giovedì 25 novembre 2021

Giovedì 25 novembre 2021: La violenza sulle donne, ancora una tragica realtà...

Solo testimonianze. Le mie parole sono superflue. E comincio con una poesia lieve che attutisce l’impatto feroce con una realtà che fa male a chi la vive e a chi resta a raccoglierne il pianto. Di Marco Zanchi una filastrocca per grandi e piccini dal titolo “Come ho fatto”: Come ho fatto a farti male/ Tu ferita io ero sale/ Sale sopra la ferita/ Sul tuo corpo le mie dita/ Chi è più forte può essere vile/ Ero lupo nell’ovile/ Ma potessi rimediare/ Tutto in baci trasformare/ Fare zucchero quel sale/ Nella notte essere sole/ Quanti anni dovrò stare/ Carcerato a pensare/ Come ho fatto a farti male  Ed ora siamo pronti ad entrare nel dolore. Ecco “Bruma sonora” di Mariateresa Bari: Dolgono/ i lividi sulle mie illusioni/ bruma sonora è la prigione/ dell’inganno di smesse metafore// Guizzano/ le mutevoli radici del tempo/ dalle crepe sui muri// Nel saluto di un’ombra/ ingiallisce lo stormire del pianto. "Dolgono/ i lividi sulle mie illusioni" : contrasto enorme e devastante tra i lividi e le illusioni, come subito dopo notiamo anche in Mattia Cattaneo “STOP ALLA VIOLENZA SULLE DONNE”: Da questa finestra/ i segni lasciati dalle tue mani/ brucianti fuochi/ e una sera come tante// vene rotte/ di una follia impigliata/ nei respiri,/ lo svuotarsi/ lasciandoti andare alle urla// il canto muto delle stanze/ scendeva tra gli occhi/ pieni di spavento/ e io morivo da seduta// conosco il buio/ del non abitarsi più. “Conosco il buio/ del non abitarsi più”: meravigliosa sintesi della feroce violenza racchiusa in due versi lapidari, che mettono in crisi la nostra umanità. Di Francesca Petrucci “SILENZIO”: Laggiù./ Non un soffio/ Non un alito./ Solo un grande fragore di stelle.// Nell’aria, orecchie immobili ingoiano/ Tralci di lune spezzate./ O forse un’eco, una voce/ Che è stata, un cristallo, un sorriso vivo.// Ahi notte, perché non parli?/ Urla! Mordi! Azzanna/ Mani di ferro e cuori inesistenti.// Un monile là, a bruciare la terra/ Che sola arde di dolore. Fino allo spasimo ultimo,/ Fino all’istante del duro sogno./ All’istante dell’eternità.// Ahi, com’era sfuggito il tempo dei sospiri.// Una lama al posto del cuore/ Una lama al posto delle viscere/ Una lama al posto del petto,/ Dell’anima, del tuo sorriso/ Ormai di sangue rappreso.// Laggiù/ Ad accogliere lacrime/ Crude di silenzio/ Come carezza di una morte/ Che non ti vuole.//Laggiù/ A tessere ancora ghirlande di eterno/ Soffocata da un fragore/ Di stelle/ Che solo tu puoi sentire. Altri versi che sono talmente potenti da metterci di fronte alla scena di uno spettacolo perverso sotto un “fragore di stelle” e “tralci di lune spezzate”. E la reiterazione negli ultimi versi delle stesse stelle, che urlano al cielo l’avvenuto misfatto, ci mette brividi di dolente condivisione e di mai spenta speranza che tutto possa solo riguardare il passato e il presente, ma mai più il futuro. La  speranza, comunque, deve muovere passi di rinnovata consapevolezza e di progetti di vita scritti in due. Poi di Antonia Montemurro raccolgo da FB il seguente messaggio: Quanta forza e coraggio per tutte le donne che combattono per ogni crepa e per ogni cicatrice che spacca il cuore e l’anima!! E sempre da FB di Sebastiano Nino Fezza ecco “25 Novembre. La storia di Marinella”. “… vivesti solo un giorno come le rose”… (Fabrizio De Andrè). Pare che sia la sintesi della risposta data in una intervista dallo stesso immenso cantautore a  chi gli chiedeva  notizie su chi o che cosa gli avesse ispirato la Storia di Marinella: Dedicata alle 100, 1.000, 100.000 Marinelle di cui nessuno parla, la speranza che non dovremo più piangere tutte le Marinelle scomparse.// Marinella, il suo nome era Maria Boccuzzi, una donna di origine calabrese che aveva lasciato il lavoro da operaia per entrare nel mondo dello spettacolo.// Ballerina col nome d’arte Mary Pirimpò, finì in un giro di prostituzione e fu uccisa. Questa la scarna cronaca di una storia troppo simile a tante altre che hanno lasciato e lasciano una lunghissima, e spesso ignorata o dimenticata, scia di sangue nel mondo oscuro della prostituzione. Ma la violenza contro la donna è molto più legata purtroppo anche al mondo familiare della propria casa, dell’uomo che la abita e che crede di avere il possesso fisico (e non solo) della propria compagna fino a usarle violenza ai confini delle estreme conseguenze. Occorre combattere le une e le altre con coraggio e determinazione per denunciare e trovare insieme soluzioni di difesa e salvaguardia della vita di tante povere vittime che non hanno avuto e non hanno ancora voce. De Andrè lo ha fatto con le sue immortali canzoni, i poeti con i loro versi, giornalisti e scrittori con i loro articoli, i loro romanzi. Ecco un’altra prosa di Titti Di Tommaso, che tanto stimo e ammiro per cultura, impegno, idee e ideali di umanità. Ho scoperto le sue parole stamattina su FB. Titolo: “25 novembre 2021”: Ho sempre pensato che dal modo in cui un uomo tratta una donna rivela tanto di se stesso… Oggi mi sento di dire grazie a tutti gli uomini, ancora capaci, non solo a parole, ma con l’agire quotidiano, di lottare per noi, di rispettarci e proteggerci… Questa è la vera forza per me, w gli uomini per bene che con il loro esempio danno un contributo a rendere migliore il mondo. Ecco una testimonianza che inverte la rotta e mette a fuoco l’orizzonte di uomini che sanno ancora amare e rispettare le donne. Applaudo anch’io! Ed ecco Non Inutilmente”, il mio piccolo contributo per questa grande causa: Mi feci inutilmente conchiglia/ per sussurrarti invano/ il richiamo del mare/ e una nostalgia di velieri/ a riportarti a riva/ Mi feci papavero da scoppiare/ tra le dita per un ti amo/ spaventato dal rumore del cuore/ a lasciare un segno rosso/ folle di sogni ubriaco d’amore/ Mi feci vela per farti scoprire/ tutto l’azzurro nella libertà d’andare/ ma tu t’incatenasti al porto sicuro del tuo “Ego”/ minaccioso/ crudele/ senza coraggio di amare/ Coltello scure fucile mitraglia/ contro la resa dell’anima/mai arresa/ E forse…/ (Rimane una luna di mare affogata/ un papavero lacerato tra le dita/ il silenzio di una vela stracciata)/ MA MI SALVAI!    

E per oggi mi fermo qui. Ieri avevo letto altre testimonianze su FB che avrei voluto riportare sul blog (per esempio quella di Maria Concetta Giorgi), ma stamattina sembrano sparite nel nulla, almeno alla mia miope e frettolosa indagine per essere nei tempi improrogabili di questa giornata. Ma ci rifaremo. È un discorso aperto che dovrebbe renderci vigili e operativi 365 giorni all’anno. Sta a noi renderlo tale…

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