venerdì 3 marzo 2023

Venerdì 3 marzo 2023: è possibile condividere il DOLORE?...

Ancora giorni bui, nonostante l’inganno del sole in questo marzo impietoso per i primi germogli dei mandorli e dei peschi e per i nuovi fiori nei giardini. Di sera, quando finalmente mi concedo una tregua dal computer e dal cellulare, guardo la TV in attesa di una buona notizia che tarda a raggiungermi. Mi dico ogni volta per non perdere la speranza “domani è un altro giorno…”, ma non è mai un giorno diverso… Sfilano bare coperte di fiori, sfilano volti che fingono lacrime mescolandosi alle lacrime vere di chi ha perso tutto, persino l’intimità del proprio dolore. E mi chiedo ripetutamente fino a perdere la testa e il sonno: “si può condividere il dolore?”. E non so darmi una risposta. E non so darmi pace. Troppo frastagliato è il dolore per chi lo prova e per chi l’osserva. Ci possono davvero essere lembi combacianti che ci facciano piegare il lenzuolo intriso di sangue e di lacrime nello stesso verso come un sudario da condividere con identico amore? Ciascuno soffre a modo suo e ciascuno sente il dolore degli altri a modo suo. Come conciliare questa individualità che ci rende unici e diversi pur appartenendo alla stessa umanità? Me lo chiedo. Ve lo chiedo. Forse occorre cambiare punto di vista. Ma, in questo caso, credo che non serva più di tanto. E allora accostiamoci al dolore degli altri con rispetto, purezza di cuore e di intenti, discrezione, bussando piano piano, per non fare rumore, al “tempio sacro” delle loro cocenti e infinite lacrime.

Mare di paura

Si gridava “il mareeeeeee!”

abbagliati dal suo antico splendore

E si urla “oh mare!”

rosso di sangue nero di morte

E il cuore ha brividi di paura

Un gabbiano vola e stride di dolore

sull’indifferenza assassina dell’uomo

(stanotte fioriranno stelle di luce

 a incantare occhi grandi bambini

                      che non sanno)

Fiume di fango è il mare

Era fiume di luce il mare

tra la terra e le case nei cieli d’agosto

dalla mia terrazza che confondeva aerei

e gabbiani e guglie d’alberi

con l’erba dei campi, i fiori.

Oltre… la città lontana.

Oggi è inganno di sole la distanza

l’armonia e il silenzio.

Ma, inquieta l’anima,

lacrima fango

in cui l’umanità umiliata affonda

al servizio d’ignobili comandanti

contro capitani di navi alla deriva

e mani di bambini in vana preghiera

(cosa di noi i posteri diranno?

 Come ci assolveranno i figli?)

Notte blu di mare amaro

… luna blu negli occhi

e tra le labbra

in questa notte blu che sa

il mare e sfiora il cielo.

Capovolto cielo di cristallo.

E una pioggia di stelle

- petali di luna in lacrime di sale -

si sfrangia in rami di silenzio

che sa di mare crivellato di sangue

nel mistero di acque lontane.

E ali d’azzurro ha dispiegato un angelo

a sfiorare ciglia chiuse di bimbo

che sogna braccia di madre

e ditale di culla

per scacciare il dolore

- e spade e fucili spianati su giorni vinti -

in un bacio d’amore perduto

in fondo a una barca che affonda

sotto il grido che sale

nel respiro che si perde

di un altro giorno che fa male.

Saremo in mille in una lacrima

non versata a riflettere la resa

all’indifferenza dei tanti arresa

o in centomila miliardi saremo

A cantare inni alla speranza?

(datemi una chiave per aprire

 il grembo bianco della luna

 e uncinare una favola al cielo

           da legare al dito

del bimbo non più nato

perché rinasca il mondo

nel suo profumo di zucchero filato)

E stasera cercherò d’incontrare la vostra pena per poterla affiancare alla mia per fare almeno testimonianza di tanto immenso dolore (chi lo desidera può mandarmi su Messenger o su Whatsapp un suo testo in prosa o in versi, meglio sul mio indirizzo email: angeladeleo42@gmail.com

Grazieeeee. A domani. Angela 

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