Ieri sera, alle ore 21, con Mattia Cattaneo, ideatore e conduttore di CIRCOLARE POESIA, ho avuto un emozionante incontro per parlare, tra noi, di Giovanni Gastel e del mio saggio-lettera Tenero il tuo lago d’erba tagliente (SECOP edizioni 2021), a lui dedicato. Emozione pura nel ricordare la vita, le poesie, le fotografie, l’Arte, declinata nelle sue varie forme da un Artista geniale quale era Giovanni Gastel, che ci ha lasciato con una imperitura scia di bellezza e umanità, di grandezza e umiltà, di coraggio di vivere fino alla fine dedicandosi, con immensa generosità, a quanti lo avevano conosciuto, apprezzato e amato per un solo giorno o per una intera vita.
Mattia Cattaneo, da ottimo e accogliente padrone di casa, ha
cercato di mettermi subito a mio agio, dopo un anno dalla nostra prima
chiacchierata in diretta sulla poesia (era il 23 aprile, Giornata Mondiale del
Libro, 2021): io, per la prima volta, ospite di CIRCOLARE POESIA.
Ieri, dopo i teneri convenevoli, mi ha rivolto la
bellissima, anche se complessa, domanda: Come si può comunicare la
Bellezza, che tanta parte ha avuto nella vita e nelle opere di Giovanni
Gastel? Ed ecco più o meno la mia risposta, che vado a ricostruire sull’onda
del ricordo, dopo una notte insonne per rivivere il nostro felice incontro di
ieri: Secondo me la Bellezza non è comunicabile, perché la si vive nel
suo offrirsi al nostro sguardo che l’accoglie e la comprende nell’attimo che la
coglie nella sua perenne atemporalità (nel senso che noi abbiamo un
ideale di bellezza che attraversa intatto i secoli) e nella sua temporalità,
legata al tempo breve della nostra esistenza terrena, in cui accade il suo
manifestarsi, sempre diversa nel tempo (di pochi o tanti anni vissuti) e nello
spazio geografico (ciò che è bello per noi occidentali potrebbe non esserlo per
gli orientali e viceversa: per esempio, l’idea di bellezza muliebre che cambia
continuamente sia nello spazio sia nel tempo). Il concetto di bellezza
temporale, infatti, possiamo elaborarlo, viverlo e comprenderlo soprattutto
attraverso le sue innumerevoli contraddizioni e i molteplici aspetti
contrastanti anche nella natura stessa; nella soggettività del
gusto, dovuta al retroterra culturale e socio-familiare, alla propria
personalità, alla sensibilità individuale, alla esperienza, più o meno
quotidiana, che possiamo fare di fronte alla visione della nostra Terra
(definita un tempo “Pianeta Azzurro” e diventata, via via, purtroppo, “Pianeta
Rosso” per i danni che le abbiamo e le stiamo procurando) e dell’intero Creato
con tutte le sue Creature.
Questa più o meno la mia arzigogolata risposta, chiara nella
mente ma difficile da argomentare in maniera semplice. E, a integrazione di
quanto detto ieri, ecco avvertire anche la necessita di fare riferimento a un
altro concetto, a mio parere importante, sulla bellezza: parola “piena” di
molteplici significati che riguardano l’etica, l’estetica, la filosofia, la
psicologia, la sociologia, l’armonia o disarmonia dei tantissimi elementi che
la compongono, come la forma, il colore, la luce, e così via. E
potremmo, così, parlare di Aristotele, Platone, Hegel, sant’Agostino, ma anche
di Shakespeare, Dostoevskij… Persino di Umberto Eco, che solo qualche anno fa
scrisse due saggi sulla Bellezza e sulla Bruttezza, e i vari modi di viverle
più che di comunicarle. Insomma ce ne sarebbe per tutti i gusti. Oscar
Wilde, per esempio, sostiene che La bellezza non può essere
interrogata: Regna per diritto divino. E, del resto, l’estetismo è
la chiave di lettura dell’intera opera di Wilde. Per Gandhi,
invece, la Bellezza risiede nella “purezza del cuore”. Penso, poi, di
poter affermare che la Bellezza debba fare i conti soprattutto con l’Arte.
Qualcuno avrebbe detto, ma non ricordo chi, che: la bellezza è
effimera, l’Arte rimane. Sarebbe l’Arte, dunque, a immortalare la
bellezza? Lo chiedo anche a tutti noi.
Comunque, ritornando alla incomunicabilità della bellezza,
mi piace ricordare gli ultimi versi della famosa poesia “Davanti San Guido”
di Giosuè Carducci. Come ho fatto ieri. E così, mentre il
grande poeta, nel rivedere i luoghi della sua infanzia e la loro bellezza, che
lo stavano facendo vibrare di grande emozione per i tanti ricordi che colmavano
di nostalgia il suo cuore, si accorse che: un asin bigio,
rosicchiando un cardo/ rosso e turchino non si scomodò:/ tutto quel chiasso non
degnò d’un guardo/ e a brucar serio e lento seguitò. C’è,
dunque, purtroppo, sempre un “asin bigio” che non si accorgerà mai dell’incanto
che la bellezza procura a chi ha la sensibilità di vederla e di
accoglierla.
Ma, infine, conclusi con le parole di Kahlil
Gibran, che non ce la comunica, ma ce la fa vibrare nel cuore come una
gloria divina: La bellezza cammina fra di noi come una giovane
madre quasi intimidita dalla propria gloria. La bellezza è una forza che incute
paura come la tempesta scuote al di sotto e al di sopra di noi la terra e il
cielo. La bellezza è fatta di delicati sussurri parla dentro al nostro spirito
la sua voce cede ai nostri silenzi come una fievole luce che trema per paura
dell’ombra. La bellezza grida tra le montagne tra un battito d’ali e un ruggito
di leoni. La bellezza sorge da oriente con l’alba si sporge sulla terra dalle
finestre del tramonto arriva sulle colline con la primavera danza con le foglie
d’autunno e con un soffio di neve tra i capelli. La bellezza non è un bisogno
ma un’estasi, non è una bocca assetata né una mano vuota protesa in avanti ma
piuttosto ha un cuore infuocato e un’anima incantata. Non è la linfa della
corteccia rugosa né un’ala attaccata a un artiglio. La bellezza è un giardino
sempre in fiore e una schiera d’angeli sempre in volo. La bellezza è la vita
quando la vita si rivela. La bellezza è l’eternità che si contempla allo
specchio e noi siamo l’eternità e lo specchio.
Come non coglierla e accoglierla questa Bellezza che sa di
infinito? Gibran, mago della parola e di ogni sentimento possibile…
E, per oggi, va bene così. Ma continuerò, nei prossimi
giorni, a parlare del mio dialogo con Mattia, che ringrazio dal profondo del
cuore, e del mio saggio-lettera sulla poesia e sull’Arte di Giovanni Gastel.
Buon fine settimana con le rose e i libri di San Giorgio lungo la Rambla di
Barcellona. Indimenticabile esperienza vissuta, per alcuni anni, con la
meravigliosa “Nave dei Libri”, su cui presentavamo anche le nostre opere SECOP
appena pubblicate. E c’era tanta allegria e un profumo di rose di straordinaria
Bellezza ad avvolgerci durante il nostro magico vibrante soggiorno a
Barcellona…
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