Tra le nostre Autrici straniere, fondamentale è partire dalla grande Ljiljana Habjanovic Djurovic, la prima ad aver pubblicato in Italia con la SECOP edizioni (anno 2010, pp. 577, euro 20,00). Il titolo del Libro è Il Gioco degli Angeli. Traduzione del più grande traduttore serbo Dragan Mraovic. Mio è, invece, l’adattamento alla Lingua italiana. Mia la Prefazione. La copertina rispecchia la tradizione degli Affreschi tipicamente serbi. Anche perché il romanzo è, a mio parere, il più straordinario affresco della seconda metà del Quattordicesimo secolo, nelle due Istituzioni tipiche medievali: Impero e Monasteri, che in Serbia ebbero una notevole fioritura proprio nell’Alto Medioevo. Riguarda la storia di Milica, principessa serba della dinastia dei Nemanidi, e del suo intrecciarsi continuo con il soprannaturale: il suo Angelo custode, voce narrante, e i sette Arcangeli, che si prendono cura di Lei e del suo percorso verso la salvezza di sé stessa, come donna e regnante, della sua famiglia, del suo popolo, del regno Serbo. Della sua anima. Molte le chiavi di lettura: umane e divine. Tra atmosfere storiche, documentate dalla puntualizzazione cronologica degli avvenimenti, che si dipanano lungo i settant’anni della vicenda terrena ed esistenziale di Milica, e quella dinastica del regno Serbo. Riguarda, inoltre, la vita delle donne nel Medioevo e, in particolar modo, delle donne nobili e degli obblighi del loro rango; della necessità di assicurare la continuità della dinastia sul trono; della interazione dei vari membri all’interno della costellazione familiare; il conflittuale e doloroso rapporto di Milica con le sue cinque figlie e soprattutto con Mara, la primogenita, e Oliveira, l’ultima nata. Conflittualità generazionali, all’interno dello stesso nucleo familiare, che riguardano l’umanità tutta, in senso orizzontale e verticale. Si pensi a Caino, il primo “assassino” della storia dell’uomo, dalla nascita biblica del mondo. Giunta a questo punto, non mi resta che aggiungere un breve stralcio della mia prefazione: … mi piace presentare al lettore la sua Autrice, la scrittrice “più amata” in Serbia, la più letta e apprezzata, la più premiata, e non soltanto nella sua terra, Ljiljana Hbjanovic Djurovic, perché dovrà a lei le forti emozioni, le insolite riflessioni, i profondi percorsi interiori, che lo accompagneranno nello straordinario viaggio nelle pagine di questo libro. e mi riferisco al singolo lettore perché ogni storia nasce dalla penna di uno scrittore, ma rinasce nella mente e nel cuore di chi la legge, assumendo significato e valore diversi, in quanto filtrati dalla sensibilità, dalla cultura, dalla storia personale di ciascuno… Ljiljana ha pubblicato altri suoi romanzi con la nostra Casa editrice fino a qualche anno fa. Poi le mie note vicissitudini a Belgrado hanno interrotto il nostro sodalizio letterario, venuto meno anche il nostro indispensabile traduttore e soprattutto amico Dragan Mraovic, ma non la nostra bella e sincera amicizia.
Altra scrittrice
molto nota, amata e apprezzata in Serbia (e non solo) è senza dubbio Milanka Mamula, che ha scritto parecchi
romanzi, con cui ha vinto diversi premi.
SALVO ERRORI E OMISSIONI - E.&O.E.- è il primo Libro che ha pubblicato il
2015, con la SECOP edizioni (pp. 486, euro 19,50). Il traduttore è naturalmente
Dragan Mraovic. Mio l’adattamento
alla Lingua italiana, mia la Prefazione. L’immagine di copertina è della figlia
dell’Autrice, Tijana Mamula, a cui
il romanzo è dedicato, oltre che al fratello Pavle Mamula. Prendo dalla mia prefazione spunto per presentarvi
questo romanzo davvero insolito, in quanto ha un intreccio catturante per i
molteplici colpi di scena che si susseguono dall’inizio fino all’ultima pagina.
Il Libro, inoltre, vede i personaggi vivere sentimenti ed emozioni molto forti
e avvincenti, ma che spesso ci lasciano l’amaro in bocca e il desiderio di una
soluzione positiva. Salvo errori e omissioni!?! Devo, intanto, precisare che
romanzo è decisamente criptico per i non “addetti ai lavori”, ma altrettanto
catturante, quantomeno per la curiosità che suscita nel desiderio di volerne
sapere di più. Di scoprire l’arcano che si cela dietro una sigla che,
indubbiamente, proviene dal settore commerciale e finanziario, a cui è stato
legato per molti anni il marito dell’Autrice, lo straordinario scrittore e
compianto amico Nikola Mamula, la cui sagacia, generosità, ironia e autoironia
non potremo mai dimenticare, in quanto per anni ci siamo frequentati, con tutta
la famiglia, provando profonda stima e sincero affetto. E con la carissima
Milanka tutto è rimasto immutato. Intanto, ritornando alla prefazione, eccone
un breve stralcio: … Per fortuna ci viene
subito in aiuto il titolo, che spiega in maniera inequivocabile il suo
significato: quando si tratta di maneggiare denaro in proprio o per conto
terzi, non si possono commettere errori. Questi ultimi sono esclusi dall’umana
esperienza. Non ci è dato di commetterli, trasformati come siamo in
efficientissimi robot, veri e propri computer, cui non è concesso sbagliare.
Viene forse in aiuto all’umana fallacità (…) quel “Salvo” messo all’inizio, che
mitiga il senso della proibizione, ci offre una possibilità e, quindi, una
scappatoia. (…). Dunque, un romanzo “sui generis”, molto particolare, che la
bravissima Autrice, Milanka Mamula, serba di nascita e italiana di adozione, ha
saputo costruire, con dovizia di particolari, proprio su questo assunto, che è,
alla fine, l’anima della storia. La protagonista Nina, una donna in carriera,
che ricopre un ruolo manageriale in una importante ditta milanese di
import-export, si divide tra Belgrado, sua terra di origine, e Milano, città
dove lavora, e, quindi, tra rigido senso del dovere e cedimenti emotivi, che
non dovrebbe concedersi, tra i solidi affetti di ieri e le variegate amicizie
di oggi; tra la famiglia che si sfalda e il pressante lavoro, che mantiene alta
la sua autostima; tra fragili nostalgie e tenaci progetti di vita… Da leggere e rileggere per la sapiente e mai scontata scrittura dei sentimenti più intimi e profondi che appartengono in modo inequivocabile alla sensibilità di animo della nostra Autrice.
Altro
Libro pubblicato dalla SECOP edizioni nel 2015 (pp. 106, euro 11,00) è quello
di una delle più grandi poetesse serbe, la favolosa Milica Lilic Jeftimijevic. Si tratta di una splendida silloge di
poesie che si intitola IL FUOCO E IL
VERBO, in versione bilingue a fronte (serbo e italiano). Anche qui la
traduzione è dell’inestimabile Dragan
Mraovic, l’adattamento all’italiano e la prefazione sono miei. La pregevole
Opera in copertina è della nostra Artista, Maria
Grazia Giovanna Dell’Aere, che dipinge con un suo stile molto originale. La
copertina è del nostro Graphic Designer Nicola
Piacente, che dà sempre un taglio fortemente connotativo della Casa
editrice. Riporto qualche notizia esplicativa della bellezza della silloge
attraverso le mie parole che stralcio dalla prefazione: Bellissimo è, per esempio, il titolo: Il fuoco e il verbo. Esplosivo, caldo, magmatico, come solo il
fuoco può essere; e intenso, profondo, elevato, come solo il Verbo sa e può diventare.
Racchiude in sé le due forze vitali di questa superba poetessa e scrittrice
serba, nonché critico letterario e giornalista: la passione amorosa e la
passione poetica. Forze dirompenti, che esplodono in ogni verso tanto da
indurci ad esaltarci per le inimmaginabili vette raggiunte, e intristirci per i
terribili abissi paventati e, a volte, sfiorati con annientante dolore. Ma la
poetessa ha in sé una forza in più, magica e misteriosa eppure profonda da
vincere ogni altra parola. (…). La sua è una poesia balcanica, ma anche molto
occidentale. E soprattutto è la sua poesia, quella che la rende fiera e sicura
di sé, quella che la fa sentire “domina” e mai “ancella” della parola alata. Con
brevi momenti di mite accondiscendenza, dettata più dalla sua profonda “necessità
cosmica” che dalle ali dispiegate della sua straordinaria fantasia. Ma è il suo
cuore che conclude la silloge con un inno alla bellezza che la parola esalta,
incantandoci; e persino con una carezza d’amore all’Italia, a Bari e a San
Nicola che rende benedetta questa terra. Splendido, sentito, commosso omaggio
al nostro Sud…
Un lavoro
a sé è PICCOLO VESTITO NERO - omaggio a
Coco Chanel - che la SECOP edizioni ha pubblicato nel 2022 per omaggiare, a
sua volta, la grande e famosa attrice serba Vjera Mujovic, che abbiamo conosciuto e ammirato a Belgrado. La traduzione
è di Radmila Pavlovic. La copertina
è opera del nostro Graphic Designer, Nicola
Piacente, sempre molto creativo, anche alle prese con un Libro unico nel
suo genere. Il personaggio di Coco
Chanel, infatti, è rappresentato, in questa piece teatrale, in duplice veste: proprio come il logo del suo
marchio, composto da una C regolare e una invertita che si intersecano. Si tratta,
intanto, di un dramma, il cui contesto psicologico rappresenta il confronto
dell’uomo con sé stesso, con il passato e il presente, tra verità e menzogna;
il confronto con ciò che pensiamo sia vero, con la solitudine infinita e l’amore
perduto. Due attrici, dunque, che, in questo dramma, danno voce a una sola
voce, rivivendo infanzia, amori, lotte, desideri e aspirazioni di una
personalità complessa come era quella di Coco Chanel. Il personaggio viene rivissuto in un
momento di grande sconvolgimento globale: la guerra, la rivoluzione, la lotta
per l’uguaglianza sociale. Chanel ha liberato la donna dal “corsetto” e ha
accorciato vestiti e tacchi alti, per permettere anche ad una donna di amare e
di decidere il proprio destino. Questo pezzo teatrale, infine, racconta la
solitudine e l’eterna ricerca dell’amore. Vorrei concludere, puntualizzando che
è perlopiù un dramma dialogico, raccontato in cinque lingue diverse per
rispettare i diversi Paesi in cui è stato rappresentato: italiano, francese,
inglese, serbo, cinese. È un libro di un fascino senza paragoni. Una ulteriore puntualizzazione:
Vjera Mujovic è attrice e autrice del testo. È membro permanente del Teatro
Nazionale di Belgrado. Si è laureata alla Facoltà di Arte drammatica di
Belgrado. È attrice di Teatro, Televisione e Cinema. Sono tantissimi i
personaggi che ha interpretato in diversi ruoli. Ha lavorato per il Teatro e il
Cinema di San Pietroburgo, Mosca, Parigi. Ha fatto delle tournèe in Russia, Ucraina, al Circolo Polare Artico, in Georgia,
Armenia, Svezia, Italia, Grecia, Polonia, Croazia, Francia, Mongolia… ha vinto
numerosi e prestigiosi premi. Ha scritto due romanzi e diversi pezzi teatrali.
E, per
oggi, va bene così. Ma devo necessariamente continuare perché sono ancora
parecchie le nostre autrici italiane e straniere. Spero di concludere questa
lunga carrellata per la fine di settembre, in quanto ci sono altre belle novità
fino a dicembre, a partire da ottobre, mese autunnale tra i più dolci e
malinconici dei mesi dell’anno. A prestissimo. Grazie sempre. Angela/lina
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