giovedì 31 luglio 2025

Giovedì 31 luglio-Venerdì 1° agosto: Piena estate e a breve andrò anch'io incontro al MARE...

Le azzurre acque

Devo dire che c’era un vento freddo che infuriava

con il mare.

Devo dire che tu non c’eri e non c’era neanche

il mare. (Umberto Bellintani)

Amo il mare in tutte le stagioni, ma il mare d’estate è sorriso di sole, sfida di vele a forare l’azzurro, ricordo lontano di onde a carezzarmi i fianchi, i seni, a sommergermi di risate. Ed ecco alcune mie poesie in suo omaggio…

Qui dove il mare

Qui

dove il mare è dono di cristallina luce

qui vorrei riposare

alle onde lasciando stanche membra

e tra ciglia un desiderio di sole

C’è stato un tempo di corse alla battigia

e canti d’amore a vele spiegate

a gola piena le risate

Oggi mi stanca un ricordo

di stanca nostalgia

(solo il mare immutato ha sorriso

                    d’eternità)

Ansia di velieri

Spariti tutti i velieri,

persi battelli e navi da crociera,

superstiti barche di carta e sogni,

sono zattera alla deriva

di tutti gli oceani battuti da venti contrari.

Invano un faro o una stella

cerco

per un approdo al riparo

da marosi e tempeste che fecero fragile

il mio incerto andare alla conquista

di briciole di sole.

E resero di sangue orme di sconfitta

su scogli aguzzi di passi e di dolore

che un tempo risero delle nostre risate.

Nel gioco delle parti mi si dice vincente

e forse sarà vero

Pure…

è mio soltanto

questo abisso d’azzurro

perso fra lacrime di cielo.

 (nel buio di questa mia notte accendi tu

una luce d’ironia prima che faccia naufragio

anche l’ultima stella del mio ultimo appiglio)

 Pensieri vele

Vele i pensieri

Vanno alla velocità del vento

Libertà di onde

che arano il mare

sfiorano l’azzurro di un sogno

remoto

sorriso di giovinezza

fugato da furia di nembi

e fragori lontani

Il cielo si perse negli occhi

di tristezza

e un disincanto senza fine

divorò coralli e frantumò il cuore

Altro tempo allora che la riva

aveva orme di passi vicini

e i ti amo sulla sabbia

erano firma d’incancellabile amore

Eterno

Unico

il solo a bastarci vivere

e sapere di noi

alga e scoglio

onda e veliero

vela e timone

per tentare una rotta che non fosse

dimora di stazioni sbagliate

di treni persi alle fughe solo pensate

Al coraggio di nuove rive

opponemmo tutti gli orizzonti di casa

àncore e catene

e tutti i naufragi che dilatarono il viaggio

e lo resero infido e pericoloso

oltre l’infinito

E sono qui

raggomitolata in un pugno di rabbia

che non vuoi capire

e non offre via d’uscita

ai pensieri-gambero che temono

il mare lo scoglio la risacca

il tempo a imbuto

la determinazione a restare

(fu solo inganno il sogno di partire…)

Il canto del mare

Era un canto di barche e di marinai

quell’anno che con chitarre

solcammo il mare per scoprire la libertà

oltre la riva.

C’erano i miei diciotto anni

e i tuoi baci,

un brulichio di stelle in gara

con i sogni e le azzurre acque

ad inventare l’amore

(avresti voluto offrirmene

            il brevetto…)

Voglio tornare al mare

Richiamo d’azzurro in questa tregua

di giorni di pioggia e di vento

presenti alla collina.

M’invita il mare ad ogni squarcio

di nubi radenti e una briciola di sole.

Portami dove la sabbia è d’oro fino

dove mi viene incontro

il tuo cuore bambino

che sogna sulla battigia l’antico

castello della festa

e un volo d’aquiloni a ridere di cielo.

Tra il frinire di cicale e siepi di ligustro

ai miei fragili sogni offri riparo

e una vela bianca a portarmi

                       dove finisce il giorno.

 Quando andrai al mare

non dimenticare i miei occhi

a riempire panieri di onde

fiorite di lapislazzuli e stelle marine

per gl’inverni che verranno.

L’abbraccio di sale sulla pelle di sole.

Il tempo che rimane

e quello che sogni di conchiglie

ed echi di mare ha trascinato

con la sua rete di frodo.

La nenia delle barche il rombo dei motori.

Le mani a nido sul volto levigato

e gambe a falce tra spruzzi di panna

a navigare allegria.

Oggi abisso di rimpianto è il mare

di piedi nudi disuguali e una scia

d’azzurro senza più la libertà di osare

eppure gli occhi sono ancora

approdi d’oceani alla sconfitta dei giorni

su passi dimentichi della riva

(faro e conchiglia per rinascere schiuma)

 Nutrimi di mare

Portami nel secchiello ancora il mare

perché possa sentirne la carezza l’odore

Raccogli per me bianche conchiglie

addormentate nella sabbia dorata

sognanti fanciulle in attesa di un castello

e del principe azzurro e il primo bacio

Nutrimi di mare

Dissetami di onde e di alte maree

(da qualche parte ha pensieri di perle

e conchiglie canto notturno la luna)

Se oggi sogno un porto sicuro

non dirmi che sono stanca di navigare

Nel guscio di noce che mi finsi barchetta

bianca vela di carta leggera incollai

per non andare lontano in cerca

di facili approdi al riparo di un faro

Persa nei miei sogni di bambina

che attraversava tutti gli oceani

ad un passo dalla riva

C’è stato un tempo che il mare

era suono di chitarre nenie di sirene

 e verdi vele a osare il cielo di lacca

o delle rinate stelle ad ogni buio

cielo incantato dalla mia risata

tintinnio di mille forzieri e un solo soldino

per tentare a testa o croce la sorte

tra fondali di corallo e una sfida di baci

E la riva guardata da lontano

e il puntino nero l’ansia di mia madre

all’orizzonte rovesciato di ombrelloni

a spicchi di sole su giochi bambini

con fiabe colorate da ascoltare

Oggi più non m’appartiene il mare

ma sussulto d’acque e d’antichi richiami

è il nastro azzurro oltre i campi e le case

che i miei occhi a festa cinge con sventolio

di mani nei giorni vestiti di silenzio

sulla terrazza assolata della mia casa

(sì è ancora lì a sorridermi il mare…)

E per oggi vi lascio così perché ho fretta di raggiungere, con la mente e il cuore, il mio mare e il suo sorriso. Di tanto in tanto, ne parleremo ancora. Spero che queste poesie vi siano piaciute. Buon mare a quanti sono già tra la spiaggia e la riva o baciati dalle onde. Angela/lina 

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