Mi sembra opportuno oggi farvi conoscere, se già non lo conoscete, un medico, mago non solo nel campo scientifico ma anche nella scrittura, nella pittura e nei sogni che il Teatro regala, FRANCESCO SCOTTO, un genio che fa del colore una poesia e della poesia un arcobaleno di colori.
Egli stesso scrive in quarta di copertina: Come in un gioco di specchi, gli acquerelli
si riflettono nei racconti, amplificando le suggestioni che entrambi evocano. La
narrazione, infatti, al pari dei sentimenti che li racchiude, è sempre intrisa
di colori, a cui la leggerezza e la trasparenza degli acquerelli fa assumere il
carattere di una realtà possibile, auspicata o forse solo sognata. Ma a
pagina 5 c’è una nota introduttiva dello stesso Autore che ci offre l’antefatto
che ha motivato quanto da lui affermato sul retro-copertina: quant’è bello ‘o culore d’ ‘e pparole/ e che
festa addiventa nu foglietto,/ nu piezzo
‘e carta…
Le parole di una
celebre poesia di Eduardo De Filippo - ‘O culore d’ ‘e pparole - costituiscono
il recondito significato di questi racconti. Perché le parole sono intrise di
colori: quelli dei sentimenti e dei risentimenti. Se poi il colore ha la
luminosità, l’immaterialità e la trasparenza degli acquerelli, ecco che le
parole volano leggere, da una pennellata di poche righe a un disegno più
articolato di alcune pagine. E, come in un gioco di specchi, le immagini si riflettono
nello scritto e viceversa.
E qui si potrebbe fare riferimento alla Teoria degli specchi
del grandissimo Jorge Luis Borges,
in seguito tramutata in Teoria del Prisma, le cui sfaccettature offrono una
molteplicità infinita di immagini che rendono molto più vera, anche se più
complessa e visionaria, la realtà. Nella Teoria degli specchi, invece, il
risultato è duplice, ma anche imprendibile perché lo specchio offre una
immagine ribaltata della realtà, dunque mai vera mai falsa. Sono teorie affascinanti
su cui si potrebbe scrivere un trattato anche sulla contraddizione che è sempre
presente nella natura umana e di cui Simone
Weil ha elaborato la necessità di confrontarsi continuamente con le contraddizioni
e i contrasti per comprendere la natura umana, la realtà e la stessa vita.
Ma io forse partirò da qualcosa che riguarda la “narrazione”,
prendendo spunto dal termine “narrazione”, usato non a caso dallo stesso
Francesco Scotto. Stasera dipenderà anche dalla introduzione e coordinazione di
Raffaella che, pur essendo mia figlia e abitando nella stessa casa, si rifiuta
categoricamente di fare anticipazioni. Non aggiungo parole. Ma qualche parola
voglio ancora scriverla e riguarda Francesco Scotto che oso paragonare al grande
Emilio Tadini, pittore, scrittore,
giornalista e traduttore, che ha riempito di sé e della sua Arte tutto il
Ventesimo secolo, essendo stato, tra l’altro, presidente dell’Accademia di
Belle Arti di Brera dal 1997 al 2000 con dei favolosi quadri di “ARTE MODERNA E
CONTEMPORANEA”, come Google mi informa. Francesco è, a mio parere, il suo degno
discepolo del XXI secolo, o del nuovo Millennio che dir si voglia.
Questa sera, pertanto,
per chi vive a Bitonto (Bari) e dintorni, e non ha altri impegni o problemi di
altra natura, il libro magico di Francesco Scotti sarà da me presentato presso
la Libreria del Teatro di Gianluca Rossiello (nello spazio antistante al Teatro
stesso). La serata, ribadisco, sarà coordinata da Raffaella Leone PR della Casa
editrice SECOP edizioni di Corato-Bari di Peppino Piacente, come molti di voi
già sanno.
Mi piacerebbe
anticipare qualcosa, come ho già fatto abbondantemente, ma non sarebbe corretto
nei riguardi del nostro Autore. Magari il resoconto lo faremo domani, dopo la
serata…Vi saluto, allora, con tutto il mio affetto come sempre, in attesa di un
vero abbraccio stasera alle ore 19. Grazie e a stasera. Angela/lina
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