venerdì 11 gennaio 2019

11 gennaio 2019: i tuoi cinquantadue anni tra le stelle


Ancora un anniversario senza la tua presenza fisica, ma sempre più presente nel mio cuore e nel cuore di quanti ti hanno amato e ti amano, mia immenso “papà”. Nel cuore anche di quanti stanno imparando a conoscerti attraverso le mie parole che parlano costantemente di te. Non smetterò mai di raccontarti. Grande è la mia gioia nel saperti adottato come “nonno” da quanti hanno letto e ascoltato alcune pagine del mio romanzo “Le piogge e i ciliegi”, che sta percorrendo l’Italia ed è arrivato, per il momento, anche a Belgrado. 
A distanza di 157 anni dalla tua nascita si parla ancora di te. Tu vivi ancora. Ed io sono felice di aver contribuito a questo piccolo grande prodigio.
Stasera, nella nostra libreria Secopstore, parleremo delle tue fiabe e della tua fantasia accesa, della tua generosità e del tuo sorriso sempre pronto ad accogliere gli altri, a fare festa a tutti: grandi e piccini, parenti, amici e conoscenti. Estranei, solo per poco.
Quanta eredità di buoni sentimenti con il tuo esempio, le tue parole, il tuo sorriso! Anche i tuoi nipoti ne vengono illuminati. E tu continuerai a vivere ancora nel loro cuore, nei loro comportamenti, nel futuro che conoscerà i loro passi e i loro ardimenti e proponimenti per rendere più umana questa nostra società alla deriva.
Grazie, papà, per la tua meravigliosa presenza tra noi. Faro e Luce dei nostri giorni…

Se non fosse per te
Cosa avrebbe un senso
Sotto a questo cielo immenso
Niente più sarebbe vero
Se non fosse per te
Come immaginare
Una canzone da cantare
A chi non vuol sentirsi solo
Se non fosse per te
Crollerebbe il mio cielo
Se non fosse per te
Sarei niente, lo sai
(…)
Chiudo gli occhi e già volo
D'improvviso la malinconia se ne va
Dai pensieri miei cade un velo
E ritrovo con te l'unica verità
Solamente tu sai
Anche senza parole
Dirmi quello che voglio sentire da te
(…) 
Una pioggia di stelle
Ora brilla nell'aria
Ed il mondo mi appare
Per quello che è
Un oceano
(stralci della canzone “Tutto quello che un uomo”
 di Sergio Cammariere)Sergio CammariereSergio
  
                            (a mio nonno,
                                       faro dei miei giorni bui)

Sei silenzio e canto
orma che incanta occhi stanchi
sul confine indistinto delle cose
Luce lontana che squarcia il cielo

Sei latte d’innocenza che mi nutre ancora
e gesto di tenerezza che sazia di spine
il roseto mai spento di petali a primavera
in un tramonto di vene che dilata il mare

Sei acuto imbroglio d’abbandono
e dolore sei più d’ogni altro dolore
Io con te esploratrice di terre bambine
assetata d’incanti ora smemoria di canto

Sei ala d’aquilone a raccontarmi l’azzurro
tormento e perdita d’ogni altro incontro
Tornano fiabe di ciliegi innamorati
in panieri di rossi respiri colmi d’amore

C’è sempre una preghiera a raccomandarti
alle stelle che mi parlano ogni notte di te
E la tua voce ancora a farmi compagnia
richiamo di confidenze e rose nel cortile

(nei momenti di sgomento
mai assenti le tue mani fiorite di prodigi)
(“Sei silenzio e canto” 
da L’ora dell’ombra e della riva)                                                







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