Due anni fa, sul nostro blog, così il mio caro amico Beppe scriveva parlando della Immacolata Concezione: Non è forse l'Immacolata la parola della casa più splendente che sia apparsa nel mondo? E’ appena morto un tempo annuale e sta sorgendo un nuovo tempo nella casa dell'Immacolata. (…). Un tempo finisce, inizia un nuovo tempo. (…). Abbandona tutta te stessa al passato e vai incontro al nuovo che è racchiuso in una sola parola: «CRISTO». L'Immacolata giunge a te con il battesimo che è morte nell'acqua dalla quale risorgere immacolata invocando una sola parola: «CRISTO». (…). <Io, Signore, mi rivolgo a te, entro nella tua sfera, che mi assorbe e riplasma la mia coscienza. Tu, Signore, sei la mia Nuova Umanità, In te, Signore, io sono in piena comunione con Dio, col mio Principio, nella mia piena libertà, Donami, Signore, il tuo Spirito. In questa comunione, Signore, io sento la mia vera identità, la mia integrità, Sento i miei veri desideri: io voglio restare qui, con te, in questo Eterno Gioco che è la Creazione. . . . Questo è l'amore: essere una cosa sola con te e con il Padre. Essere uno con tutti: circolazione di vita è il vero Mondo: Gioco senza fine e gioia Nell'Eternità, che ora esplode e adesso mi risana. Amen> (di Marco Guzzi in Non ego, Cristus). Poi, la pandemia ha fatto dimenticare anche a me queste parole che riprendo volentieri perché in quel “CRISTO” reiterato c’è tutta la maternità dolente e coraggiosa di Maria, dal primo “fiat” fino ai piedi della croce e alla sua Assunzione nei Cieli gloriosi, dove ogni dolore si spegne alla Luce della visione di Dio. Ogni credente non può fare a meno di cantare questa evidente verità, innalzando un canto d’Amore a Maria, Madre di tutte le madri. Ed ecco il mio canto:
Immacolata Concezione
Vieni in punta di
piedi
e lasci continue orme
di sole
sul mio cammino di
neve
con mani colme
delle tue infinite
stelle
alla mia disattenta
preghiera
(mia fanciulla di
Nazareth
voce soave
dei miei giorni andati
e mani
di cura ancora
presenti
a carezzare il mio
pianto).
Signora dorata
adorata Patrona del
tempo
innocente di bambina.
Solo frammenti di
cuore
ti lascio in cambio
dei tuoi innumerevoli
prodigi
(mollichine di
speranza
su passi lievi
che attendono ritorni)
E tingi di rosa e
turchese
i veli dell'attesa.
A te innalzo il mio
canto,
Madre di tutte le
meraviglie
mia eterna nostalgia
- Bella tu sei qual
sole
Bianca come la luna
e le stelle le più
belle
non son belle
al par di Teee... -
(e tornano antiche
voci
a riscaldare i doni
della nuova alba)
Con una sintonia del cuore, Anna Mininno, la mia amica sempre presente, ha
postato una bella immagine della Vergine di bianco vestita, col mantello di
cielo e una corona di stelle intorno al capo e ha scritto: “Bella tu sei qual sole”, Santissima Maria
Immacolata Concezione! Con tanti cuoricini e… Auguri a chi ne porta il nome!
E contemporaneamente Arcangela Parrulli, altra cara amica di Gravina in Puglia
scrive: In occasione della festa di Maria
Immacolata, vi presento una mia poesia intitolata “T’INVOCO REGINA”… per
chiedere il suo aiuto affinché il mondo segua le vie indicate da Suo Figlio, Gesù!!!:
Il tuo diadema emana/ bagliori di stelle/ lucciole impazzite/ che avvolgono il
mondo che muore.// Si combatte in più parti…/ sfollano genti dolenti/ a cercare
una patri/ chiamata Pace.// Nessuno sa dove sia/ ora che i bimbi imploranti/
accendono fuochi d’orrore/ nelle alcove di belve umanizzate…// … o che
scomparsi nel nulla/ rimpinguano avide tasche/ di truci commercianti di
organi.// Io t’invoco Regina/ vessillo d’amore e di purezza/ traguardo estremo
di salvezza/ Madre amorosa! Madre Luminosa! Con amaro realismo descrive le
brutture e le violenze del mondo contemporaneo pe chiedere alla “Madre amorosa e luminosa”, in ossimorico
contrasto, la salvezza di questa nostra umanità dolente e senza più una sola
luce a vincere il buio di questa devastante disumanizzazione. Fa da piacevole contraltare il post di
Cettina Fazio Bonina, altra dolcissima amica che ieri ha festeggiato il suo
onomastico con la sua bella famiglia. Cettina scrive: Amore, calore, amicizia, famiglia, casa, semplicità hanno reso speciale
la giornata di ieri in un periodo non facile per il mondo intero, ma un gesto,
ina parole possono darti il sostegno per affrontare al meglio le difficoltà!
Sono parole che allargano il cuore, dandoci la dimensione dei valori antichi
che, se rimangono scritti a caratteri cubitali nell’anima, non possono morire
nella nebbia dei ricordi di un passato che sembra del tutto dimenticato e che invece
vive perché l’anima, essendo immortale, li attualizza continuamente e li
restituisce all’Infinito. E non è l’otto rovesciato simbolo d’infinito? Basta
solo girare un po’ il suo simbolo numerico per ottenere un richiamo mistico e
misterico… e tutto riprende a volare e a diventate inno alla Vergine che
infiamma i cuori d’amore e accende il buio del mondo e della nostra stessa
anima desertificata con le sue luminose stelle! E farne prati fioriti d’attesa
e di speranza per tutti gli uomini “di buona volontà” in cammino verso la Luce
di una Stella Cometa… E, a proposito di Stella Cometa e del Santo Natale,
Assunta Braì, speciale amica salentina, propone l’ironica poesia di Trilussa: Ve ringrazio de core, brava gente,/ pé ‘sti
presepi che mi preparate,/ ma chi ve li fa fà? Si poi v’odiate,/ si de st’amore
non capite gnente…// Pé st’amore so nato
e ce so morto,/ da secoli lo spargo dalla croce,/ ma la parola mia pare ‘na
voce/ sperduta ner deserto, senza ascolto.// La gente fa er presepe e nun me
sente;/ cerca sempre de fallo più sfarzoso,/ però cià er core freddo e
indifferente/ e nun capisce che senza l’amore/ è cianfrusaja che nun cià
valore. Grazie Assunta per avercelo ricordato con i taglienti versi di
Trilussa. Ecco è solo e sempre questione d’amore! E vorrei concludere con le
parole del nostro beneamato sindaco Corrado De Benedittis: Ritrovarmi con la Confraternita dell’Immacolata, ai piedi dell’antica
statua, tanto venerata dalla pietà popolare, è stato come tornare a casa
abbracciato e protetto, dopo giorni così amari e tristi. A Lei, ho affidato la città
e soprattutto chi, in questi giorni, vive la desolazione, lo smarrimento, la
perdita. Quanto amore nelle sue parole! Già la “pietà popolare” è sinonimo
d’amore (da pietas = amore, appunto), ma anche il suo “tornare a casa” e sentirsi
“abbracciato e protetto” dall’Immacolata, a cui ha affidato l’intera città e
soprattutto “chi, in questi giorni, vive la desolazione, lo smarrimento, la
perdita. Grazie, sindaco. Il riferimento di grande appassionata condivisione
merita una nuova pagina su questo blog in tempi molto brevi. E sarà davvero un
Santo Natale!
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