martedì 13 settembre 2022

Martedì 13 settembre 2022: un anno e mezzo fa il volo di Giovanni Gastel tra le stelle...

Qualche anno fa, c’è stato il mio primo incontro con Angelica Grivel Serra con i suoi occhi di LUNA, immensi e con uno sguardo verso orizzonti lontani, in una foto in bianco-nero scattata dal GRANDE Giovanni Gastel e da lui postata sulla sua Pagina FB. Rimasi affascinata da quel visetto dolcissimo e quegli occhi da cerbiatta e gli orizzonti immaginati e in fuga oltre… Scrissi immediatamente un commento che piacque al suo Autore. Anche Angelica mi sorprese subito dopo per il suo ringraziamento pieno di garbo e di calore. Poi, più nulla. Ma quella ragazzina con occhi di luna e lo sguardo lontano mi rimase nel cuore. Poi, sono accadute tante cose sull’orizzonte non sempre sereno delle nostre vite. Il mio franare in un battito di ciglia a Belgrado e sette lunghi mesi di degenza in vari ospedali, dopo vari interventi che mi hanno restituito alla vita, ma anche a una disabilità sempre più gravosa; la pandemia da coronavirus e la segregazione in casa per vari mesi e a più riprese; i successi sempre più eclatanti di Mostre e interviste televisive del Fotografo più glamour del mondo e i successi della sua amata figlioccia Angelica. Infine la terribile notizia, il 13 marzo 2021, del volo tra le stelle del nostro comune amico Giò. Molto più tardi contattai, però, Angelica per commemorare, insieme Giovanni Gastel a un anno dal suo improvviso lasciarci. Eravamo entrambe d’accordo, vinte entrambe da una grande emozione. Poi, però, per alcuni inevitabili impedimenti, abbiamo dovuto rimandare l’incontro via web a tempi da destinarsi. E, intanto, sono sopravvenute nuove cause di rinvio per una guerra improvvisa che sta portando nuovi macigni sul cuore, oltre alle sofferenze ancora in atto per il Covid 19, crudele e devastante di questi ultimi tre anni. Noi, però, abbiamo continuato a parlarci, conoscendoci sempre più e superando persino i limiti della riservatezza e della asimmetria della nostra età. È stato molto interessante questo fitto dialogo quasi quotidiano tra noi, anche per cercare nuove possibilità di incontro, magari “in presenza” piuttosto che online, per ricordare con grande affetto e sconfinata ammirazione l’immenso Giò, sempre presente nel cuore di quanti lo hanno conosciuto e amato.

E oggi, 13 settembre 2022, dopo un anno e mezzo di infinito rimpianto e infinita nostalgia, dopo il suo andare via in silenzio come un umile viandante, siamo ancora insieme, io e Angelica, questa fanciulla in fiore davvero geniale e talentuosa, oltre che bellissima, a ricordarlo, come è giusto che sia. E lo ricordiamo insieme con alcune sue poesie, colme di dolcezza e di malinconia, che io ho definito “poesie del commiato”. Sono poesie che rivelano soprattutto il suo desiderio di pace dentro. Con una scrittura narrativa elegante, solo apparentemente semplice, ma sicuramente sincera e immediata. Con versi molto profondi e densi di significato (versi logofanici), in ogni accenno di cielo e di abisso a sfiorare l’anima. Abisso da cui Giovanni risorgeva continuamente con la caparbia volontà di essere Amore per dare e ricevere amore all’ombra della sua mai spenta necessità di donarsi agli altri nella speranza di essere riamato in ugual misura.

“Amici dolcissimi”

Amici dolcissimi

non è d’acqua la vostra trasparenza

non di luce che passa tra le foglie

non di gelida neve immacolata.

La vostra è trasparenza d’amore

carico di attenta paura

per me

per la mia disordinata vita

simile a quella di chi cammina sul filo

e a quel filo affida

senza apparente motivo

il suo incerto destino.

(Filicudi 2019)

L’aggettivo “dolcissimi” del vocativo “Amici” del primo verso racchiude tutta la tenerezza di un signore che ha fatto dell’amicizia un nodo d’amore forte e sincero. Non a caso, nel secondo verso parla di “trasparenza”, facendo riferimento all’acqua di una “società liquida” (Zygmunt Bauman), che diluisce sentimenti e li dilava, facendoli scolorire fino a perderli del tutto. Neppure la “luce” era trasparenza d’affetto degli amici né la “gelida neve immacolata”: la prima si sarebbe potuta spegnere negli anfratti ombrosi di foglie che pure ancora verdeggiano in sua assenza tra alberi lussureggianti del Parco di Villa Erba; la seconda si sarebbe potuta sciogliere prima di raggiungere il cuore. Solo l’amore compie il miracolo della verità. L’amore che era, per lui, l’“attenta paura” degli amici per la sua incolumità perché, essendo egli un Artista a tutto tondo e appassionato amante della Poesia, aveva scelto suo malgrado di vivere da funambolo sui precipizi del mondo e della quotidianità. L’amore è l’“attenzione” che trema per l’altro. L’amore non giudica. Ha solo paura che l’amico possa correre il rischio di cadere. È ansia per la sorte della persona cara, che osa il volo non a tutti consentito. È l’amore che “si prende cura dell’altro” e lo fa sentire compreso, protetto, amato. Sicuro, nonostante le proprie fragilità… oltre il proprio coraggio.

Grazie, Giovanni, per questa splendida poesia dedicata agli amici sinceri… e tu ne hai avuti davvero tanti. Ti era estranea la falsa adulazione spesso strumentale alla propria affermazione grazie al tuo nome, al tuo prestigio… non sapevi riconoscerla tanto volavi alto. Chi vola troppo alto difficilmente si accorge delle miserie umane. E, quando si accorge suo malgrado del precipizio, rimane attonito e spaventato come uno dei tuoi angeli in caduta libera e in preda a grande smarrimento, a doloroso senso di irrimediabile sconfitta. Ma la Poesia, per fortuna, come portentoso unguento, tutto risana.

E sull’amore, dato/ricevuto ecco un’altra testimonianza:

Così

nel silenzio

parlo d’amore con il mio ricordo.

Ma è difficile distinguere i dettagli

nella nebbia dell’anima.

Sono sorrisi e risa e baci

e corpi donati e poi abbandonati

che si alternano

a formare un grumo i sentimenti indistinti.

Ma questo è il cuore della nostra vita.

Caotico come le scatole dei bambini piene di giochi.

Resta con noi

amore

unico balsamo

che possa ancora dare senso al nostro cammino.

Milano 2020

Negli ultimi due anni, però, e soprattutto nel 2020, sempre più si avvertiva nei suoi componimenti poetici una sorta di testamento, un messaggio da lasciare ai suoi cari, agli amici, ai lettori:

Avrei dovuto parlarvi solo d’amore

come i cantanti di un tempo

e certo ora sarei meglio di quello che sono.

Così stanco sapete e come svuotato.

 

Ci vorrebbe una buona notizia

di quelle che fanno esplodere nel cuore la gioia.

 

Invece sono messaggi tristi da fuori e da dentro di noi.

Il tempo, le malattie, la morte altrui

percepite ormai con il distacco di un bollettino di guerra

mentre tu ancora sopravvivi

nella tua sempre più piccola trincea.

 

E guardi la televisione

mangi

poi a letto

col sonnifero che ti riporterà nel vuoto nero

fino al nuovo giorno.

 

Ma domani reinventerò un mondo puro

di bellezza e perfezione

in cui vivo solo.

Milano 2020

Sembra apparentemente un accorato messaggio di sconfitta, ma nella terzina conclusiva ecco rinascere in lui la speranza nella sua capacità creativa che annulla tutta la stanchezza del disincanto per farlo immergere nel suo sognato e agognato mondo di “bellezza e perfezione”.

E bellezza e perfezione scopriva nel miracolo compiuto dalla forzata “clausura” del mondo in seguito alla pandemia del Coronavirus, che stava già falcidiando una parte ingente di esseri umani inermi, sorpresi, sconcertati, impauriti, impreparati alla nuova “peste” del terzo millennio: la natura, purificata dall’assenza nefasta dell’uomo, si stava prendendo la rivincita sulla sconsiderata sua azione distruttiva e autodistruttiva.

C’è un tempo per tacere

per lasciare che le cose accadano.

E noi a guardarle

con la fissità assente delle statue.

C’è un abbraccio che non possiamo pretendere

ma solo sperare che arrivi.

Tutta questa azione è una lettura del mondo

su cui dovremo prima o poi ragionare nel profondo

come frati votati al silenzio.

È bastato un mese senza la nostra disordinata arroganza

E la natura ha portato i delfini a danzare a Venezia.

Milano 2020

E l’esultanza per quella “danza” dei delfini a Venezia, vista con i suoi occhi di fotografo e cantata con la sua penna di poeta, lo aveva accompagnato con una insolita speranza fino all’estate, nella sua Filicudi, tempo e luogo di respiro calmo e di poesie, non senza un pizzico di amarezza per il mondo lasciato alle spalle ma ancora fortemente avvertito nelle sue carni “inquiete e svuotate” che gli chiedevano di scoprire “l’errore”, da cui tutto aveva avuto origine nella sua vita di “sognatore” di sofferta sensibilità e di intima solitudine:

Giorni e notti.

Cosa resterà della nostra storia?

Qualche foto

una stropicciata lettera

troppe volte riletta.

 

Ha assorbito l’inverno questo cielo

e di nuovo io porto nell’estate

la mia fragile vita di parole.

 

Tutto è immobile

tranne il ricordo che si fa reale.

Altri giorni e notti

svuotato e inquieto

cercando l’errore che ha fatto di me quello che sono.

Fragile e combattivo

In questa mia inconciliabile ferita anima.

25 aprile 2020

E ancora, in tempi più recenti:

Come un cane sbandato

in cerca di pace

ho girato il mondo.

Molti cuori

hanno accompagnato

a tratti il mio cammino.

Quasi questa malinconia

fosse una calamita

e i miei occhi uno specchio

in cui ritrovarsi.

Non ho molto da lasciarvi

amici cari

qualche fotografia

qualche poesia…

L’eredità di un sognatore

cascato in un mondo che fatica a capire.

Milano 2020

E un presagio di morte imminente lo ha accompagnato fino al giorno 13 marzo 2021.

Ma noi, caro Giò, non vogliamo arrenderci al pensiero della tua assenza. Con me e Angelica e Caterina e Giulia e Delia e Michele e… e… e… quanti (tantissimi nel mondo intero) continuano ad amarti. Ed ecco il nostro pensiero per te in questo giorno di tristezza e rimpianto:

Carissimo Giovanni, un anno e mezzo fa in silenzio e con la sola carezza del buon Dio a guidarti per mano sei volato nella Luce, lasciando sulla terra la scia luminosa del tuo passaggio intenso e ricco di mille vite almeno. E oggi con la forza ardente della tua immensa creatività illumini i nostri giorni vuoti della tua presenza fisica, colmandoli di tutti i doni che hai lasciato in chi ha avuto il privilegio di conoscerti, incontrarti, viverti accanto.

Le tue inimitabili foto, le tue meravigliose poesie, in cui la tua anima bella vibra di dolce malinconia e rara sincerità, le innumerevoli opere realizzate con geniali dita d'Artista sono qui con noi e vivranno per sempre rendendoti immortale. E sei presente soprattutto con tutto l'Amore che hai donato a piene mani a tutti con generosità, altruismo, umiltà e coraggio in questo nostro mondo opaco, triste, impaurito. Rimani Faro luminoso in tutto l'azzurro che ti appartiene. Ma, nella notte di questi giorni bui, accendi per noi e soprattutto per i tuoi cari tutte le stelle con mani di tenerezza. Oltre le nostre mani in preghiera... 

E zio Giò, l’immenso zio Giò, dall’alto sorride compiaciuto alla sua “nipotina del cuore”. E a quanti, come noi, continueranno a sentirlo dentro come Luce e Speranza. Come Amore. Angela 

1 commento:

  1. Cara Angela, grazie per il dono che ci fai di trasmetterci la tua affettuosa ammirazione per Giovanni Gaspel e le sue poesie. Dirò con un ossimoro che una dolce amarezza mi prende mentre leggo i suoi versi (lineari, essenziali, belli) e i tuoi commenti così poetici. Rivivo con te la malinconia per una grande perdita, ma in fondo tale non è se continuerà a viverci accanto.

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