venerdì 22 marzo 2019

21 marzo: una giornata a raccontarci Poesia...


La Giornata Mondiale della Poesia è stata davvero un “naufragare dolce nel mare” dei versi di tanti poeti antichi e contemporanei, ripensando un po’ a Leopardi, un po’ ad Alda Merini attraverso anche le canzoni di Vecchioni, tratte dal suo ultimo album L’infinito, ma con uno sguardo particolare alle sue canzoni più belle del passato.
Mattatrice della “Folle” giornata poetica è stata Monica Tomasicchio, che ha organizzato nel Liceo Artistico di Corato un effervescente incontro con gli studenti, che ci hanno regalato e si sono regalati momenti di straordinaria emozione sia recitando versi di altri poeti oltre ai propri sia suonando e cantando alcuni pezzi musicali. Con vero talento e grande passione. E abbiamo attraversato la magia della luce con alcune opere del Caravaggio, splendidamente commentate da Franco Leone anche con i suoi endecasillabi in rima con il loro classico e mai spento fascino. Fino alla declamazione (a memoria), sempre da parte di Franco, del Proemio dell’Iliade di Omero, scandito dal ritmo della metrica dei poemi dell’antica Grecia e dalle mani degli entusiasti ragazzi.
La sera l’abbiamo trascorsa nella libreria Secopstore ancora con il percorso poetico che Monica ha tracciato in riferimento soprattutto alla grande poesia del meraviglioso cantautore Vecchioni per vivere, insieme con tutti noi, l’emozione dello scambio reciproco della poesia, della musica, del canto.
Una esperienza molto intensa da ripetere ancora e ancora.
Vivere la poesia come dono è decisamente avvolgente ed esaltante.
“La poesia e l’arte, nella figura del dono, non invocano soltanto la loro origine, ma anche la loro destinazione (Jean Starobinski).
E, oggi più che mai, in un mondo che si proclama “villaggio globale” (Marshall McLuhan) ma che in realtà vive di diffidenza, rifiuto, violenza, odio, la poesia è un dono sempre più prezioso quando si fa contagio di emozioni nello scambio di versi o di ogni altra forma di Arte, frutto della creatività umana.
La Poesia è, dunque, “Anima e Respiro dell’Universo”.
Non mi stancherò mai di parlare di poesia. Soprattutto dopo la benefica immersione di una giornata, vissuta all’insegna della Poesia, nella Poesia, per la Poesia. Con Poesia.
“Poesia anima e respiro dell’Universo”: anima innamorata del canto della vita, tra realtà umana e sacralità divina. Il divino che si fa umano e “s’incarna nella parola” (Paul Valery).
Ed è così che “la Poesia unisce i popoli, elimina steccati di ogni genere, rende l’umanità migliore” (Raffaella Leone).
Abitiamo sotto cieli diversi che è comunque lo stesso cielo. Abbiamo credi diversi. Pure respiriamo lo stesso respiro divino che avvertiamo in tutto il Creato, noi uniche creature tra tutti gli esseri viventi a sapere di un Creatore, padrone della vita e della morte, a cui rivolgiamo la nostra preghiera e il nostro canto.
Parliamo lingue diverse, eppure abbiamo una sola voce: quella della mente, del cuore, dell’anima. Una voce che racchiude in sé Bellezza, Armonia, Compiutezza, Appagamento perché è Sogno, Passione, Memoria, Amore. 
Ha occhi d’innocenza dell’umanità bambina e si macchia della polisemia ambigua della parola. Bugia e Verità. Straniamento e Appartenenza. Possibilità di perdersi col rischio di mai più ritrovarsi. E riconoscimento. Solitudine del volo alto (Baudelaire e il suo Albatro) e desiderio di arrivare all’altro e all’altro ancora, fino a ritrovarsi in un “altrove” che è perdita di sé e ritrovamento di tutto l’altro da sé, che dilata orizzonti e non ha più confini.
Neppure nel nostro cuore.
Ed ora mi piace riportare le poesie che tre studentesse hanno letto durante il nostro incontro di ieri mattina e di cui, con grande semplicità e un sogno immenso negli occhi, mi hanno fatto Dono:
“Un milione di papaveri” di Bruna Valente
Ti vidi lì
tra Narcisi, Ranuncoli e Fresie
appassendo lentamente
tra vento e neve.
Mi trovasti tu,
mi portasti tra le Margherite
mentre a me piacevano le Peonie.
Imparammo a conoscere i Fiordalisi,
amammo i Tulipani,
ti regalai dei Garofani.
Dormivi nella Lavanda,
la mia ostinazione mi portò però a donarti
un milione di Papaveri.
… ma a noi piaceva la Zinnia.
(deliziosamente ironica, come è difficile che avvenga in poesia. Soprattutto in quella degli adolescenti, che sono perlopiù alle prese con i turbamenti e le sofferenze dei primi amori, spesso non ricambiati o già finiti… Notevole il profondo significato delle inevitabili divergenze di personalità ed esperienze di adattamento o meno nella coppia).

“D’istanti” di Simona Di Gregorio-Bartolemucci
Siamo poesia
ogni volta
che ci abbracciamo
con sguardi e desideri
Siamo romanzo
ogni volta
che ci sfioriamo la pelle
e bruciamo
Siamo opera
ogni volta
che ci scambiamo sorrisi e attese
Siamo capolavoro
ogni volta
che ci amiamo di nascosto e risplendiamo
Siamo vincitori
ogni volta
che incontrandoci voliamo.
(sorprendente è l’intensità del climax ascendente in questi versi di una sapiente leggerezza, tutta giocata sul crescente rossiniano di intrecci d’amore fino la volo conclusivo, come innamorati “vincitori”…).

“Tempesta” di Anna Varesano
 Il mio corpo galleggia nel vuoto
Della grande distesa blu
Inizia a piovere
Tutto si agita
Perché ora mi lasci annegare?
Sono sempre stata la scogliera
Sulla quale tu,
faro,
potente e timido,
hai sempre potuto contare.
Ora ammira come impotente
Mi lascio risucchiare
Dall’acqua salata che cicatrizza
Le mie ferite
Contorto è questo mare
Quanto lo sono i miei pensieri
Ti fisso e la tua luce si spegne
Mentre tocco il fondo
Era l’alba
Son morta con la luna
(e qui ecco lo spauracchio della delusione, in una storia d’amore che ha il respiro di un giorno: nasce con l’alba e muore con la luna).
La Poesia è, allora, anche divertissement, è pienezza significativa della parola e la sua disgiunzione. È brivido che trafigge il corpo e la mente per giungere al cuore e ferire l’anima. Ci fa credere nel suo potere salvifico come nella sua dannazione.
Ecco perché, in fondo, la poesia è atto creativo, di fede, di coraggio.
Ci vela e ci svela. Perché la parola diventa testimonianza, smarginata e viva, di quello che guardiamo, osserviamo, sentiamo, ascoltiamo, viviamo e riviviamo, trasformiamo e vivifichiamo nel riso e nel pianto, nella illusione e nella delusione, tra sogno e realtà.
È attimo di emozione che diventa promessa di eternità.
Possiamo ritenerci dei vinti se l’umanità continua a rinascere grazie alla Creatività, filo diretto con Dio, che genera l’Arte in tutte le sue meravigliose forme?
E queste fanciulle in fiore ce lo dimostrano con i loro germogli poetici che si vanno dischiudendo al Sogno, alla VITA…
BENTORNATA PRIMAVERA!








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