lunedì 18 dicembre 2023

Lunedì 18 dicembre 2023: ancora di CRIS CHIAPPERINI desidero raccontare…

 Avevo in mente di scrivere altro, ma lo farò nei prossimi giorni, prima che Natale mi chiami presso i figli che vivono a Roma e sono impossibilitati a raggiungermi/ci per motivi diversi, persino di lavoro. Cris oggi è più importante di tutto il resto. È il suo compleanno tra le stelle. E riporto qui quello che scrissi l’anno scorso perché mi sembra il modo più giusto di ricordarlo. Purtroppo, per certi versi, abbiamo la memoria corta. Persino io fino a ieri avevo dimenticato di avergli dedicato le seguenti pagine. È stato FaceBook, pensate un po’, a ricordarmelo. Miracoli della tecnologia? Forse. Non me ne intendo molto. Sta di fatto che ho chiesto aiuto a mia figlia Ombretta, che è sempre pronta a risolvere i miei problemi di utenza del web, e ad assecondare ogni mio desiderio di varia natura, a sciogliere l’enigma: dove avrei potuto recuperare quanto scritto il 18 dicembre di un anno fa? Ed immediatamente, magicamente, lei lo ha risolto. Ed io ripropongo fedelmente quanto scrissi allora per raccontare ancora di CRIS, il mio amico di Poesia, egli stesso POESIA.

<E così siamo giunti alla tua culla, al giorno che ti diede i natali, mio caro Cris. Occorre che almeno per il momento io ti saluti. Tra una settimana è Natale. Occorre viverlo al meglio di quanto questo tempo possa concederci. In famiglia, possibilmente. Con i propri cari. “Sentire” profondamente il tempo dell’Attesa, scoprirne o riscoprirne la bellezza, accendendo dentro tutte le luci per rischiarare tutte le ombre, per sentirci in pace con noi stessi e con gli altri. “A Natale puoi” recita uno slogan pubblicitario. Potremmo, volendo, cambiarlo in “Ogni giorno puoi”. Basta armarsi di coraggio e di buona volontà. Quantomeno “tentare non nuoce”: è da questa considerazione che occorre partire, sapendo che il cambiamento è alla base di ogni attimo della nostra vita. Solo che non è giusto accettarlo passivamente, non è giusto subirlo. Dobbiamo essere noi gli agenti del cambiamento in termini migliorativi. La stella cometa è ancora là sui nostri presepi a indicarci, con la sua luce, la strada. Il viaggio. Metafora della vita e della continua trasformazione delle nostre esperienze, ricerche, conoscenze da raccogliere a piene mani “insieme” per essere più forti nella conquista di noi stessi in una relazione di inter-esistenza, complessa ma stimolante. La nostra realtà fisica e spirituale, dunque, è fatta di inter-esistenza. Siamo strettamente interconnessi gli uni agli altri. Né dobbiamo temere di perdere la nostra unicità in questo processo continuo di inter-connessione.

E a questo proposito bellissima è la pagina riguardante la Rete di Indra tra induismo e buddhismo, che ci rivela il segreto dell’universo: Racconta di una rete di fili infinita presente in tutto il Cosmo. I fili orizzontali corrono attraverso lo spazio, i fili verticali attraverso il tempo. Ad ogni incrocio di fili c’è una persona con una perla di cristallo; ogni perla riflette la luce proveniente da ogni altra perla e dall’intero universo. Tutte le persone vengono illuminate simultaneamente.

Altra versione riguarda una tela multidimensionale che, al mattino presto, si ricopre di gocce di rugiada. E ogni goccia di rugiada contiene il riflesso di tutte le altre gocce di rugiada. E in ogni goccia di rugiada riflessa, i riflessi di tutte le altre gocce di rugiada in quel riflesso. E così all’infinito… (LA RETE DI INDRA, a cura di Rachele Re & Licia Marie Toccaceli, Paratissima. It)  

Insomma, tutto brilla di luce propria riflettendo la luce di ogni altro da sé. Bellissima immagine di interdipendenza in tutto il Creato. Dal particolare si passa all’universale. Ed è questa la legge che tiene coeso l’universo e lo rigenera continuamente in un continuo atto d’AMORE.

Con te, mio carissimo Cris, è stato proprio così, abbiamo vissuto ore di “viaggio”, di sera in sera, di libreria in libreria, della tua voce a leggere le mie poesie, del mio incanto nell’ascoltarti perché i miei versi letti da te si ammantavano di luce. Avevano prodigiosamente altro senso, altro significato. Un “altrove” che ci apparteneva e ci superava, andava oltre. Oltre il tempo e lo spazio. Oltre le ore e i giorni, le sere e gli applausi, i confini dentro e fuori di noi… e ci siamo arricchiti di pura amicizia, parole come perle da conservare nello scrigno delle cose preziose, da ricordare per consegnarle agli altri, ai figli, ai parenti, agli amici, ai conoscenti. Per contaminare POESIA e buoni sentimenti. La purezza del cuore. L’audacia del compito di portare a tutti la “lieta novella” per ri-nascere alla Speranza. Come tu mi hai insegnato. Come i tanti amici di penna e di cuore, del passato e del presente mi hanno insegnato e m’insegnano ancora.

Ma questi luminosi esempi parlerò nei giorni prossimi anche perché fra alcuni giorni, sempre in dicembre, prima e dopo Natale, ci sono altri compleanni da festeggiare tra le stelle. E altri cari amici che continuano a salutarmi quotidianamente con immutato affetto. Ma oggi tutto il mio pensiero è rivolto a te. (…)

E di te ecco ancora una poesia per festeggiarti:

MARTA

            che tremava

 È successo alla fontana del fiume

 tenero

l'abbraccio del vento

aveva occhi furfanti

e piede marino

 la dolce veronica

lisciava cosce di corallo

e voglia di conchiglia

 non chiese aiuto

la camicetta

né la gonna ballerina

 la faccia di brace

filtrava

un mistero d'acque profonde

 il sole era svenuto

a tanto ardore

era un arancio

 disse

il vento libertino

parole di liuto

a Marta che tremava

 era alla fontana del fiume

a torcere i panni

                                             (Cris/O)

Quanto amore per la poesia in te, Cris, tra sogno e realtà, tra piacere e dolore, tra mistero e inganno, tra il visibile e l’invisibile, tra l’esaltazione dell’“eterno femminino” e il timore di perdersi in conchiglie di mare a risentirne il richiamo in una eco infinita.

Ed ora ti saluto, Cris, con una poesia a te dedicata per questo giorno di festa tra terra e cielo.

Cede l'inquieto autunno

una follia di foglie

al vento furioso di quasi inverno

che ti diede ricamo di culla

e un sogno

tra rami di neve a nido

e braccia morbide di madre

Strappò al cielo la luna

inghirlandata di Poesia

e te ne fece dono al guizzo

antico di giovani eresie

e occhi innamorati

sul grande palcoscenico della vita

Amasti folli amori con mani

di tenerezza e di abbandono

e lacrime di dolcezza

per i tuoi figli e il loro incanto

Mi donasti le tue ali e divenni

angelo di tenaci intese tra fogli

che sanno di velluto la tua voce

di pane e miele le mie poesie

il nostro canto insieme

E dimenticammo ferite

tra argini di parole alate

Ora nel Teatro del Cielo

acceso di stelle a migliaia

angeli e cherubini

ascoltano estasiati il tuo cuore

dove fioriscono versi

di cristallo e zucchero filato

di mandorle amare e di ulivi

verdi di inaudito splendore

Lievi le nostre sere di anni

e di magie

e di stagioni vissute ad una voce

come acqua di fonte sorrisi

di sole mistero di Cieli e di altari

 

(con Caterina la tua bimba di te

affamata e della tua carezza

sui doni d'anima a lei riservati

ti vengo anch'io come una volta

ancora una volta a cercare)

Per Cris Chiapperini e il suo compleanno tra le stelle. A prestissimo, Cris, con tanta Poesia ancora…

E mi fermo qui col cuore che mi batte per l’emozione. Per me ogni AMICIZIA vera è SACRA! E le figlie di Cris sono nel mio cuore!

A presto Angela

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