lunedì 8 settembre 2025

Lunedì 8 settembre 2025: LE AUTRICI CHE SCRIVONO LA LETTERATURA DEL TERZO MILLENNIO... (3^ parte)


E parto subito da un’Autrice formidabile come Isabella Antonacci che ha scritto un romanzo amaro e tenerissimo Era solo una bambina per i tipi della SECOP edizioni del 2023. Isabella sintetizza nel titolo tutta la dolorosa storia della protagonista e ci ripropone, senza mezzi termini, le consuetudini, i modi di comportarsi e di dire, di mangiare e di vivere delle famiglie povere di un secolo fa. I sentimenti chiusi a doppia mandata, e i risentimenti palesati con schiaffi e parolacce e rancori, covati perlopiù in casa, ma mai messi in piazza “per l’occhio della gente”, vera e propria iattura, a cui quasi nessuno sfugge, maschi e donne, ma soprattutto queste ultime che si nutrono, all’ombra delle finestre, di pettegolezzi, di preghiere frammentate e senza il respiro della vera fede, di falsi miti e di false credenze, senza un briciolo di senso critico e di libertà, interiore ed esteriore. Si tratta di una storia vera che ci aiuta a comprendere errori e fragilità, dovuti all’ignoranza e al mondo chiuso e senza respiro di quegli anni di primo Novecento. In quel mondo, ginepraio di pregiudizi e maldicenze, si svilupparono tragedie che neppure il buon senso riuscì ad evitare, causa il degrado dei paesi del sud, gli ambienti domestici piccoli per mancanza di mezzi economici, l’inevitabile promiscuità, l’asservimento totale della donna all’uomo per assenza di sostentamento personale: il matrimonio era l’unica aspirazione-meta per le donne e il mettere al mondo molti figli, per soddisfare le voglie del marito, per dare ipotetiche “braccia-lavoro” dei figli maschi, che dovevano provvedere a tutta la famiglia, e soldati appena adolescenti da immolare alla Patria, secondo la retorica mussoliniana. Oggi ne conosciamo i danni e le conseguenze nefaste che portarono ben presto alla Seconda Guerra Mondiale fino a quella più subdola e devastante dei nostri giorni per tutti i popoli del pianeta, “atomo opaco del male” (Pascoli). In quei tragici anni nasce la protagonista di questa storia: un fiore di grande purezza, intelligenza, generosità, Mariuccia, incapace per dote naturale di pensare il male e di farlo nei riguardi di chicchessia, destinata a “grandi imprese”, se un destino avverso non l’avesse segnata sin dalla culla. Mariuccia, nonostante tutte le vessazioni, le angherie, le continue beffe di una sorte predestinata, non può non ancorarsi alle nostre speranze in un mondo migliore, grazie al suo esempio di infinita bontà e carità cristiana. Sempre pronta a rinascere, come Araba fenice, dalle sue ceneri. E con lei Rosellina, altra anima sensibilissima e bella, sua compagna di scuola, figlia di Guglielmo, il misterioso, taciturno, ma gentile avvocato venuto dal Nord. Ma anche Rosellina è votata ad un tragico destino, che non le lasciò il tempo di superare la fanciullezza. C’è da chiedersi: fino a che punto siamo noi gli artefici del nostro destino? Fino a che punto è il nostro carattere a definirlo? Fino a che punto è l’ambiente o sono le circostanze a determinarlo? Il lettore è chiamato più volte a riflettere su questi interrogativi. Mariuccia, comunque, è continua presenza nel cuore di Isabella Antonacci e nel nostro cuore. Nel cuore di ciascun lettore che avrà la fortuna di leggere questa storia che non ha nulla di romanzato. Buona lettura!

Ma ho tra le mani, con un grande magone nel cuore, Gelido è l’Inverno di Anna Maria De Leo (FOS edizioni 2018, pp. 186, euro 10,00). Da un anno e mezzo Anna Maria ha raggiunto tra le stelle e gli Angeli il suo amatissimo Nicola e tutti i nostri cari che, negli anni l’hanno preceduta: i nonni Mincuccio e Angelina, Nonna Natalizia (detta Anna) e nonno Giuseppe, da noi mai conosciuto, la nostra adorata mamma Melina e poi Primo, Pinuccio e tanti che abbiamo conosciuto e amato nelle varie tappe della nostra vita. Ci ha lasciato, tra i tanti altri racconti, poesie, disegni, libri per gli alunni delle classi, in cui ha insegnato per lunghi anni, anche questo “diario epistolare”, con sulla copertina l’immagine di un dipinto di Nicola Parisi, suo marito per troppo breve tempo, e tutta la sua breve storia. Non è facile, infatti, entrare in questo Libro, che è come un tabernacolo, con la sacralità del corpo di Cristo in un’Ostia consacrata: martirio, sangue morte e resurrezione. Anche in questo Diario-epistolare, del resto, vivono questi tre elementi, che rendono sacro quanto Anna Maria abbia scritto. E lei ha scritto per farlo risorgere e tenerlo in vita il suo sposo tanto amato, e per tenersi in vita. La salvifica scrittura, come sempre affermo io! La scrittura per fare testimonianza, e conservare parole d’amore e di dolore che precedono ogni possibilità di rinascita. Quanta importanza ha avuto per Anna Maria il “conservare”, lei così generosa con tutti ha dovuto far tesoro della urgenza di conservare la memoria di Nicola e del loro intenso amore come eredità più preziosa di ogni altra da lasciare alle due figlie, Isabella e Nicoletta, e ai loro figli (Nicole e Francesco, Sofia e Andrea). Di qui la sua dedica: A te Nicola/ alle nostre figlie/ ai nostri nipoti. Per conservare anche l’invisibilità del dolore nel non cedere alle forme eclatanti di chi si strappa i capelli e urla, e la persistenza silenziosa del dolore nella ineluttabilità della morte delle persone amate. La gioia, invece, non lascia strascichi. Il dolore persiste ed è feroce. È un pugnale che lacera le carni quotidianamente. Perché conservarlo allora con tanti ricordi di ciò che è stato e mai più sarà? Perché conservare è anche “custodire” per “prendersi cura” del tempo della vita vissuta insieme, delle figlie che sono state fatica e coraggio, disperazione e salvezza. Per conservare l’Arte di Nicola, i suoi quadri, colmi di solitudine e malinconia, quasi presagi della sua vita breve, con gli altri più colorati come il sorriso della bimba seduta su una sedia. E “tramandare”, così, la sua tristezza e la sua allegria. Dopo la sua tragica morte, in un incidente stradale, a soli 39 anni, Anna Maria prese a scrivere infinite lettere a Nicola per oltre un decennio, poi… incontrò Gianni Brattoli, suo secondo marito, di cui scrive: <Un uomo sensibile come lui ama le mie figlie e i miei nipoti come fossero suoi. Insieme condividiamo problemi e soluzioni, progetti e scelte di vita. Gianni conosce bene i ricordi che mi legano a Nicola. Sa che mi è rimasto continuamente presente nei pensieri e nel cuore. Spesso mi dice sorridendo che le belle storie d’amore si raccontano e si ascoltano sempre volentieri!>. il Libro è corredato dalle loro bellissime foto e dai meravigliosi quadri di Nicola Parisi…

Bellissimo il Libro di Francesca Romana Petrucci LA CASA TRA LE STELLE - quasi un poemetto d’amore e di libertà - (SECOP START 2014, pp. 108, euro 10,00), in duplice lingua: italiano e sardo campidanese, tradotto da Sergio Medved. Il Libro ha in copertina un’Opera di Carlo Libero adattata da Nicola Piacente, Graphic designer e impaginatore della nostra Casa editrice. La raccolta di poesie, inoltre, è dedicata a Garibaldi Nuccitelli/ uomo grande/ amico insostituibile, con Prefazione di Angela De Leo, Presentazione di Francesco Tedde, disegni grafici della bravissima illustratrice Ombretta Leone. Corredano, infine, la raccolta poetica i “pensieri degli amici”: Antonio Canturi, Dorina Ianni, Giovanni Trincas (Nanni, compagno della poetessa), Raffaele Damiani, Carloliberopittore, Francesco Facciolo, Anna Beatrice Pandini, Riccardo Pinna (figlio maggiore dell’Autrice). Per chiarire meglio la bellezza di questo Libro di esordio dell’Autrice riporto qualche stralcio della mia Prefazione: <Francesca Romana Petrucci è una splendida signora di età indefinita, come capita a quelle creature che gli antichi definivano dee, con una straordinaria sensibilità poetica che àncora immediatamente alla stelle, come leggiamo dal titolo della raccolta delle sue poesie, già di per sé luminoso e suggestivo, La casa fra le stelle, che ci conduce per mano oltre la soglia del desiderio (de-sidera: intorno alle stelle, appunto), del sogno e del mistero. (…). La casa tace./ Dal cespuglio di nebbie non traspaiono le stelle/ infreddolite zingare alla locanda del cielo. Inizia così la raccolta e già da questi primi tre versi è facile notare l’originale cifra stilistica dell’autrice che traccia subito una metafora insolita e bellissima per indicare le stelle, “infreddolite zingare”, e la volta celeste come una “locanda”. Sapore di fiaba. Sapore di antico. Sapore di viaggio senza destinazione e senza mappe per orientarsi, ma solo tripudio di stelle, neppure quelle fisse, ma girovaghe…>. E dalla magnifica Presentazione del bravissimo Francesco Tedde estrapolo: <Piccole e grandi vicende sentimentali, suggerite dalla natura e dalla vita quotidiana, vengono dall’autrice riesumati dagli angoli più reconditi del cuore, o come meglio si esprime la stessa poetessa, “dal pozzo delle mie ombre”: tali eventi vengono elaborati con fili di magica fantasia per poi realizzare il prezioso arazzo in cui si ammira l’allegoria della propria esistenza…>. Un Libro, dunque, che è fiaba, viaggio, amore, tempo di ricordo, di attese, di speranze per una realizzazione felice di chi l’ha scritto. Incanterà sicuramente i lettori, come è già accaduto dalla sua pubblicazione fino ai nostri giorni.

Ma, andando ancora di più a ritroso nel tempo, ecco del 2012 il Libro particolarissimo di una scrittrice che ha dischiuso la sua anima ai lettori con le innumerevoli “tessere” della sua esistenza non sempre legata a ricordi felici, ma sicuramente strutturanti la sua personalità, ironica, autoironica, consapevole dei propri mezzi linguistici che fanno della Parola un veicolo imprescindibile di conoscenza e di maturità. PUZZLE - Spazi d’interno - (manoscritto di una giovane e promettente esordiente) è, infatti il titolo della originale raccolta di prose e versi che offrono un immediato ossimoro ai lettori “Spazi d’interno” (come Rilke ci ricorda), titolo che “restringe” notevolmente l’idea di “spazio”. E questi spazi, chiusi in ambienti conosciuti e probabilmente anche amati, frantumano continuamente in tanti segmenti la personalità dell’Autrice, Anna Mininno, e continuamente li ricompongono in un “unicum” in cui, alla fine, la scrittrice si ritrova e si riconosce. In pratica, PUZZLE, la cui copertina, molto suggestiva, è opera di Franco Altobelli, artista di grande e indiscusso valore, è in generale metafora della vita e, in particolare, della complessità dell’anima femminile, che è fatta di contraddizioni e di continui aggiustamenti alla realtà per migliorarla, migliorandosi. Ed è bene fare riferimento al nostro grande Mario Luzi che scopre nella frantumazione di sé la forza unificatrice della parola creatrice. Dalla mia Prefazione estrapolo quanto possa servire per conoscere meglio il Libro e la nostra imprendibile e imperdibile Anna: <insolito il titolo e insolita la raccolta perché sono entrambi la testimonianza dell’amore dell’autrice per le lingue straniere e per la scrittura poetica, ma anche e soprattutto per l’analisi interiore nel tentativo di conoscersi, in un gioco paziente e sapiente di “pezzi” da mettere insieme, ad incastro, nel verso giusto e nello spazio giusto perché venga fuori l’“Intero” di sé. (…). Pronta a mettersi in gioco e a ricominciare. Come tutte le donne che vivono nelle brevi pagine di prosa che sono un pretesto, più che la realtà, per narrare un attimo, come uno schiudersi di ciglia… (…). Ogni prosa, del resto, ha come titolo un nome di donna che si fa ricorrente, come Antonia, quasi a segnare un legame che in realtà è solo apparente perché non è la personale continuità che all’autrice interessa quanto la sua discontinuità nell’attimo vissuto, sognato, desiderato, negato, diviso o condiviso, ma sempre nuovo e diverso a definire non solo il suo profilo di donna quanto quello della donna in genere: il suo rapporto con il mondo, con gli altri, con sé stessa…>. E si potrebbe continuare all’infinito perché infinite sono le voci di donne che oggi stanno scrivendo la Letteratura del Terzo Millennio, molte delle quali, come è facile notare, appartengono meritatamente alla scuderia sempre più ricca e arricchente della SECOP e FOS edizioni, per cui avrò ancora modo per presentarle tutte in questo nostro “viaggio letterario” insieme.

Grazie. Alla prossima. Angela/lina

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