E desidero cominciare con la bellissima testimonianza della mia carissima amica e poetessa Anna Mininno, sempre presente alle mie “imprese” di scrittura e sempre un po’ defilata per naturale ritrosia a occupare vetrine. Ma lei non sa quanto la sua poesia sia preziosa per me e per tanti suoi lettori. “Abbraccio” è il titolo emblematico (che rispecchia anche la sua personalità) dei seguenti versi: Mi stringo tra le braccia/ - solo io posso farlo -/ e riconquisto parole d’amore/ per me e per te/ che forse vivi nella distrazione// Oggi che il tempo si misura/ in briciole di respiro,/ oggi mi curo di me/ e di riflesso anche di te/ che mi passi accanto// Oggi che non so se/ il sole la luna e le stelle/ ci faranno buona compagnia/ ma so che insieme,/ potremo non aver paura . E tutto viene filtrato da quell’“insieme” che vince ogni paura, dilatando la speranza nel futuro (“potremo”).
Anche di Marco Zanchi, altro carissimo amico,
autorevole avvocato di giorno, ma tenerissimo scrittore per bambini di sera,
ecco una delicata prosa intitolata, appunto, “ABBRACCIO”: L’abbraccio è contatto, unione, calore. È consolazione e sostegno. È stretta
leggera o trattenuta. È muta espressione di felicità… ma lo si può anche
scrivere e inviare lontano, nove lettere solo per dire “ti sono vicino,
vicinissimo, ti voglio bene… ti abbraccio”.
E se davanti ci poni una L ne seguirà un abbraccio con Labbra, e saranno baci e
abbracci, e magari amore dichiarato a braccio… ma con una B in meno, questa volta. E volano cuoricini colorati
che danno calore e fanno allegria, alleggerendo il cuore.
Poi, Mariateresa Bari mi sorprende con una
bellissima poesia, intitolata “Se mi vieni a trovare”, però non sua. Anche se,
in parte, in essa si ritrova. Eccola: Vieni
lentamente e con gentilezza/ per non spezzare la fragile/ porcellana/ della mia
solitudine./ Aspettandoti/ ho dimenticato di osservare,/ ho dimenticato di
osservarmi./ Il sogno mi tiene/ in braccio,/ piegato sulla tua spalla. (Ritzos Sohrab Sepehri). Ancora braccia
che accolgono, confortano, allontanano la solitudine. Sì, perché, banalmente ma
sicuramente, da soli si è soli. Salvo nei momenti in cui desideriamo rimanere
con noi stessi per interrogarci e scoprirci e riscoprirci nella nostra essenza
più profonda.
E, sempre su FB, ecco
la carissima Angela Aniello, che
scrive: Oggi il mio buongiorno è uno
stralcio dalla “Lampara” di Don Tonino Bello perché tutti, proprio tutti,
abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni durante il viaggio e condivida la
nostra lampara per fare più luce insieme. “Un’ultima implorazione, Signore./ È
per i poveri./ Per i malati, i vecchi, gli esclusi./ Per chi ha fame e non ha
pane./ Ma anche per chi ha pane e non ha fame./ Per chi si vede sorpassare da
tutti./ Per gli sfrattati, gli alcolizzati, le prostitute./ Per chi è solo. Per
chi è stanco./ Per chi ha ammainato le vele./ Per chi nasconde sotto il
coperchio/ di un sorriso cisterne di dolore./ Libera i credenti, Signore,/ dal
pensare che basti un gesto di carità/ a sanare tante sofferenze./ Ma libera anche
chi non condivide le speranze cristiane/ dal credere che sia inutile spartire
il pane e la tenda,/ e che basterà cambiare le strutture/ perché i poveri non
ci siano più./ Essi li avremo sempre con noi./ Sono il segno della nostra
povertà di viandanti./ Sono il simbolo delle nostre delusioni./ Sono il coagulo
delle nostre stanchezze./ Sono il brandello delle nostre disperazioni./ Li
avremo sempre con noi, anzi dentro di noi./ Concedi, o Signore, a questo popolo
che cammina/ l’onore di scorgere chi si è fermato lungo la strada/ e di essere
pronto a dargli una mano per rimetterlo in viaggio”. E qui c’inginocchiamo
dinanzi alla santità di Don Tonino Bello, che tanti di noi hanno conosciuto
personalmente, lasciandosi illuminare dalla sua Luce. Anche la sottoscritta. Ma
nelle sue parole riecheggiano quelle di David
La Mantìa da me riportate la volta scorsa. Basta rileggerle per scoprire la
bellezza della condivisione.
Tenerissime anche le
parole di Assunta Braì, altra grande
amica del cuore: Mi commuovono due
giovani che si tengono per mano e progettano il futuro. Mi commuovono ancor di
più due vecchi che si sostengono a vicenda nel loro incerto camminare.
E altrettanto tenera
l’immagine di un azzurro cielo/mare opera fotografica di Francoise Sallé, altra
amica tanto cara, che scrive: Quando
cielo e mare si confondono in un abbraccio di pace. E siamo davvero un tutt’uno
con la natura. Quando avvertiamo tutto questo un senso di benessere, di calma,
di pace ci pervade per tanta bellezza
fuori e dentro di noi.
E a conferma e conforto
di quanto letto e scritto sin qui, chiudo, almeno per oggi, con “SERENO” di Francesca Petrucci, la mia dolcissima
consuocera: La mia fronte sul tuo cuore/
La tua mano nella mia/ Il mio cuore nel tuo cuore.// Azzurro sereno/ Dopo tanta
pioggia.// Le nubi fuggono/ Svelando ad una ad una/ pallide stelle.
Sereno cammino a tutti. Alla prossima.
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