Oggi è un giorno particolare perché si festeggia, come noi tutti sappiamo, San Valentino, il Santo dell’AMORE. Io dedicavo sempre questo giorno a mia madre e lei, ogni volta, si schermiva: - che c’entro io - diceva. Ed io le rispondevo: - c’entri, c’entri perché hai sempre saputo darci tanto amore, educarci col tuo esempio ad amare -. Lei sorrideva con il suo sorriso tenero e malioso...
Poi, sono passati i giorni e gli anni, sono accaduti mille e mille avvenimenti a cambiare la nostra costellazione familiare: matrimoni, figli, nipoti. Un albero genealogico sempre più allargato. Ho continuato a dedicare questa festa a mia madre nel silenzio del mio cuore che Lei legge e conosce.
Ma, qualche anno fa, ho avuto un prodigioso dono da mio marito, Primo Leone, in una email a lungo ignorata per molte mie vicissitudini di salute, che ben conoscete e che non sto a raccontare. Si tratta di un grappolo di poesie a me dedicate dopo la sua morte: A LINA, DOPO
Capricorno Selvaggio
Sono nato prima di nascere
Assurdo capricorno
Di uno zodiaco senza cielo;
inseguivo tropici
con sangue di ghiaccio
lungo i confini del vento
che cerca la sua ragione
accusando le foglie
di bruciare l’autunno.
Per rincorrere
Briciole di sabbia
Colme di niente
Ho rischiato la mia dignità
E
Intanto ignoravo
La spiaggia immensa,
Come unico rifugio
Per le mie ansie
Che si apriva sui confini
Del mio cuore.
Mi son giocato me stesso
Con dadi truccati,
mi sono giocato il tempo
da scontare senza più equilibrio
-
Assurdo clown
Che insegue il suo segno zodiacale
–
Mi ritrovo selvaggio
Come sono nato
Inchiodato
Come un povero cristo
Dalle mani di pietra
Incapace
Di rovesciare la clessidra
E di sfogliare
I petali del vento
O inventare
Un natale di dolcezza…
Ti
vestirò di pane e fiori
E
di fragranza dolce
Di
prato e di fresco mattino
Ti
vestirò di pane
Per
sapere il tuo cuore
Ti vestirò di fiori
Per
sapere il tu amore
Per
mangiarti
Con
la mia fame di te
Per
coglierti
Petalo
su petalo
Mio pane quotidiano
Mia primavera.
Ti vestirò di pane
Soffice
e caldo
Per
i denti del mio cuore
Ti
vestirò di fiori
Per
le mie mani ansiose.
E
sulla mia pelle
Pane e fiori
La
festa non avrà mai fine.
Le conchiglie hanno sogni
Di acqua tenera
E di sole azzurro e verde
Lungo le orme
Di sabbia mai stanca
Mai vinta.
E il tuo canto
Ha vele di nostalgia
Per la gloria dei gabbiani in
volo.
Il tuo respiro
È un giorno profondo
Di luce e di stelle
Antico e immenso
Come un guerriero
Senza storia.
E la tua presenza
È un canto senza fine
Come specchio di tempo
E di memoria.
E tu
Scioglievi i rami
Dei tuoi sogni
Sulle note della nostalgia
Mentre il giullare
Inseguiva la noia
Alla Corte del Re
La notte era fredda
E tu
Fata e poi strega
Con fiori di luna
Nei tuoi capelli
Parlavi di pianto
E di amori perduti.
Poi, l’alba
Raggiunse il castello
Pietra su pietra
Fino ai tuoi occhi
Ciglia su ciglia
Fino al desiderio
Del Re
Tu Regina e Schiava
Con la tua pelle
Nuda di rugiada
Tra fiore e foglia.
Dormivano i cavalli
Con le criniere stanche
Come sogni lasciati
E mai vissuti.
E tu
Corda di mille chitarre
Tu la notte
Tu il giorno
Tu favola di ieri
Tu favola
Di sempre.
Si stancherà di noi
Trafugando foglie
Di stanca allegria
E la notte sarà un treno
Di rami e fiori
Non ci sarà traccia
Delle nostre mani
Ormai colme di nostalgia.
Il tempo è un colpo al cuore
Con radici nella pelle
E i giorni
Lasciano un segno
Di carta ingiallita.
La tua realtà è un’avventura
A trentacinque millimetri.
Schermi bianchi le tue mani
Per una corsa senza idee
Campione di solitudine
In fuga contro il vento
Per la tua ombra
Morta di paura.
Non serve rincorrere
I tuoi occhi
Con mille pazze ragioni
Di lucidi nonsense
A rime alternate:
Il divieto è sempre
Assoluto
per la Corte dei giullari.
E la festa è la tua Croce
E il Sogno la tua Angoscia
Incontrata per le scale
Nei rifugi dell’Amore.
Se l’azzurro è un sogno
Tutto di te
Sa d’azzurro.
La mia terra
È un sogno di spine
Ad una ad una
Nel fondo del cuore:
E tu
Nata nella mia terra
Con tutta la forza
Del tuo ostinato amore.
Hai frutti di dolcezza
E radici di splendore.
La mia terra
È un sole
Stanco di pietre
Senza ombra
Né acqua per le sue rughe
Selvagge
E mai ribelli:
E tu
Mio unico sole
Hai giorni di pietra
Sempre tenera e nuova
E radici nella mia pelle.
La mia terra
Ha gesti di antica pietà
E canti di dura fatica
E pianto mai risolto
Negli occhi di spenta allegria:
E tu
Sempre presente
Come ulivo secolare
Dai frutti sempre verdi
Mentre il canto delle cicale
Addormenta le zolle
Come un deserto
Stanco di sole.
La mia terra
Non ha più sogni nel cuore
Né rimpianti negli occhi
Ma ferite
Tra le ossa
E la cenere.
La corsa dei cavalli
Era una nuvola di pioggia
impazzita
Tu eri il cavaliere ed eri il re
E quando giunse il tuono
Il mare si fermò
E ti bagnò i capelli
Con un fascio di raggi d’oro
Fanciulla bianca e azzurra
Tra le onde del mare.
Come un sogno
Correvi sul grano
Cavaliere senza nido
Sulle tracce del vento
Cercavi un incantesimo
E il cuore si spezzò
Cercavi l’amore
E il cuore si fermò.
Farfalle d’oro
S’aprivano ai tuoi piedi
Nudi di pioggia e di sale
E baciavi i suoi occhi
Pieni di luna
E sceglievi il mare e la sua riva
Per il suo corpo bianco
Come un immenso fiore
Nudo e palpitante:
quante canzoni
tra i suoi capelli
di principessa addormentata
ed eri ancora il suo re.
Quando il sole raggiunse le spighe
C’era un grande silenzio di cicale
E l’incantesimo divenne ragione
Lo stupore ti raggiunse il cuore
E la sua mano era ancora nella
tua.
E vennero i soldati
E la luce si fece d’acciaio
Quando il mare distrusse la riva
E il gallo tre volte s’addormentò.
La sabbia ha mille spine
Per il tuo cuore di re
E mille rose
Per il suo cuore di fanciulla:
un solo richiamo ha la Morte
e il sogno
non è più tuo.
Hanno inchiodato l’assurdo
All’albero dell’inutile
Eliminato il rischio di sognare:
Ma la mia storia
Non ha parole
Stretta com’è alla tua
Quattro volte noi
E ancora noi
Al di fuori della mischia
E della falsa pietà.
Tu insegui ancora
Aquiloni e fiori
E mi trascini nel tuo cielo
Con la tua dolcezza
Mai stanca di primavera
E la notte
Respira i tuoi sogni
Inventati e mai vissuti.
E tu come sempre
Regina di cuori
Per le mie mani
Intrecciate alle tue
Sfinite e incredule:
Tu
Fra il sogno e la realtà
Ancora e sempre
A chiamarmi Amore.
Fiori di carta
Per le occasioni perdute
Per i sogni
Sulla scia dei pesci rossi
Per le tombe dei re decaduti
Per le marce dei soldati.
Fiori di carta
Da ritagliare
All’ombra dei tuoi occhi
Fiori di carta
Senza colore
Per conservare intatto
Il valore della notte.
Ho inseguito invano
Il viaggio delle nuvole
Per ricondurti
Alla mia presenza
Fiore di carta eterno
E sono già morto
Nel deserto delle ore.
Se un giorno ti diranno
di amarti tanto,
pensami e saprai
che ti amo più di tanto.
Se un giorno ti diranno
di amarti un mondo,
pensami e saprai
che ti amo più
di un mondo.
Se un giorno ti diranno
di amarti immensamente,
pensami e saprai che
ti amo di più
tanto di più
un mondo di più
immensamente di più …
Primo Leone
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