domenica 16 febbraio 2025

Domenica 16 febbraio 2025: FRANCESCO SCOTTO ed ENRICA SIMONETTI: UNA SERATA DA RICORDARE...

Mi piace condividere, oggi, con tutti voi, dopo le poesie d’amore legate a San Valentino, il ricordo della memorabile serata vissuta giovedì scorso a Bari nella ricca di suggestioni letterarie e fornitissima Libreria Laterza per la presentazione del Libro di Francesco Scotto ACQUERELLI - Racconti per Immagini, pubblicato recentemente dalla SECOP edizioni, con copertina firmata dal talento del Graphic Designer della SECOP, Nicola Piacente, e retro-copertina con una bellissima frase riassuntiva di tutta l’opera dello stesso Autore e una sua biografia ridotta all’osso per evidenziare l’apporto significativo di alcuni amici di cordata. La mia presenza, presso la suddetta Libreria, è   stata motivata dalla mia postfazione al Libro. L’Editore, Peppino Piacente, che è mio genero e che amo come un figlio perché lo ritengo il mio “angelo protettore” sempre, mi ha portata sulla mia sedia a rotelle, con sua notevole fatica e mia giustificata apprensione, per darmi la possibilità di conoscere il nostro eccezionale Autore, la sua vivacissima e accogliente moglie, e la mia carissima e preziosa amica di tempi migliori, Enrica Simonetti. È stato davvero un incontro di anime, che mi ha procurato emozioni e commozione straordinarie, e che mi ha permesso anche di abbracciare, dopo tante amare mie vicissitudini di salute, alcune mie carissime amiche del cuore: Letizia Cobaltini, Gheti Valente, Celeste Maurogiovanni…

Letizia, per esempio, ha scritto, dopo la meravigliosa serata: " Angela De Leo carissima. Ci siamo emozionate e abbracciate come sorelle, amiche, cuori e anime che si corrispondono. Grazie a Francesco Scotto per questa bellissima occasione! Il libro che abbiamo "ascoltato" è un piccolo miracolo frutto della maestria di Francesco e della instancabile volontà di Peppino Piacente, di suo figlio Nicola, tua cara Angela, di tua figlia Raffaella, di tutti i collaboratori della Secop. E Gheti Valente ha commentato: "Grazie a te carissima Angela e a Peppino. Con Secop sempre cose belle. E grazie a Francesco Scotto con i suoi intensi racconti accompagnati da deliziosi dipinti. Ed, infine, ecco cosa ha scritto proprio il nostro grande Autore: "Emozionato e grato per tutte le difficoltà affrontate pur di esserci. Le persone che si riconoscono negli stessi valori e nelle stesse passioni riescono ad attribuire a un'amicizia recente una frequentazione senza tempo. E' semplice quanto è vero e sentito. Grazie davvero di cuore per la stima e l'entusiasmo". Ma c'è da dire molto molto di più per la mia gratitudine verso tutti tutti i presenti in una serata magica quale è stata quella di giovedì scorso. E cosa dire di Enrica Simonetti? Quanto affetto e quanta stima ci legano dopo tanti anni ancora! Sempre è un riconoscersi!

Non ero a mio agio sulla carrozzella, ma ne è valsa la pena per tanti motivi, oltre alla postfazione: ho ricevuto da Francesco Scotto una dedica meravigliosa sul suo libro destinato a me; ho potuto ricevere da lui, da Enrica e dai tanti miei amici di vecchia data, presenti nella gremitissima sala, testimonianze di affetto e di stima, di cui, in un periodo così buio per me avevo e ho molto bisogno; ho potuto, seduta stante, riprendere il Libro tra le mani e rinfrescarmi la memoria, leggendo rapidamente i due racconti menzionati nelle “Tracce”, per sottolineare  l’incidenza dell’ultimo racconto su tutto il tessuto narrativo e formale dell’opera di Francesco, e rilevare l’inevitabilità di ogni parola, ogni virgola, ogni puntualizzazione, ogni inciso, ogni virgolettato. Con delle cesellature invidiabili: “I posti riservati delle prime file erano occupati dai politici, di solito scarsamente interessati al teatro, che non si erano lasciati sfuggire una ghiotta occasione di presenzialismo; … Il loggione era invece invaso da turbolente scolaresche ‘deportate’ (notare il sapiente utilizzo di tale verbo, abbinato ad ‘arcigne insegnanti che minacciavano rappresaglie in caso di intemperanze caratteriali indomabili e desidero ricordare che la deportazione allontana dal luogo, dove viene commesso il reato. E il malfattore, deprivato di ogni diritto, è relegato in un territorio lontano dalla propria comunità di appartenenza, persino dalla propria nazione o patria che dir si voglia). E, ancora: “Mentre nel buio ‘residuavano’ gli schermi illuminati… un ‘insistito’ schiarimento della voce… ‘accompagnato da applauso trionfale… (a me suggerisce immediatamente la marcia di Radetzky, musicata magistralmente da Strauss - Radetzky che, come sappiamo è stato sempre mal ricordato da noi italiani per aver soffocato i nostri moti liberali contro l’Impero Austro-Ungarico del 1848 -). Anche “gesto imperioso” è inglobato nella marcia trionfale di prima. E, infine, “soppesandone lo ‘spessore’ (il ‘valore’ che si avvale del ‘ghigno ironico’ del protagonista… che alla fine ‘spalancò la bocca come un elefante in procinto di barrire ed emise un grido prolungato che si abbatté sul pubblico come uno tsunami’”.

La conclusione, ancora una volta, non è scontata, anzi sicuramente “divertita”, non solo del protagonista, ma anche degli eredi!    

Qualche altra mia riflessione: Bernard Berenson, ebreo lituano naturalizzato americano e italiano di adozione, importante studioso di “Critica d’arte” e grande esperto della pittura italiana del Rinascimento, ha teorizzato su “i valori tattili”. Scriveva Berenson: “I valori tattili si trovano nella rappresentazione di oggetti solidi allorché questi non sono semplicemente imitati (non importa con quanta veridicità) ma presentati in un modo che stimola l’immaginazione a sentirne il volume, soppesarli, rendersi conto della loro resistenza potenziale, misurare la loro distanza da noi, e che ci incoraggia, sempre nell’immaginazione, a metterci in stretto contatto con essi, ad afferrarli, abbracciarli o girar loro intorno”. Si tratta della stessa “coscienza tattile” (sempre Berenson) che si avverte nei racconti di Scotto. Leggiamo, per esempio, “CODICI A (S)BARRE” oppure “EX VOTO”: sembra di vivere in mezzo ai protagonisti, di percepirne pensieri, vibrazioni (“onde sonore”) di strumenti musicali, il suono cadenzato della “mano tamburellante”, e così via. I personaggi di Francesco Scotto, protagonisti o rapidi bozzetti, sono di una straordinaria evidenza plastica: le ombre, le luci, le penombre, persino i pensieri reconditi, che alla fine prendono sembianze di Poesia.

Il tempo è un fiume che mi trascina, e io sono il tempo; è una tigre che mi sbrana e io sono la tigre; è un fuoco che mi divora e io sono il fuoco”: sosteneva il grande poeta e visionario Luis Borges. Ritengo che la stessa percezione di identità unitaria e frammezzata e di totalità temporale si avverta nei racconti del nostro Autore: salti temporali s’intrecciano, si sovrappongono. Passato, presente e futuro sono su una stessa linea di continuità/discontinuità. E ci sembra di essere noi stessi immersi in un tempo che ci ingloba, ma si slarga in innumerevoli direzioni, offrendoci nuove prospettive e possibilità di vite altre. 

Grata sempre a tutti gli amici del nostro blog per la pazienza nel leggermi e per l'attenzione prestata alle mie parole. A presto (spero non sia per voi una minaccia, ma una speranza di un nuovo incontro...).                 Angela/lina 

1 commento:

  1. Una sola parola, logora, ma che brilla come una vecchia moneta: "Grazie!" (Pablo Neruda)

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