclusa con l’ultima tenera
canzone dell’“Antica Barberia del Corso”, capitanata dal bravissimo Pierpaolo
Modugno, fra meritatissimi applausi, mescolati alla pioggia del nostro pianto.
Ma desidero concludere, ricordando anche il rito delle noci
acerbe per fare il nocino. La tradizione vuole che il mallo (le noci acerbe
appunto) raccolto nella Notte di San Giovanni e immerso nella rugiada del primo
mattino abbia proprietà magiche e curative. Si dice, infatti, che la rugiada
conferisca al nocino, un vero elisir di lunga vita, proprietà altamente
afrodisiache (provare per credere! Purché sia possibile!). Ma anche doti di
straordinaria intelligenza e intuito, in quanto il gheriglio della noce ricorda
il nostro cervello! Potrei, infine, ancora parlare a lungo dei tantissimi riti
magici di questa notte magica in tutte le varie Regioni d’Italia per
propiziarsi amore, salute e fortuna, ma non mi sembra più il caso per motivi di
spazio e di tempo e di pazienza da parte vostra, miei carissimi lettori. Desidero
soltanto sottolineare che nel “cortile dei gelsi e delle rose” la magia più
tenera e bella era quella del racconto quotidiano di fiabe e favole, aneddoti
di guerra, battute simpatiche, amorevoli, carezzevoli e complici di nonno
Mincuccio, che riempiva il suo cortile di meraviglie all’ombra del maestoso
gelso rosso, i cui frutti venivano da lui raccolti per quanti venivano nella
nostra casa sempre aperta e accogliente a tutti e per tutti. Purtroppo Anna
Maria solo d’estate era con noi, con me e con Lizia, e con gli altri nostri
fratelli che vivevano con mamma e babbo, ma erano i mesi più belli per via delle
tante feste di compleanni e onomastici, di cui soprattutto il mese di luglio
era pieno. Purtroppo, però, i riti della notte di San Giovanni, a fine giugno,
erano perlopiù a loro estranei perché ci raggiungevano solo in piena estate,
anche se il cuore di noi tutti batteva all’unisono sempre. Unico rimpianto non
aver mai fisicamente messo la mano sul cuore di ciascuno di noi per sentirne il
battito forte e conservarlo nel tempo come dono prezioso della vita per il
nostro amarci con infinito amore vincendo lontananza e assenza…
Un abbraccio di vero cuore a tutti. Angela/lina
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