“Sono
nessuno! E tu?
Sei - nessuno
- anche tu?
Siamo in due!
Non dirlo!
Farebbero rumore, sai!”
Così Emily Dickinson.
Per definire la condizione femminile
fino solo a poco più di un secolo fa. Condizione che - come sappiamo - per
molte donne continua ancora oggi. Ma per molte altre, per fortuna, non più.
Il nostro universo troppo a lungo
ignorato dall’altra metà del cielo.
Poi, il riscatto.
In passato, solo qualche voce isolata
faceva sentire il suo canto.
Oggi, è un coro sempre più ampio e
forte e alto e glorioso. Le donne contano e… cantano.
Perché tutti possano sentire.
Ascoltare. Capire.
Le donne valgono.
Ieri facevano la storia dietro le
quinte. Oggi sono la storia.
Graffiano rimorsi. Percorrono strade.
Lasciano orme. Di forza. Di tenerezza. Di poesia.
Anche di Poesia. E tanta.
La donna ha percorsi interiori che
l’uomo ignora.
Ha cieli di emozioni che l’uomo sfiora
appena.
Ha parole per raccontare il proprio
cuore, che l’uomo soffoca e tradisce.
In linea di massima, naturalmente. Non
si possono fare - è chiaro - generalizzazioni.
Ma succede. E spesso avviene proprio
così.
Da Saffo ad Emily Dickinson.
Appunto. E oltre.
Virginia Woolf è la madre di tutte le
donne che scrivono.
A lei dobbiamo il coraggio delle parole
e l’urlo per dirle. A lei, il coraggio dell’attesa e silenzio per ascoltarle.
In quella “stanza” segreta che nessuno
ci può rubare.
Che nessuno può profanare.
Neppure se mille coltelli dovessero
squarciare il sogno dell’alba o l’oro del tramonto.
Il canto di noi donne ha vinto la
notte.
Il buio dei secoli bui …
E la donna …
… Non perderà più le rotte azzurre del
mare. La libertà di osare. Di sognare. Viaggiare … con la mente … con il cuore
… con l’anima …
Di progettare nuovi cieli. Di inventare
nuove storie. Di tentare nuovi percorsi. Di vivere nuovi amori. Di costruire
nuovi e più gratificanti rapporti alla
pari con l’uomo, fianco a fianco, mano nella mano, cuore dentro il cuore. In
due. Con coraggio. Rispetto. Volontà di farcela. Per non essere mai sola. Per
non essere mai solo. Per non essere mai soli.
Il coraggio di reinventare la vita.
È tutto qui il mistero di essere donna,
di essere uomo, oggi: continuare a dare la vita, potendola quotidianamente
reinventare. Potendo quotidianamente reinventarsi.
Per non avere più colpe.
Per non avere più rimorsi.
Per non avere più rimpianti.
Per non avere più nostalgie.
Per non avere più solitudini da raccontarsi.
Da raccontare.
Per avere ogni nuovo domani tra le
mani.
Come foglio bianco ancora tutto da
scrivere. Col gusto di apporvi in calce la propria firma.
(non ho voluto parlare della violenza
sulle donne e del femminicidio. Si è già fatto un gran parlare. Ho cantato,
invece, la sua voce e la sua identità di donna del terzo millennio. Una donna
che può, sa e deve scegliere con chi condividere i suoi giorni).
Nessun commento:
Posta un commento