Ho
ancora negli occhi miliardi di stelle e galassie a rovesciarsi su di
noi dal palco e dalla meravigliosa cupola del Petruzzelli, brulicante
di antichi splendori. E nel cuore mi palpita una emozione senza fine
per gli innumerevoli fiori di luce di cielo e di sole, esplosi dal
genio artistico di un otorinolaringoiatra, Matteo Gelardi, che,
osservando al microscopio semplici cellule nasali, affette da varie
patologie, ha scoperto forme e colori da immortalare in quadri che
hanno la magia delle tele di Pollok o di Kandinsky. Poi, ecco che
prodigiosamente, con la bacchetta magica della giovane e originale stilista Giovanna
Gelardi, gli stessi colori siderali si trasferiscono su fluttuanti
abiti di tessuto leggero ed evanescente, e danzano su esili steli di
donne-fiore, impalpabili farfalle con ali trasparenti e lievi che
cedono passi di tenerezza e di passione a ballerini che hanno corpi
fragili e forti e intrecci di onde e sogni di stelle e pensieri di
luna a indicare il viaggio e la meta, che Pina Bausch inaugurò nella
sua Berlino degli anni Settanta.
È
il viaggio “dentro e fuori di noi” ad affascinarci e ad
affascinare il numerosissimo pubblico accorso da ogni dove. Il Teatro
è gremito, assiepato persino in Galleria.
E
noi, nel palco 25, quasi a toccare con mano tanta meraviglia, ci
esaltiamo alla visione dei palpiti ciliari che pulsano sull'ampio
schermo, seguendo la guida coinvolgente dello stesso Fondatore della
Accademia Nazionale della Citologia nasale e coraggioso Ideatore di
questa commistione scientifico-artistica, culturale e letteraria
senza precedenti, passando dalle fosse nasali agli spazi sconfinati
dell'Universo con una lievità e profondità di linguaggio che
potrebbe catturare anche gli occhi grandi di un bambino. Stupore!
Ma
meraviglia delle meraviglie è l'immensità dei miliardi di miliardi
di stelle che friccicano a inimmaginabili distanze di anni luce,
ridotte però ai pochi passi, quasi una passeggiata divertita e
divertente del vulcanico Astrofisico Fabio Peri che, da
impareggiabile affabulatore, ci permette di quantificarle, queste
enormi distanze, con un divertissement
quasi fosse gioco di ragazzini in un campo di calcio a rincorrere il
pallone.
Dietro
le quinte un pullulare di artisti in attesa di venire alla ribalta
con la musica, i canti, le danze, gli assoli prodigiosi, i commenti
poetici, la gloria dei violini e dei piatti di una batteria
avvolgente e inimitabile, che hanno colmato i nostri cuori di
immagini di cielo con A. Parson, di luna con i Pink Floyd, di viaggio
e di conquista con gli Europe e Evangelis...
Lacrime
di commozione per “Guardastelle” di Tony Bungaro, nostro amico di
vecchia data, nella stupenda e insolita interpretazione del
violoncellista Nicola Fiorino e della cantante lirica Claudia
Cusumano. Con stelle a migliaia nei nostri occhi incantati.
La
serata si conclude con un middley di canzoni di Frank Sinatra per le
sonorità vocali di Cosimo Mitrani.
Sono
ancora incredula, stupita, estasiata e... insolitamente mi mancano
le parole per dirlo.
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