venerdì 19 gennaio 2018

MIO ETERNO PETER PAN


Ridevi ai giorni da scoprire
tra animali di foreste equatoriali
e lunghi fiumi e impervi sentieri
che sul muro d'erba tuo padre
per te d'ironia e di verde dipinse
bambino dai mille giochi
e pochi amici a farti compagnia.
Ti ascoltavano mormorii di silenzio
e foglie clandestine e ghiri
e poiane usignoli e pettirossi
e leoni inferociti e timidi conigli
in un fantastico eden di fiaba
di sogni e d'avventura.
Ti facevano compagnia storie
che inventavi per strappare al tempo
un applauso su soprusi subiti
da sprovveduti incontrati tra ingenui
perché e percome mai capiti.
Una solitudine d'abbandono
mi colse d'improvviso in un addio
che ci scoppiò nel petto impreparato
alla tua insolita smania d'andar via.
Ora sei clown e istrione battuta
mordace e risate con gli amici.
Da lontano ti seguo e rido e piango
a mistificazioni paradossi e crapule.
Il mio ragazzo che ride ride ancora
esorcizzando il tempo e la paura.
Senza rete fa capriole d'amore
funambolo di musica e canzoni.
Complici in due s'arrampicano
sui muri sbreccati della vita
per inventarsi un sole o mille stelle
da scambiarsi con un bacio piano
quando la sera veste d'allegria
la mia silenziosa ansia che paziente
all'angolo di casa inascoltata attende.

Nessun commento:

Posta un commento