sabato 1 ottobre 2022

Sabato 1° ottobre 2022: una serata magica da ricordare… (continua)

E riprendo a ri-cordare, a riportare al cuore (come direbbe Mario) quanto vissuto giovedì sera coralmente, felicemente, fra emozioni e commozioni difficili da contenere nella coppa delle mani di tenerezza e gratitudine sotto forma di preghiera. E desidero riportarmi ai collegamenti con Mattia, Roberta, Ginevra, Maria Pia che hanno scelto e recitato alcune mie poesie più recenti che hanno sentito più vicine alle loro “corde”, cioè più confacenti al loro “sentimento” della scrittura, sorprendendomi, ma non molto, per la vicinanza profonda delle nostre anime poetiche. Vicinanza riproposta, con nuovi temi e nuove emozioni condivise, dalle splendide letture di Annalisa Mercurio, sapiente “raccordatrice” di tutti noi durante tutta la serata, e della carissima Francesca Morelli, sempre attenta agli eventi che mi/ci coinvolgono. Ma innanzitutto avverto l’urgenza di ringraziare Mattia per aver trovato il tempo da dedicarmi, nelle molteplici attività in cui è impegnato senza tregua oggi più che mai. Un atto di grande amicizia e affetto da parte sua. E che dire di Roberta, fragile e titanica creatura, sempre dimidiata tra la poesia che le urge dentro, e la paura che l’attanaglia di non farcela, di non essere all’altezza, di non reggere all’emozione che ogni parola da dire, da leggere le procura? Solo un atto di grande amore il suo. Amore puro. A cui mi inchino con grande ammirazione e infinita tenerezza per il suo coraggio tra le sue mille fragilità. A Ginevra devo precisare che mi ha donato la gioia immensa della sorpresa, un dono inestimabile che apprezzo infinitamente perché fa parte della “magia” dell’impensabile che si avvera e sconvolge lo scontato, il quotidiano. E scopro che è madre che s’intenerisce alle mie parole di madre e di nonna, perché riguardano la sacralità della vita e della oblatività del sentimento materno, pulsante nel cuore per sempre. Grazissime, cara amica mia di penna e d’anima. e, infine, come non riportare l’attenzione sulla poesia scelta e sapientemente commentata da Maria Pia? Penso, a questo punto, che sia opportuno riflettere insieme su alcune sconcertanti verità di questo nostro tempo alla deriva. Per questo la ripropongo qui per chi voglia, leggendola, scrivere un commento, una riflessione, o suggerire qualche possibilità di soluzione nel nostro piccolo e con i mezzi che sappiamo adoperare o ci siano concessi, per competenza, per conoscenza o semplicemente per amore delle nuove generazioni, a cui stiamo lasciando una triste eredità:

Ci sarà mai un’alba giusta,

la legge che sovrasti piccoli intrighi

o dispiegate ali di falchi predatori,

e difenda i lenti passi di carni stracciate

verso il campo di grano riscoperto,

e la fatica del pane condiviso?

Ci sarà il canto dell’allodola

accanto alla sinfonia dell’usignolo

a benedire insieme l’universo

dei suoni e delle melodie

dei mattini di sole e l’ombra delle sere?

Non più la tristezza dei bimbi falciati

ancora e ancora sulla terra di nessuno

e un solo grido d’orrore levato al cielo?

Ci sarà un coro di guerrieri d’amore

a rivendicare, per tutti gli uomini inermi

e soli e poveri e diversi e mai estranei e mai

stranieri e mai ignorati umiliati offesi feriti

calpestati, il nome il tetto il sogno la dignità?

Su questo suolo livido d’inganni

germoglieranno fiori tra l’erbe ferite?

Proteggeranno intrecci di mani le siepi

dischiuse su confini di libertà e conoscenza?

Oltre le domande e la retorica d’ogni risposta

ho nell’anima una sola preghiera:

oh Signore di tutte le fedi, solo Tu puoi,

tra campane a festa e luminarie diffuse,

ridonare la perduta umanità all’uomo

e

sorridere al sorriso d’ogni bambino

fiorito sul cuore rappacificato del pianeta.

 

(Ci sarà, ne sono certa, la nostra prima zolla.

Accenderemo di stelle solchi di pianto

e trionfo di luce saranno giustizia e verità).

Mai scelta fu più appropriata, mia carissima Maria Pia, e tu ne hai evidenziato le piaghe/pieghe del nostro cuore lacerato e sempre più spesso inerme di fronte a tanta violenza. E a tanta indifferenza, che a volte può essere peggiore della violenza stessa, e persino dell’egoismo o della pavidità. E lo hai fatto con un commento che vale molto di più della mia stessa poesia. Grazie infinite.

Peccato che la mia disabilità non abbia permesso a tutti i presenti di godere pienamente dei collegamenti con i vostri volti, le vostre voci, le vostre emozioni. Io, inamovibile, purtroppo, ho messo a dura prova soprattutto il regista. Confesso di aver provato parecchio disagio e molta amarezza. È doveroso, pertanto, ringraziare mille volte il regista Vincenzo Bari, fratello di Mariateresa, e quanti si sono prodigati per rendere meno gravosa ogni mia esigenza, rassicurandomi e facendo l’impossibile per conciliare ogni cosa nella maniera più confortevole possibile.

Grazie anche a Dina Ferorelli che, presa dall’emozione della serata, ha scritto per me estemporaneamente un “fuori programma” che vale la pena di leggere. Sono bellissimi versi scritti col cuore e dedicatimi con il grande affetto che ci lega dopo anni e anni di lavoro di penna insieme e di grande immarcescibile Amicizia. Eccoli:

Rose di poesia impresse sul cuore

veleggiano

nella circonferenza del mondo

sei il seme che si fa

pianta albero fiore vita

 

E sei immensità poesia

amore di madre

donna oceano di versi

in fragile equilibrio

dove le tue ali si librano come aquila

più in alto si ogni pensiero

più in alto del silenzio infinito

Arcobaleno di Poesia

Altro “fuori programma” meraviglioso: la venuta alla serata della amatissima Paola Tidona, mia alunna tanti anni fa nella scuola Mastromatteo di Palo ed ora giovane, preparatissima ed empatica docente dalla straordinaria sensibilità poetica e non solo. Come ogni volta accade lei, timida, discreta, dolcissima, mi raggiunge con splendidi doni. Giovedì aveva tra le mani una confezione, vera e propria opera d’arte (immortalata anche in alcune foto della serata), in cui solo oggi, dopo due giorni di giacenza in macchina, ho trovato un dono prezioso: una rosa blu, trattata non so come ma viva e vera, in una scatola trasparente con tante minuscole sfere di cristallo posate sul fondo. Una meraviglia. Altra magia che accompagnerà i miei giorni blu di dolce malinconia, dimensione che appartiene a entrambe. Ti abbraccio forte forte. Mia tenerezza che si rinnova ad ogni raro incontro, ma quotidianamente a me vicina. Ma per me è stata anche una grande sorpresa la venuta da terra straniera, ma sempre italiana, di Luca Crastolla, poeta a tutto tondo e simpaticissimo amico.  

La serata si è dipanata, prima ancora del mio emozionante incontro con Paola, con molti altri “momenti magici”, come quello vissuto durante la lettura di una mia poesia, dedicata a Daniela, la più giovane dei miei figli, da parte di Mariateresa con appassionata e tremante partecipazione. Poi, però, il mio lunghissimo intervento, dopo quello dirompente e fortemente catturante di Mario, ha reso impossibile quanto programmato con meticolosa cura. Ma, nonostante tutto, Mariateresa, Annalisa e Francesca hanno con eleganza accorciato i loro interventi, modificato la scaletta e dato un ultimo brivido all’attento e coinvolto pubblico: stupenda la canzone “Felicità” di Lucio Dalla e Mauro Malavasi, da me tanto amata e molto spesso cantata. Altra magia per il mio orecchio e il mio cuore.

Mariateresa, infine, ha concluso ancora con alcune mie parole, cercate davvero con grande amore:

L’amore è l’‘attenzione’ che trema per l’altro. L’amore non giudica. Ha solo paura che l’amico possa correre il rischio di cadere. È ansia per la sorte della persona cara, che osa il volo non a tutti consentito. È l’amore che ‘si prende cura dell’altro’ e lo fa sentire compreso, protetto, amato. Sicuro, nonostante le proprie fragilità”.                                               

E le note struggenti di “Abbi cura di me” di Simone Cristicchi hanno riempito la sala impedendomi, per la commozione, di ringraziare le amiche e gli amici presenti, altrettanto commossi, come avrei voluto. Lo faccio ora con un abbraccio grande quanto tutto l’azzurro dei mari dei cieli degli oceani della POESIA che ci abita dentro. GRAZIEEEEEEEEEEE. Angela-Lina

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