Altissima e bianca la parola scavata nel fiume dei gigli
- nulla è a caso nella scatola dei colori sei fanciulla e cammini su fili di
rose tessi finestre alla luce cerchi l'ombra, poi la allontani. Le stanze del
respiro si allargano nuove visioni chiedono asilo si scuciono dalla tua bocca…
(Elina Miticocchio)
Mi piace cominciare da questa stupenda prosa altamente
poetica per parlare della presentazione online di soli due giorni fa dell’Albo
Illustrato di Roberta Lipparini e Bianca Solazzo dal titolo teneramente evocatico Ti
ricordi di me? Perché ritengo che ogni parola sembra fare riferimento
alle due autrici di questo libro per bambini, e per adulti col cuore bambino. A
partire dalla copertina, sintesi perfetta del contenuto. Purtroppo,
non posso riportare le parole preziose degli interventi molto interessanti di
Gianna Lomangino, la infaticabile libraia della libreria Hamelin di Bitonto, e
di Barbara Buttiglione, Presidente Presidio del Libro di Bitonto. Entrambe
appassionate e competenti relatrici, che mi hanno preceduta dietro l’attenta e
brillante introduzione di Raffaella Leone PR della SECOP edizioni e sapiente
conduttrice della serata. Vi invito, perciò, a prendere visione del video della
diretta per assaporare tutti gli imperdibili passaggi delle diverse voci,
accomunate da un unico “sentire”. Dunque, rimangono le mie parole
perché ho annotato diligentemente quello che avrei dovuto dire del libro,
essendo io preposta al ruolo di interlocutrice con le due Autrici. E così, in
realtà, abbiamo dato vita ad una serata con due mamme e due figlie al centro
della presentazione che, via via, si è fatta sempre più corale. Ma, al
centro del centro, c’erano soprattutto loro: il magico Albo Illustrato, Roberta
Lipparini, autrice dei testi, e Bianca Solazzo, autrice delle illustrazioni: un
libro, una mamma, poetessa, incantata di fronte alla natura e al miracolo della
vita, e una figlia giovanissima, che avvolge, con una carezza del cuore, le
filastrocche materne attraverso immagini ricche di colori, che rivelano tanta
complicità di esperienze e confidenze vissute insieme, talmente belle da
avvertirne la totale aderenza al mondo trasognato che ogni parola ritmata e
dolcemente musicale porta con sé all’interno dell’Albo.
Ed ecco il titolo: un caldo colore di sole e di terra, e una
prima, tenera, accorata, ansiosa domanda evocativa, “Ti ricordi di me?,
che comporta un presente che si volge al passato e, quindi, alla memoria per
dischiudersi al futuro e, cioè, a nuovi incontri, nuovi orizzonti da ipotizzare
ancora insieme, mamma e figlia, dopo ogni necessario, inevitabile distacco.
Culla di luna, la prima, e mistero di stelle, la seconda, a creare un sodalizio
di creatività per la vita…
Di qui la suggestiva copertina con l’avvolgente onda su una
linea di terra/cielo che, simile a una barca o a una culla, ripropone il mare
attraversato e le sospirate stelle per ritrovare il sogno, che ci affascina e
ci cattura in quanto legato, a mio parere, al ritorno ai primi giorni di vita
della figlia nel dipanarsi del tempo della madre fino ai nostri giorni e oltre.
1^ Domanda: come è nata l’idea di questo libro e come si
è sviluppata in una sorta di patto d’amore e di alleanza tra mamma e figlia?
(Desidero che mi rispondiate entrambe). Risposte rivelatrici di due personalità
molto creative e impregnate di Amore per l’AMORE e di Poesia per la POESIA.
(vedere video)
Continuando sulla stessa suggestione, nella quarta di
copertina, la barchetta, scortata da due alberi, radici e fonte di amore e di
sostegno per la bambina sempre presente nelle parole e nelle immagini anche
quando è assente, nutre il desiderio di avventurarsi da sola alla scoperta del
mondo, come è giusto che avvenga per ogni nuovo nato che cresce e deve
percorrere sempre più con autodeterminazione la propria vita, e portare la vela
al largo. Sulla vela un’altra tenerissima domanda: “E se un giorno partirò/
per andare lontano/ terrai il mio ricordo/ chiuso in una mano?”, che
evidenzia una struttura del libro “ad anello”. Questo mi suggerisce la
possibilità di un capovolgimento: e se prima partissimo dalla metafora
figlia-barchetta per giungere alla domanda della mamma-culla: “ti ricordi di
me?” non diventerebbe inizio e fine con un nuovo inizio della domanda iniziale?
Alfa e Omega di questo rapporto d’amore che il tempo non scalfisce e che va
oltre il tempo e lo spazio. Oltre.
Meravigliosa, a mio parere, è anche l’impaginazione: molti
versi di quasi tutte le filastrocche evidenziano una scrittura giocosa, che
visualizza il senso delle parole-chiave con lettere che si muovono, danzano, sussurrano,
volano a rendere più dinamico e magico il loro significato interno, realizzato
con molto amore dalla curatrice Raffaella Leone. La prima poesia ne è l’esempio
lampante (lettura prima filastrocca da parte di Raffaella).
Ed è, per me, anche conferma di due genitori che formano un
grande albero, l’albero della vita, nonostante siano di “aria” di cielo e
“brezza” di mare, trasparenti, leggeri, portati verso l’alto. In realtà,
formano un albero forte di rami e di foglie per il bimbo/a fragile, reso/a sicuro/a
dalla loro protezione. E l’albero della vita si ripropone ancora perché in
queste pagine è tutta la vita che si dipana come un filo di molti colori e di
molte fantasie, di tanto mare e tanto cielo illuminati da miliardi di stelle ad
accendere ogni buio perché nessuno abbia più paura o si senta solo. a questo
proposito, basta leggere la splendida sinossi di Raffaella per scoprire tutto
l’universo poetico che illustrazioni e filastrocche le hanno suggerito.
Particolare è poi, per quel che mi riguarda, l’illustrazione
della casa fra le stelle perché mi riporta alla immagine di copertina della
silloge di poesie di Francesca Romana Petrucci con la sua Casa tra le
stelle, da lei sognata e poi ritrovata misteriosamente identica in una
casa che è andata a visitare. C’è proprio da pensare che siamo una sola grande
Anima nell’Universo. (lettura filastrocca da parte mia).
C’è, inoltre, in tutte le filastrocche il desiderio/bisogno
di varie personificazioni/identità, che rivelano il nostro essere frammentati
pur riconoscendoci nell’intero. Bellissime le filastrocche e le illustrazioni
di queste personificazioni realizzate da Roberta e Bianca in un continuo
guardarsi, fondersi, confondersi, scoprirsi e riconoscersi, così diverse, così
uguali. E anche nella scrittura tutto questo viene visivamente curato nei
minimi particolari perché tutto si risolva in puro incanto, meravigliosa magia.
“E le stelle ci stanno a guardare”, come il romanzo di Cronin, di circa un
secolo fa, ci suggerisce. Ma, oltre alla luce delle stelle a confortarci
nel buio, la luce del giorno favorisce gli incontri, il guardarsi negli occhi
per riconoscersi e sentirsi fratelli, oltre la tana, la casa, il nido,
l’albero. Oltre ogni possibile esclusione dell’altro… Ed è questo volare oltre
che rende la vita un’avventura con… destinazione ritorno! Ritorno come, quando,
dove, perché? Oltre il tempo e lo spazio perché la creatività “ci fa rinascere
infinite volte” (Fromm). Perché l’amore abbraccia tempo e spazio e si fa
eternamente presente. (Lettura ultima filastrocca da parte
dell’autrice).
2^ domanda: il senso del ritorno ha tante significazioni
diverse. Nel suo significato più semplice e concreto è auspicabile? Magari per
ritrovare la sicurezza nella casa, nel nido, nella tana o è il viaggio che
dobbiamo augurare a noi, agli altri, ai figli, ai giovani, dopo ogni ritorno?
Ma ritorno può anche significare il riportarsi anche dopo l’ultimo addio ai
luoghi amati, alle persone che ci portano nel cuore e che ci “sentono” in ogni
respiro del giorno; ci vedono in ogni stella che illumina il cielo; in ogni
nuvola o fiore o canto d’usignolo, volo di rondine (solo a Roberta)
Conclusione:
E vorrei concludere con alcune metafore e similitudini
catturate dal mio Retino dalla imperdibile quanto poetica Sinossi di Raffaella
al libro.
Di questo splendido Albo Illustrato desidero
allora sottolineare:
La “Leggerezza”: come onda di mare, nuvola di cielo,
soffio di vento.
La “Tenerezza”: come nido di ramo, volto di luna,
acquerello di luce.
La “Solidità”: come albero di montagna, sguardo di quercia, cerchio d’universo.
La “Incertezza”: come tutte le domande, come tutte le risposte, come tutta la vita intera.
La “Sicurezza”: come matita che scrive, come parola sul foglio, come tana nel suolo.
La “Freschezza”: come rugiada che brilla di foglie, come mare che danza di onde, come alba che si schiude al giorno.
E, infine, il “Volo”: come uccello verso il sole, canto verso l’alba, sguardo verso il cielo.
Con tutti gli orizzonti che potrà scoprire, raggiungere, cambiare per permettere a noi lettori di continuare a credere nella bellezza del Creato, con tutte le sue Creature, e continuare a sognare.
Grazie.
Angela
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