domenica 21 luglio 2024

Domenica 21 luglio 2024: ANNA MARIA dopodomani il TRIGESIMO e non mi sembra vero...

Riguardo in continuazione le tue foto, le nostre foto insieme, nei luoghi abitati in tutte le età della nostra vita, per trovare un appiglio di sopravvivenza, una ragione, un terrapieno che non riesco a trovare. Precipito in un vuoto che è solo pieno di te, della tua assenza/presenza. Tu mia roccia, mia ala protettrice sempre in un intreccio di noi che sapeva di magia tra dolore, sempre presente alle nostre vite, e allegria, sempre presente alle nostre vite.

In questi giorni ho riletto per la centomilionesima volta il romanzo da te scritto Gelido è l’inverno, e trascorro il tempo immergendomi nei ricordi. E non so più se è un bene o un male. Il naufragio è sempre a portata di mano. Leggo e rileggo la tua dedica: Alla sorella del cuore/ sorella gemella/ un solo cuore/ un solo sentire/ tanto AMORE/ tanta DISPONIBILITA’// Con un affetto grande quanto il mondo intero, Anna Maria.

Ed io per il tuo meraviglioso quanto amaro libro scrissi una sorta di presentazione/recensione: Diario epistolare: niente di più intimo. Non è facile entrare in questo libro perché è come un “tabernacolo”, con la sacralità del Corpo di Cristo in un’Ostia consacrata: sangue, martirio, morte e resurrezione. Anche in questo libro, infatti, vivono questi quattro elementi, che rendono sacro quanto Anna Maria ha scritto. Scrivere è anche perpetuare. E questa scrittura serve per tenere in vita l’uomo amato e perduto, e per tenersi in vita. Dunque, la scrittura che salva l’uomo amato e salva l’Autrice. La scrittura, per conservare una testimonianza d’amore e di dolore. Il “conservare”: quale atto d’amore più grande! Conservare, del resto significa “custodire”, “proteggere”, “salvaguardare dai pericoli”, “tutelare”; significa “prendersi cura” perché niente venga sciupato, si perda. Conservare è, dunque, anche la testimonianza di un amore che non può morire. Un testamento: eredità più preziosa di ogni altra. La pubblicazione: atto di coraggio che vivifica l’amore e il soggetto/oggetto di così tanto amore. Rendendolo immortale. Per questo “conservare” diventa anche sinonimo di “tramandare” per lasciare “traccia”, non orma che potrebbe svanire, ma solco profondo che rimane.

Ma, ancora più importante di queste mie osservazioni sul tuo libro è la lettera che ti scrisse la grande poetessa fiorentina Mariella Bettarini, mia coetanea e mia preziosa amica: Carissima Anna Maria, anzitutto, ti chiedo il piacere di darci del tu, e spero tu sia d’accordo… Ho appena finito di leggere, con immensa, dolorosa, ma anche lucente partecipazione, il tuo magnifico diario epistolare “Gelido è l’inverno”, che la tua carissima sorella Angela mi ha fatto avere. Credimi: sono rimasta “folgorata” per l’intensità dell’amore, dei ricordi, della dolcezza, della tenerezza, dell’empatia che questa tua scrittura emana, facendo condividere tutto questo ai tuoi lettori e alle tue lettrici, pure con l’arricchimento di tante immagini fotografiche, che vivacizzano in maniera straordinaria (e impensabile) quanto scrivi. Grazie, grazie di cuore, Anna Maria carissima, di questo meraviglioso tuo DONO a noi tutti, che abbiamo avuto la grazia di leggerti! Grazie infinite, e mille auguri a te, alle tue figlie, ai tuoi nipoti e a tutti i tuoi cari e care (a cominciare dalla nostra preziosa Angela), anche per l’anno nuovo, naturalmente con un grande abbraccio da parte di Mariella Bettarini.

Poi, rivolgendosi a me: Angela carissima, spero che con la carissima Anna Maria si divenga amiche reciprocamente preziose. Il suo amore, la sua immensa sofferenza, così profondamente espressi nella sua scrittura, mi sono davvero entrati nel cuore…

Nel libro, infine, ci sono molte altre mie annotazioni, altri miei interventi per essere quanto più vicina a te e a Nicola, che di riflesso amavo come un fratello. E che dire delle tante foto sue, di voi due, dei suoi quadri? Erano intrisi, questi ultimi, quasi tutti di grande tristezza e malinconia. Quasi un presagio ad accompagnarlo nella sua breve vita. E tu, giorno dopo giorno, annotavi tutto perché niente rimanesse oscuro del suo passaggio breve su questa Terra. Del tuo annullarti in lui e lui in te. Dell’intrecciare continuo della mia vita alla tua, e alla sua. Molto significative sono le ultime pagine del libro, in cui parli della forza dirompente del tuo amore per lui, del suo amore per te. Dei tantissimi sacrifici per coronare il vostro sogno. Ma… “troppa felicità fa ingelosire gli dèi e… non tutte le favole hanno un lieto fine!”. Questo hai scritto nelle ultime pagine. 

E meravigliosa testimonianza è anche la pagina, intitolata “OPERE DI NICOLA PARISI (1940-1974)” di Domenico Danza, bravissimo critico d’Arte che, tra l’altro, ha scritto: Un cenno a parte merita “L’autoritratto” (opera andata dispersa, per ragioni sconosciute): è una composizione che va oltre i limiti del tempo, che l’autore avrebbe potuto dipingere, indifferentemente, in altre circostanze, passate o future; qui la sua personalità è viva e presente, riflessa come in uno specchio: il tratto è rapidissimo, lo sguardo acuto, l’introspezione psicologica profonda…

Poi, incontrasti Gianni e con lui, dolorosamente, ma quotidianamente, stringesti un “patto d’alleanza” per mettere insieme i cocci di devastanti dolori, vissuti da entrambi, per costruire pezzo dopo pezzo un rapporto d’amore che fosse àncora di salvezza per tutti fino ai piccoli nati che rappresentano una nuova speranza nella VITA. Quanto importante darsi sempre la mano per non essere mai soli. Tu lo hai insegnato a tutti noi. E noi dobbiamo fare tesoro di questo tuo modo di essere che non escludeva mai nessuno, che “raccoglieva” ed “accoglieva” per costruire sempre nuovi legami, in cui ritrovarsi tutti come in una grande famiglia, che non conosce confini, ostacoli, riserve, rifiuti, esclusioni, divisioni, ritorsioni. Ciascuno aveva la sua importanza nel tuo cuore generoso. Ne è testimonianza la pagina 184 del tuo libro, riservata alle DEDICHE E RINGRAZIAMENTI, dove scrivi: Sono stati molti i gelidi inverni, trascorsi senza Nicola ed ho atteso con pazienza e un filo di speranza una primavera che riportasse foglie e fiori ai miei alberi ormai stanchi. Le primavere sono tornate ad ogni nascita dei miei nipotini… Questo libro è soprattutto un DONO per loro, perché un giorno saranno curiosi di sapere chi era Nicola Parisi e quali erano le sue caratteristiche…

Sento, però, il desiderio di dedicare questo diario anche al mio attento e premuroso compagno di vita, Gianni Brattoli, alle mie figlie Isabella e Nicoletta con i loro mariti Michele e Nicola, ai miei adorati nipotini: Nicole, Sofia, Francesco, Andrea; alle mie sorelle, ai miei fratelli, ai miei cognati: Anna, Mariella, Lina Graziella, Felice.

Una dedica agli affezionatissimi nipoti Raffaella e Peppino (a cui va il mio grazie), uniti a Nicola e Anna Paola; a Ombretta, con Riccardo, a Giuliano con Viviana, e a Daniela.

Una dedica ai doppiamente nipoti Gianfranco e Fabrizio e anche a Leila e alla vivacissima Silvietta.

A Carmela e Vito Parisi.

A Marica e Anna Maria con i relativi coniugi e figlioli.

A Eliana e Raffaele.

E poi: a Davide e Micaela e ai loro piccoli: Elisa, Riccardo, Gianluigi.

Ai cari Tiziana, Paolo con Claudio e Roberto, Marcella con Martina e Stefano.

A Silvana e Felice Brattoli con Giuseppe.

A Ida, Mirella, Leo e rispettive famiglie.

A Rosetta, Agnese, Sabino, Giovanna, Felice e Piera.

Agli amici poeti e scrittori, conosciuti in passato e agli amici poeti e scrittori della grande famiglia SECOP.

Un grazie speciale a mia sorella Lina, che mi ha incoraggiata ad aprirmi a un più vasto numero di lettori e che, negli ultimi tempi, mi ha sostenuto nei momenti critici.

Grazie a tutti, con affetto. Anna Maria.

Non un solo filo d’erba è sfuggito alla tua generosità. Alla tua gratitudine. Ai tuoi “alberi sempre pieni di foglie, di gemme, di frutti”. Nonostante le immani sofferenze, accettate stoicamente. Nonostante l'inevitabile stanchezza.  

E stanotte il nostro ininterrotto dialogo si è arricchito del tuo sorriso di passaggio sul mio letto, a riscaldarmi il cuore, mentre eri circondata da tanta LUCE dorata che non offuscava le stelle.

 Noi due/incontro di anime/ che non esclude/ il Cielo…

 E dopodomani sarò ancora con te. Lina

 

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