San
Valentino è stata per me sempre la festa “di chi si vuol bene” e non ha bisogno
del 14 febbraio per ricordarselo e ricordarlo agli altri suoi cari:
fidanzato/a, marito/moglie, amante/amante, madre/figli, padre/figli,
fratello/sorella/ parenti, amici, conoscenti, tutti contrassegnati da autentico
affetto, sincero trasporto del cuore. In questo giorno, comunque, ero solita
fare gli auguri dapprima a mia madre. Lei si schermiva col suo sorriso dolce e
malioso: “Ma io che c’entro?”. Ed io a lei: “Tu sei l’origine di tutto. Se oggi
sono qui è grazie al tuo amore, e dunque?”.
Ma
l’Amore si espande in maniera esponenziale, quando lo sentiamo vibrare dentro, perché
diventa Amore per la natura, per l’ambiente, per la bellezza, per l’Arte, per
la Vita. Tutto si fa Amore, rendendoci rispettosi del mondo che ci circonda e di
quello che ci vive dentro. Innamorati, gioiosi, appagati di ciò che siamo e
abbiamo. Grati a CHI ci ha fatto DONO del CUORE per darci la possibilità di
AMARE. E l’Amore si fa Preghiera. Il nostro ritorno al Creatore “cum tucte le tue
creature” (Cantico di San Francesco).
Ma, ancor di più mi piace riportare qui, di San Francesco, “La preghiera
semplice” perché, ancora più del Cantico, ci parla del vero Amore e di come si
traduce in azione e non solo in preghiera. Se solo riuscissimo a farla nostra
anche in minima parte, saremmo una umanità migliore. Proviamoci. E non è
necessario essere credenti per apprezzare e fare nostra questa preghiera…
Oh! Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace:dove è odio, fa’ ch'io porti amore,
dove è offesa, ch'io porti il perdono,
dove è discordia, ch'io porti la fede,
dove è l'errore, ch'io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch'io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch'io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch'io porti la luce.
Oh! Maestro, fa’ che io non cerchi tanto:
di essere compreso, quanto di comprendere.
di essere amato, quanto di amare
poichè:
Se è dando, che si riceve,
perdonando che si è perdonati,
morendo che si risuscita a Vita Eterna.
Amen.
Ma,
per una come me, l’Amore comprende anche la parola: detta, scritta; in prosa,
in poesia. E, allora, desidero festeggiare questo San Valentino alla mia
maniera: riportando sul blog alcuni testi in prosa e in versi di alcuni amici,
poeti e scrittori, che hanno pubblicato con SECOP, la nostra Casa editrice, o
che a breve pubblicheranno. O che, magari, non lo faranno mai, ma le ho lette
su fb e mi sono piaciute molto. Sono tantissime le prose e le poesie d’amore
che, in questi ultimi tempi, mi hanno emozionato in maniera particolare, ma
devo necessariamente fare una feroce selezione per rispetto (e amore) nei
riguardi dei lettori. Prometto, però, di continuare a postare le più
coinvolgenti giorno dopo giorno (con qualche eccezione) fino al 21 marzo,
giornata mondiale della Poesia. In ogni mia scelta troverete sempre l’Amore
declinato in tutte le sue meravigliose sfaccettature:
È che dell'amore si contano le
conseguenze.
Sempre
dopo viene di casa il suo nome
e mai prima lo sai chiamare.
Te
ne accorgi quando il mare
ha
cancellato le impronte
e
sulla sabbia s'ammucchiano scure alghe recise.
È
che se balli al centro del cuore non hai peso né faccia.
Ma
se ti sposti cadi e cammini sbilenco
con
il cuore sulle spalle.
Ha
ragione la tartaruga a camminare piano
che
l'equilibrio è precario
e
se si ribalta il cuore non si rialza.
Ma
piano non è il tempo dell'amore
che
il tempo non conosce
E
ha battito accelerato per definizione.
E
in un battito di ciglia vive.
E
in battito d'ali muore.
(poesia inedita per San Valentino)
Raffaella Leone
PER SAPERE
(a Lina)
Ti vestirò di pane e fiori
E di fragranza dolce
Di prato e di fresco mattino
Ti vestirò di pane
Per sapere il tuo cuore
Ti vestirò di fiori
Per sapere il tu amore
Per mangiarti
Con la mia fame di te
Per coglierti
Petalo su petalo
Mio pane quotidiano
Mia primavera.
Ti vestirò di pane
Soffice e caldo
Per i denti del mio cuore
Ti vestirò di fiori
Per le mie mani ansiose.
E sulla mia pelle
Pane e fiori
La festa non avrà mai fine.
(da: Per oro e per sempre,
silloge di poesie a due voci)
Primo
Leone
Un
abbraccio vi manderò
da questo mio mondo di parole.
Un abbraccio forte da questa mia solitaria isola.
Un abbraccio aspetterò
mentre qui scende la sera
inesorabilmente come il destino.
Un abbraccio
che porterò con me fino al giorno
in cui memoria e sogno
balleranno confusi nella mia mente.
Un abbraccio.
da questo mio mondo di parole.
Un abbraccio forte da questa mia solitaria isola.
Un abbraccio aspetterò
mentre qui scende la sera
inesorabilmente come il destino.
Un abbraccio
che porterò con me fino al giorno
in cui memoria e sogno
balleranno confusi nella mia mente.
Un abbraccio.
(Castellaro de Giorgi 2019 -
poesia postata sulla Pagina del noto Fotografo)
Giovanni
Gastel
Ha
scritto Emily Dickinson che “non c’è nave che possa come un libro portarci
nelle terre più lontane”. Sono salito sul mio librino come su barca, di quelle
con le lampare che illuminavano di quieto e misterioso bagliore gli orizzonti
delle sere d’estate. È stato un viaggio meraviglioso. Ho toccato le rive della
memoria, gli anfratti dei ricordi nascosti in questa nostra terra di Puglia,
così altera, prodiga, severa e barocca, marinara e agreste. Il nostro mare, gli
squarci di paese, gli alberi cavi, i nostri ulivi così nodosi e i manti
argentei delle nostre campagne, i nostri cieli così lunghi. Ogni volta dai più
diversi luoghi del cuore, il ritrovarsi in allegrezza di uomini e donne che
hanno cercato e trovato in queste pagine una pausa per visitare la memoria.
Perché c’è qualcosa di magico nel ricordo. Una specie di incantesimo che, se
riusciamo ad assaporare, porta serenità, gioia, e una dolcissima malinconia. È
stato un viaggio lento e lieve, un’oasi per difendersi dall’onda lunga della
fretta, del tempo che bisogna afferrare al volo.
Il
ricordo come narrazione, come racconto condiviso con gli altri, che a loro
volta hanno da ricordare e da raccontare, e dunque con un effetto dirompente
contro la solitudine. Il ricordo come storia, individuale, familiare e
collettiva, e in questo allungarsi verso le radici sta il segreto della sua
forza che ci trascina, in modo positivo, verso il futuro.
(da: E la chiamano estate, libro di racconti, giunto ormai alla II
edizione)
Valentino
Losito
I CINQUE ANNI DI
SILVIA
(11/05/2013-11/05/2018)
(11/05/2013-11/05/2018)
Oggi sei tu
a raccontarmi fiabe
che inventi e interpreti
come un’attrice consumata.
a raccontarmi fiabe
che inventi e interpreti
come un’attrice consumata.
Nella tua stagione
magica
credi che il nonno
tornerà dal cielo
a rimettersi gli occhiali.
credi che il nonno
tornerà dal cielo
a rimettersi gli occhiali.
E le streghe cattive
saranno sempre catturate
da fate generose
e principi coraggiosi.
saranno sempre catturate
da fate generose
e principi coraggiosi.
Ti senti principessa
che illumina le ombre
e scopre piogge ballerine
che lasciano respirare le stelle.
che illumina le ombre
e scopre piogge ballerine
che lasciano respirare le stelle.
Meravigliosa la tua
certezza
che le preghiere alla Madonnina
annulleranno il suo dolore
per il figlio perduto.
che le preghiere alla Madonnina
annulleranno il suo dolore
per il figlio perduto.
Per me sei brezza su
fiori bagnati
stilla di infinito
rifugio della luna
eco di nuvole rosate.
stilla di infinito
rifugio della luna
eco di nuvole rosate.
E quando sei
capricciosa e dispettosa
rimani vibrazione misteriosa
di gioco e di fantasia
a scoprire ovunque poesia.
rimani vibrazione misteriosa
di gioco e di fantasia
a scoprire ovunque poesia.
E insieme
facciamo anima e danza,
scherzo e segreto,
leggerezza e colore…
E gioiosa musica.
facciamo anima e danza,
scherzo e segreto,
leggerezza e colore…
E gioiosa musica.
(poesia inedita, postata su fb)
Lizia De Leo
Se potessi attingere a facoltà
visionarie e autenticamente trasfiguranti le adopererei per inventare
travolgenti composizioni di parole; vorrei costruire un racconto in cui al
tocco incalzante della narrazione risponde l’esaltata raffinatezza della gamma
cromatica degli intrecci ma non vorrei narrare da sola, mi serve un alleato:
l’anima. L’anima vorrebbe incantare il lettore e sogna armonie di proporzione
tra realtà e fantasia. Se riuscirà a tramutare il quotidiano per costruire una
storia fondata sul gioco della svista, se ne stravolge il corso e sottolinea
fino alle estreme conseguenze - in un linguaggio che non è più né il suo né il
mio - la speranza che giace nella meraviglia, allora descriverà personaggi
sconvolti da una ventata di follia espressiva! Se trasformerà persone ordinarie
in colossi danzanti, se parlerà di come una ragazza diventa un’incantatrice
immane intenta fino allo spasimo ad intrattenere con la poesia - ora viva d’una
gioia pura e ora nobilmente rattristata dalla scoperta della realtà - la mia
anima narrerà fedelmente della realtà della fantasia.
Se la mia anima riuscirà a meravigliare io mi conoscerò come non fossi in pari tempo una donna e un narratore, perché mi comprenderò come se la mia intuizione non avesse per intermediario un corpo, dalle cui affezioni l’anima si muove. Il mio corpo ha il peso della volontà concreta, è come un oggetto tra oggetti, ma se l’anima riuscirà ad attingere la poesia dal quotidiano so che avrò rappresentato un mondo dominato dalla bellezza.
(dal romanzo: Il fallimento della perfezione di prossima pubblicazione)
Eva
Dolcemascolo
Sei il mio pane di gioia consumata
L'olio consacrato per la vita
Osservatore commosso di rondini precoci
Voce pacata nei giorni di tempesta
Pausa condivisa accanto al caminetto
- lo sguardo della Luna alla finestra -
Sei ticchettio ritmato della pioggia
dopo mesi d'umiliante arsura
Lampada bianca accesa al davanzale
- non importa se non è Natale -
Sei la mia mano che trattiene una carezza
per non svegliarti
Una vecchia canzone cantata insieme
per colorare di musica l'età.
Sei Dono.
(poesia inedita di un libro di prose e
poesie, ancora da definire)
Rita
Vecchi
A RUBARMI IL
RESPIRO
Oltre il
fiume
lontano
sul punto
dell'alba
lasciai le
pazze corse
in discesa.
Vaghi
riflessi
di rondine
e il cuore
scoppiava...
L'ala sulla
pelle
bruciava le
tempie.
Non c'era, in
quei giorni,
tra l'erba,
profumo di
fiori
ma caldi
capelli
a rubarmi il
respiro.
(poesia inedita)
Gianni
Brattoli
(fine prima
parte)
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