martedì 15 luglio 2025

Martedì 15 luglio 2025: RECENSIONE AL LIBRO/DIARIO "RACCONTAMI DEL VENTO" di GRAZIELLA DE CILLIS...

Chiamo poesia

ciò che trafigge il cuore

come una lama

 (Emil Cioran)

Raccontami del vento di Graziella De Cillis (EDIZIONI GIUSEPPE LATERZA, Bari 2024)

Un anno dopo, ecco le mie emozioni e commozioni nel leggere l’insolito romanzo/diario di Graziella De Cillis, con finale a sorpresa. Non mi sorprende, invece il suo “esperimento di coniugare la poesia con la narrativa” per “l’esigenze” dell’Autrice “di donare alla lirica un più ampio respiro” perché mi sento perfettamente a casa: tutte le mie pubblicazioni, dalla prima (1956) all’ultima in ordine di tempo (2025) hanno intrecciato continuamente prosa (che era di per sé poesia) e poesia (che era tale, ma alcune volte si identificava con la prosa, per l’estendersi lungo di alcuni suoi versi), e sempre con un esergo molto significativo per sintetizzare e connotare tutto il contenuto dell’opera). E c’è di più: la nostra sintonia attraversa la musica per mezzo dei tasti di un pianoforte, strumento meraviglioso (regalatomi dal mio nonno materno) che ho suonato dalla preadolescenza alla prima giovinezza, quando ho dovuto abbandonarlo per andare via. Graziella deve il suo incanto, invece, alla magia della musica del pianista e compositore, maestro Remo Anzovino, che “inconsapevolmente” ha ispirato l’intera “trama” della sua “opera”. In realtà, il suo Libro è decisamente nuovo e diverso perché non ha capitoli ma un dialogare continuo con i lettori che rende partecipi e quasi co-protagonisti degli avvenimenti che riguardano gli attori principali di una storia che si si aggroviglia e si snoda attraverso altre storie, tutte molto importanti anche se i Nevio e Lisa riempiono quasi tutte le pagine della loro presenza e del loro amore: lui pianista e compositore di collaudata fama e con ferite di cui non vuole parlare; lei poetessa che fa della scrittura la sua ragione di salvezza da un passato da dimenticare. Entrambi si riconoscono nelle loro fragilità e cicatrici. Un collante molto forte per entrambi. La musica di lui è il sottofondo quotidiano in sua presenza e in sua assenza; le poesie di lei emergono di tanto in tanto, quasi come “coro greco” antico, che i coreuti si riservavano sulla scena per “commentare” il non esplicitato, il sottaciuto dalla protagonista.

Si tratta, comunque, di un romanzo che ha come “protagonista” assoluto il “vento”, che trascina con sé “nel bene e nel male” non soltanto la natura, sempre presente in queste pagine, ma le vicende degli esseri umani, che non sempre sono essi stessi costruttori del proprio Destino o Karma, ma molto più spesso sono costretti a subire i fendenti di una sorte non sempre rispettosa di attese, desideri, illusioni, progetti di vita.

Accanto al vento, perlopiù distruttivo, protagonista salvifico è l’amore in tutte le sue “prismatiche” forme, per dirla con l’immenso Jorge Luis Borges, che supera così la sua stessa teoria degli specchi con le sfaccettature infinite che il prisma ci offre per farci conoscere più ampiamente e profondamente la natura degli uomini e le loro esperienze esistenziali.

Pregio straordinario dell’Autrice è, lo ribadisco, quello di accompagnare i vari protagonisti del romanzo/diario, mese dopo mese, con le varie caratteristiche climatiche e i molteplici modi di vivere, in “zumate” simili a riprese cinematografiche per coinvolgerci nelle diverse storie, nella immersione totale in atmosfere oniriche o realistiche, legate agli elementi naturali che più adora, in primis il “mare” col suo colore di cielo vetrato e il suo intenso senso di libertà, di forza, di audacia che stabilisce e realizza. Ma anche della “casa” per la protezione e l’intimità che offre, gli angoli amati e gli oggetti che si fanno eco di emozioni e sentimenti tra i più profondi e sinceri, che si identificano non solo con l’amore, anche estremamente erotico, sensuale, esclusivo, ma anche e soprattutto con l’amicizia, il sogno, il bisogno, l’urgenza, la necessità, il coraggio di essere sé stessi e, nello stesso tempo, la necessità di cambiare per affrontare nuove sfide che la vita stessa ci impone o che noi imponiamo alla vita. E i luoghi da cui ci si è allontanati per poi farvi ritorno, per riscoprire radici e tormenti legati a un passato che si vuole dimenticare “per non farsi più male”, ma che ritorna e ancora ritorna sotto mentite spoglie, per non spaventare il cuore ferito ed esacerbato, e per offrire nuove prospettive non sempre semplici e salutari, per il corpo e soprattutto per l’anima. sentimenti profondi che anelano ad ogni felicità possibile, ad ogni sogno che rende unica e meravigliosa una storia vissuta all’unisono. Ma le storie si perdono mentre altre fioriscono nelle alterne vicende della vita e della morte che ci segnano, ci sfiorano, ci appartengono sempre e comunque sotto lo stesso cielo che esplode di eternità per ogni piccola fiammella che si accende di vita nell’Universo. Il resto della storia è ancora un intreccio di storie, ma io mi fermo qui per dare ai lettori l’ansia di saperne di più. Un ultimo sguardo ammirato all’immagine di copertina, tratta da una bellissima ed emblematica foto dell’Autrice al litorale di Bisceglie, suo “luogo del cuore”: una bicicletta colma di fiori lasciata a guardia dell’infinito mare o viceversa, come spesso avviene nelle umane vicende.

A Graziella De Cillis l’augurio sincero di volare sempre più in alto con la sua scrittura poetica, avendo trovato tra l’erba e le foglie il suo “archetto” magico che ha il sapore dei Fiori, del Mare, della Musica, della Bellezza e dell’Armonia…

“Abbiamo tutti nel petto un violino e abbiamo perduto l’archetto per suonarlo. Alcuni lo ritrovano nei libri, altri nell’incendio di un tramonto, altri negli occhi di una persona, ma ogni volta l’archetto cade dalle mani e si perde come un filo d’erba o un sogno. La vita è la ricerca infinita di quell’archetto per non sentire il silenzio che ci circonda” (Fabrizio Caramagna)

A tutti voi, miei amatissimi lettori, un anticipo, con le mie parole, di una storia molto bella per non conoscerla. Buon mare a tutti. Angela/lina  

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