Come i carcerati in attesa
di libertà
all'alba del giorno faccio tacche invisibili sul muro
che definisce la sponda il letto
le duemila e quattrocento ore di prigionia e dolore
e un refolo di coraggio
Ad ogni alba che sale dalla terra e ricama nel cielo petali sparsi
di mandorli e ciliegi già sfioriti
peschi a trattenere il primo sole
in una pioggia di piume setose
che precorrono dolce sapore
di ciliegie in panierini d'infanzia
innalzo un inno al nuovo giorno che verrà
Ad ogni alba che sale dalla terra e ricama nel cielo petali sparsi
di mandorli e ciliegi già sfioriti
peschi a trattenere il primo sole
in una pioggia di piume setose
che precorrono dolce sapore
di ciliegie in panierini d'infanzia
innalzo un inno al nuovo giorno che verrà
con carezze di madre
e sarà diverso
più ricco di me
che conosco l'attesa il filo spinato il sogno indifeso
il cielo stellato...
oltre il disincanto il buio la paura incido sul grigio del muro
tacche di pensieri luminosi che altri non sanno
in una pioggia di cielo a darmi voce e sarà giorno di festa
e sarà diverso
più ricco di me
che conosco l'attesa il filo spinato il sogno indifeso
il cielo stellato...
oltre il disincanto il buio la paura incido sul grigio del muro
tacche di pensieri luminosi che altri non sanno
trenta giorni all'alba
(Fiaccola accesa io di speranze mi vestirò di glicini in fiore in una pioggia di cielo a darmi voce e sarà giorno di festa
il mio ritorno a casa)
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