Mi giungono dalla mia carissima amica Marisa Carabellese gli auguri per il
mio compleanno con questa sua recensione al primo volume del mio romanzo Le
piogge e i ciliegi, pubblicata su <Filo Diretto>. Non mi poteva fare
regalo più gradito. Ed ecco che sento il desiderio di parteciparla ai lettori
del mio Blog anche perché oggi a Roma, in prima nazionale, presento il secondo volume
che completa l’opera. Spero che abbia il bellissimo riscontro del primo. Incrocio
le dita! Domani parlerò dei miei 77. Prima li festeggio!!!
Angela De Leo, LE
PIOGGE E I CILIEGI (SECOP Edizioni, 2018, p. 424, euro 18)
Bernard Berenson,
ebreo lituano naturalizzato americano e italiano di adozione, è stato uno dei
più importanti studiosi della critica d’arte, il più grande esperto della
pittura italiana del Rinascimento; molti hanno sentito parlare del suo metodo e
di quelli che egli stesso definisce “i valori tattili”.
Scriveva Berenson:
“I valori tattili si trovano nella rappresentazione di oggetti solidi allorché
questi non sono semplicemente imitati (non importa con quanta veridicità), ma
presentati in un modo che stimola l’immaginazione a sentirne il volume,
soppesarli, rendersi conto della loro resistenza potenziale, misurare la loro
distanza da noi, e che ci incoraggia, sempre nell’immaginazione, a metterci in
stretto contatto con essi, ad afferrarli, abbracciarli o girar loro intorno”.
I valori tattili,
insieme al movimento, sono dunque le qualità che permettono ad un oggetto
raffigurato di essere percepito come esistente.
Berenson riteneva
che Giotto fosse maestro supremo nello stimolare la coscienza tattile. Se paragoniamo
la Maestà di
Santa Trinita di Cimabue e la
Madonna di Ognissanti di Giotto, il discorso è chiarissimo.
Il libro di Angela de Leo stimola quella che
Berenson chiama “la coscienza tattile”.
La pioggia vi bagna
davvero, la sentite sulla pelle, e le ciliegie…a quelle casse di ciliegie
distribuite ai vicini ci potete girare intorno, e potete prendere furtivamente
una di quelle ciliegie e sentirne il profumo, inebriarvi della sua dolcezza,
morderne la polpa e sentirne il turgore…
I personaggi Angela,
protagonisti o rapidi bozzetti, sono di una straordinaria evidenza plastica:
prendete il ciabattino. Non so se i più giovani abbiano mai portato un paio di
scarpe a riparare (ora si getta via, non si ripara più), e chissà perché i
ciabattini lavorano sempre in sgabuzzini in penombra, mettono una manciata di
chiodini in bocca e contemporaneamente parlano col cliente. Da brivido. Ma
leggete poi come questa immagine plastica con Angela acquista poesia.
Molti, molti anni fa ho fatto un sogno, non lo
ricordo, non so esattamente che ho sognato, ma continua a turbarmi: sognavo di
essere nella quarta dimensione.
Non ho intenzione di
scrivere di Fisica quantistica o di stringhe ecc.. non ci capisco niente, ma
posso dire che in fisica, e in particolare nella teoria della relatività, la
quarta dimensione è riferita al tempo. La definizione è di Einstein: la quarta
dimensione è il tempo. Può essere immaginata come una linea che connette quello
che facevamo un minuto fa con quello che stiamo facendo adesso.
Noi, però, non siamo
in grado di vederla nella sua totalità perché viviamo nella terza dimensione,
quindi il tempo lo vediamo istante per istante senza poter vedere la sua
interezza. Noi, esseri tridimensionali, vediamo solo sezioni del nostro io
quadridimensionale. In termini ancora più ampi, la quarta dimensione può essere
vista come la linea che connette il Big Bang con la fine del nostro universo.
“Il tempo è un fiume che mi trascina, e io sono il tempo; è una tigre che mi
sbrana e io sono la tigre; è un fuoco che mi divora e io sono il fuoco” (Borges).
Il discorso mi riguarda da vicino come
artista perché voglio scrivere molto brevemente di una corrente artistica che
conoscete tutti: il Cubismo, che ha come esponenti principali Picasso, Braque,
Fernand Léger, di cui tutti avranno visto qualche opera, magari con non troppo
gradimento, ma questa è stata indubbiamente una corrente rivoluzionaria. Nella
pittura cubista gli oggetti sono ripresi da differenti angoli visuali,
scomponendo e ricomponendo l’immagine e quindi l’osservazione del soggetto
introduce un nuovo concetto: il tempo. Ma… nihil sub sole novi… Picasso
sosteneva che la pittura egizia usava sistematicamente la regola base del
cubismo, rappresentando la figura umana frontalmente - l’occhio e le spalle - e
lateralmente il profilo del volto, il fianco e le gambe.
Il libro di Angela
ci porta nella quarta dimensione. Con i suoi salti temporali che si intrecciano,
si sovrappongono, passato e presente sono su una stessa linea.
E diventiamo così
noi i padroni del tempo, il tempo che possiamo rivivere e tornare a far nostro.
“Questa è la storia di un viaggio nel
tempo a dimensioni multiple, come i
multipiani dello spazio e della nostalgia”
(Raffaella Leone).
Questo libro è come
un diamante dalle tante sfaccettature e ciascuno di noi si rispecchia in
ciascuna o in molte di esse, e allora il tempo non scorre più in una sola direzione, ma in tante
direzioni. Scrive la stessa Angela De Leo: “…era il momento della magia delle parole. Potenza delle parole e potenza
della fantasia. Io mi prendevo la mia piccola rivincita. Scoperta meravigliosa
e insostituibile la narrazione: le parole erano iridescenti bolle di sapone che
volavano e fluttuavano nell’aria con mille capriole, più divertenti e
affascinanti di mille giochi. La mia testa tra le nuvole ritrovava finalmente
il suo habitat naturale. La sua dimensione. Il suo appagamento. La sua
felicità. E dimenticava ogni limite. Ogni vuoto. Ogni disarmonia. Ogni
mortificante realtà”.
Il libro di Angela è
ancora come uno scrigno prezioso, o un baule, una cassaforte, in cui Angela
ha riposto i nostri ricordi: anche
noi facevamo così, anche in casa nostra c’era questa o quella tradizione, e i
suoi ricordi d’infanzia, raccontati con leggerezza e autoironia, ma quanta
amarezza nascosta. Come quando scrive del dolore dei bambini che non va mai
sottovalutato. Il trauma della prima confessione, l’essere mancina, la scuola
che non sempre sa accogliere bambini particolarmente dotati…
Si potrebbe
continuare a lungo, ma a questo punto, … meglio leggere il libro!
Angela de Leo,
scrittrice, poetessa, critico letterario, è una delle voci più alte e
autentiche della nostra poesia. Dirige le collane di poesia e narrativa della SECOP
Edizioni (Corato, Bari). Ha pubblicato oltre 15 raccolte di poesia, un libro di
racconti, un romanzo, un saggio di critica letteraria. Alcune sillogi di poesie
sono state tradotte in serbo, altre in albanese, rumeno, spagnolo, greco,
inglese.
Marisa Carabellese
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