martedì 28 maggio 2019

28 maggio 2019: i miei 77 con un DONO di Marisa Carabellese


Mi giungono dalla mia carissima amica Marisa Carabellese gli auguri per il mio compleanno con questa sua recensione al primo volume del mio romanzo Le piogge e i ciliegi, pubblicata su <Filo Diretto>. Non mi poteva fare regalo più gradito. Ed ecco che sento il desiderio di parteciparla ai lettori del mio Blog anche perché oggi a Roma, in prima nazionale, presento il secondo volume che completa l’opera. Spero che abbia il bellissimo riscontro del primo. Incrocio le dita! Domani parlerò dei miei 77. Prima li festeggio!!!
Angela De Leo, LE PIOGGE E I CILIEGI (SECOP Edizioni, 2018, p. 424, euro 18)
Bernard Berenson, ebreo lituano naturalizzato americano e italiano di adozione, è stato uno dei più importanti studiosi della critica d’arte, il più grande esperto della pittura italiana del Rinascimento; molti hanno sentito parlare del suo metodo e di quelli che egli stesso definisce “i valori tattili”.
Scriveva Berenson: “I valori tattili si trovano nella rappresentazione di oggetti solidi allorché questi non sono semplicemente imitati (non importa con quanta veridicità), ma presentati in un modo che stimola l’immaginazione a sentirne il volume, soppesarli, rendersi conto della loro resistenza potenziale, misurare la loro distanza da noi, e che ci incoraggia, sempre nell’immaginazione, a metterci in stretto contatto con essi, ad afferrarli, abbracciarli o girar loro intorno”.
I valori tattili, insieme al movimento, sono dunque le qualità che permettono ad un oggetto raffigurato di essere percepito come esistente.
Berenson riteneva che Giotto fosse maestro supremo nello stimolare la coscienza tattile. Se paragoniamo la Maestà di Santa Trinita di Cimabue e la Madonna di Ognissanti di Giotto, il discorso è chiarissimo.
 Il libro di Angela de Leo stimola quella che Berenson chiama “la coscienza tattile”.
La pioggia vi bagna davvero, la sentite sulla pelle, e le ciliegie…a quelle casse di ciliegie distribuite ai vicini ci potete girare intorno, e potete prendere furtivamente una di quelle ciliegie e sentirne il profumo, inebriarvi della sua dolcezza, morderne la polpa e sentirne il turgore…
I personaggi Angela, protagonisti o rapidi bozzetti, sono di una straordinaria evidenza plastica: prendete il ciabattino. Non so se i più giovani abbiano mai portato un paio di scarpe a riparare (ora si getta via, non si ripara più), e chissà perché i ciabattini lavorano sempre in sgabuzzini in penombra, mettono una manciata di chiodini in bocca e contemporaneamente parlano col cliente. Da brivido. Ma leggete poi come questa immagine plastica con Angela acquista poesia.
 Molti, molti anni fa ho fatto un sogno, non lo ricordo, non so esattamente che ho sognato, ma continua a turbarmi: sognavo di essere nella quarta dimensione.
Non ho intenzione di scrivere di Fisica quantistica o di stringhe ecc.. non ci capisco niente, ma posso dire che in fisica, e in particolare nella teoria della relatività, la quarta dimensione è riferita al tempo. La definizione è di Einstein: la quarta dimensione è il tempo. Può essere immaginata come una linea che connette quello che facevamo un minuto fa con quello che stiamo facendo adesso.
Noi, però, non siamo in grado di vederla nella sua totalità perché viviamo nella terza dimensione, quindi il tempo lo vediamo istante per istante senza poter vedere la sua interezza. Noi, esseri tridimensionali, vediamo solo sezioni del nostro io quadridimensionale. In termini ancora più ampi, la quarta dimensione può essere vista come la linea che connette il Big Bang con la fine del nostro universo. “Il tempo è un fiume che mi trascina, e io sono il tempo; è una tigre che mi sbrana e io sono la tigre; è un fuoco che mi divora e io sono il fuoco” (Borges).  Il discorso mi riguarda da vicino come artista perché voglio scrivere molto brevemente di una corrente artistica che conoscete tutti: il Cubismo, che ha come esponenti principali Picasso, Braque, Fernand Léger, di cui tutti avranno visto qualche opera, magari con non troppo gradimento, ma questa è stata indubbiamente una corrente rivoluzionaria. Nella pittura cubista gli oggetti sono ripresi da differenti angoli visuali, scomponendo e ricomponendo l’immagine e quindi l’osservazione del soggetto introduce un nuovo concetto: il tempo. Ma… nihil sub sole novi… Picasso sosteneva che la pittura egizia usava sistematicamente la regola base del cubismo, rappresentando la figura umana frontalmente - l’occhio e le spalle - e lateralmente il profilo del volto, il fianco e le gambe.
Il libro di Angela ci porta nella quarta dimensione. Con i suoi salti temporali che si intrecciano, si sovrappongono, passato e presente sono su una stessa linea.
E diventiamo così noi i padroni del tempo, il tempo che possiamo rivivere e tornare a far nostro. “Questa è la storia di un viaggio nel tempo a dimensioni multiple, come i multipiani dello spazio e della nostalgia” (Raffaella Leone).
Questo libro è come un diamante dalle tante sfaccettature e ciascuno di noi si rispecchia in ciascuna o in molte di esse, e allora il tempo non scorre  più in una sola direzione, ma in tante direzioni. Scrive la stessa Angela De Leo: “…era il momento della magia delle parole. Potenza delle parole e potenza della fantasia. Io mi prendevo la mia piccola rivincita. Scoperta meravigliosa e insostituibile la narrazione: le parole erano iridescenti bolle di sapone che volavano e fluttuavano nell’aria con mille capriole, più divertenti e affascinanti di mille giochi. La mia testa tra le nuvole ritrovava finalmente il suo habitat naturale. La sua dimensione. Il suo appagamento. La sua felicità. E dimenticava ogni limite. Ogni vuoto. Ogni disarmonia. Ogni mortificante realtà”.
Il libro di Angela è ancora come uno scrigno prezioso, o un baule, una cassaforte, in   cui Angela ha riposto i nostri ricordi: anche noi facevamo così, anche in casa nostra c’era questa o quella tradizione, e i suoi ricordi d’infanzia, raccontati con leggerezza e autoironia, ma quanta amarezza nascosta. Come quando scrive del dolore dei bambini che non va mai sottovalutato. Il trauma della prima confessione, l’essere mancina, la scuola che non sempre sa accogliere bambini particolarmente dotati…
Si potrebbe continuare a lungo, ma a questo punto, … meglio leggere il libro!
Angela de Leo, scrittrice, poetessa, critico letterario, è una delle voci più alte e autentiche della nostra poesia. Dirige le collane di poesia e narrativa della SECOP Edizioni (Corato, Bari). Ha pubblicato oltre 15 raccolte di poesia, un libro di racconti, un romanzo, un saggio di critica letteraria. Alcune sillogi di poesie sono state tradotte in serbo, altre in albanese, rumeno, spagnolo, greco, inglese.
                                                        Marisa Carabellese
                                                                  




















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